TRAPANI. E’ stata ritrovata, a distanza di dieci giorni dall’arresto dell’imprenditore Matteo Bucaria, l’arma del delitto. Un fatto rilevante per la vicenda giudiziaria in corso.
Gli uomini della Squadra Mobile, sulla base delle indicazioni fornite in un recente interrogatorio dal Gaspare Gervasi, già in carcere per il tentato omicidio di Domenico Cuntuliano, hanno condotto per ore una minuziosa attività di ricerca dell’arma del delitto, in un’impervia campagna del trapanese. Prima di ferragosto la svolta, quando gli investigatori, unitamente alla Polizia Penitenziaria che scortava il recluso, hanno rinvenuto il fucile a canne mozze che il predetto aveva nascostotra alcune rocce, prima di essere arrestato, dopo averlo avvolto in un sacco di cellophane nero. L’arma è stata ora sequestrata, in attesa degli accertamenti tecnici specialistici.
Bucaria è accusato di aver commissionato nel 2013 l’omicidio del cognato per potersi assicurare tranquillamente il suo cospicuo patrimonio derivante sia da cespiti ereditari sia da un compenso assicurativo milionario pari ad oltre 600 mila euro. All’epoca dei fatti il cognato di Bucario, nonostante i colpi di arma da fuoco è riuscito a sopravvivere all’agguato dell’esecutore dell’omicidio.
Decisiva la lettera sequestrata dal carcere all’autore materiale del delitto al suo mandante, in cui egli si era lamentato di non aver ricevuto il compenso concordato per l’esecuzione del crimine, rimarcando di aver bisogno di un’ adeguata rendita per sua famiglia come ristoro di quanto era derivato dalla sua carcerazione.