Tartaruga marina trovata morta nel Golfo di Castellammare (VIDEO). Facciamo il punto con Girolamo Culmone

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Un bellissimo esemplare di tartaruga marina Caretta caretta è stato ritrovato senza vita, ieri pomeriggio intorno alle ore 14, nel Golfo di Castellammare, nei pressi di Cala Bianca. La carcassa avvistata da alcuni bagnanti è stata poi recuperata e trasportata nel pontile da alcuni soci della sezione della Lega Navale di Castellammare del Golfo, quest’ultimi sempre molto attenti alla salvaguardia del patrimonio naturale marino.

Sul corpo dell’ animale risultano evidenti alcuni tagli dovuti, probabilmente, ad una collisione con delle eliche di motoscafo.

Quest’anno nel Golfo di Castellammare sono stati documentati, per la prima volta, tre nidi di tartaruga marina Caretta caretta (due ad Alcamo Marina e uno a Trappeto). Esperienze uniche che in questi giorni stanno appassionando tantissimi cittadini e associazioni locali con grande entusiasmo

In proposito abbiamo sentito l’esperto Girolamo Culmone, da oltre vent’anni impegnato sul campo, a cui abbiamo chiesto una breve intervista (qui un interessante video  sul suo lavoro https://youtu.be/exKfJ8ZO73c)

1) Sulla tartaruga sono ben visibili alcuni tagli, potrebbero averle causato la morte?

Dalle tracce esterne con buona probabilità l’animale è stato colpito dalle pale di uno dei tanti motoscafi che si aggirano numerosi tra Castellammare del Golfo e lo Zingaro.  L’ impatto è stato così violento che le ha strappato via anche una delle pinne posteriori.

2) Quali sono i maggiori pericoli per le tartarughe marine nel nostro habitat?

Nel Mar Mediterraneo l’unico predatore naturale è lo squalo, mentre le tartarughe appena nate possono essere preda di svariati pesci più grandi, come è naturale che sia. In diversi studi scientifici è stato calcolato che su cento piccoli nati (in linea di massima dovrebbe essere questa la media per ogni nido) solo 1 raggiunge l’età adulta atta alla riproduzione..

3) Esistono delle misure di prevenzione per salvaguardarle?

Dal punto di vista della prevenzione, a parte la sperimentazione di ami da pesca speciali, poche sono le soluzioni per evitare le catture accidentali. Una misura, sicuramente, da percorrere è quella di educare i pescatori a riportare al porto questi animali, in caso di pesca accidentale, affinché possano essere controllati e salvaguardati nei centri di recupero.

4) Nelle spiagge siciliane in questi mesi si è registrato un boom di nidi, una tendenza che ci fa ben sperare?

Quest’anno assistiamo ad un vero e proprio boom di nidificazioni in Sicilia (trenta solo nel siracusano) , i tre nel mai segnalato Golfo di Castellammare (2 Alcamo e 1 Trappeto) e due tentativi di nidificazione a San Vito Lo Capo tra lo stupore dei turisti i quali, piuttosto che stare buoni e zitti, hanno innescato una gara al selfie più bello, tant’è che l’animale ha preferito ritornare in mare. Una maggiore sensibilizzazione, però, ha fatto aumentare le segnalazioni da parte di turisti che hanno notato le tipiche tracce lasciate dalle tartarughe facendo si che, oltre ai tradizionali siti, siano stati scoperti decine di altri nidi altrimenti ignoti. In Calabria già si segnalano un paio di schiuse di nidi non segnalati. Un nido addirittura segnalato nella riserva naturale di Burano. Sicuramente anche l’aumento medio delle temperature delle acque del Tirreno ha fatto risocprire a questi antichissimi rettili antichi siti di deposizione.

5) La presenza dei nidi di tartarughe sulle nostre spiagge può cambiare le nostre abitudini?

Potrebbe, abituando i bagnanti a riportarsi la plastica a casa differenziandola. In questo modo, non sarebbe necessaria la pulizia meccanica giornaliera che distrugge qualsiasi forma di vita superficiale ( sia animale che vegetale ).

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Marcello Contento nasce a Palermo nel 1982, vive la sua vita tra la Sicilia e la Toscana. Giornalista, insegnante di economia aziendale e lettore incallito di Tex e Alan Ford.