Azzurra e Aurelia

Due navi usate per la quarantena dei migranti e se stessa sorte toccasse ai nostri positivi?


Trapani, portateli a Trapani. L’ordine che non si discute è arrivato dal Viminale e dal Comando Generale della Guardia Costiera. E così da oggi in rada a Trapani c’è una seconda nave con a bordo migranti arrivati a Lampedusa e posti in quarantena. Tra di loro ci sono 23 già risultati positivi al tampone. In totale sulla seconda nave quarantena, l'”Aurelia” della Snav vi sono 250 migranti, tutti tunisini. Per loro la quarantena scadrà tra 14 giorni. Per loro il Governo ha due settimane per decidere sul rimpatrio. Il recente accordo, l’ennesimo, stipulato tra i nostri ministri Lamorgese e Di Maio, Interni ed Esteri, dovrebbe agevolare i rimpatri. La prova del nove si avrà lunedì prossimo quando sarà terminato il periodo di quarantena invece per i 602 migranti a bordo della nave “Azzurra” della Gnv.

Lì ci sono 500 tunisini, gli altri provengono da nazioni subsahariane e hanno diritto a chiedere l’asilo politico, troveranno accoglienza come possibili rifugiati. E a sentire ciò che si dice tra gli addetti ai lavori sarà già un problema sistemare queste 100 persone, quasi tutti nuclei familiari. I tunisini invece una volta operate le procedure di riconoscimento dovranno essere rimpatriati. Ma già per le procedure di riconoscimento sarà un problema trovare un luogo dove trattenerli. Problemi su problemi. Le istituzioni locali già per la scadenza del 24 agosto hanno il loro bel da fare e il Governo invece di preoccuparsi della situazione di rischio che potrebbe determinarsi addirittura manda nel nostro mare una seconda nave quarantena. Per carità non prendetevela con i migranti, loro non sono il problema ma una faccia di questa medaglia. Dall’altra parte si ha l’impressione che ci siano ministri nelle mani di burocrati che ragionano con i fogli di carta, scrivendo nero su bianco i loro ordini. Burocrati che non tengono in minimo conto il fatto che è difficile tenere sicuro un porto al momento dell’approdo di una nave con tanti migranti a bordo, figurarsi quando ad approdare sarà anche una seconda nave. Ci sarà da schierare un esercito di agenti. Il porto di Trapani rischia anche con una sola nave di diventare una polveriera. Lo ripetiamo. Non può essere questa l’accoglienza anche quando deve diventare un respingimento. Cinquecento tunisini da rimpatriare non è una operazione semplice e che non si può fare certamente in un sol momento. E semprecchè la Tunisia riveda davvero la sua politica di rifiutare i rimpatri. Il nostro Governo a Tunisi ha portato 11 milioni di euro ma le partenze dei migranti dalle sue coste continuano ad esserci, nessuno interviene. Provate a mettervi nei panni dei protagonisti di queste storie. Intanto nei panni degli agenti che dovranno schierarsi, scortare i migranti. Ci sarà da tenere i nervi ben saldi. Le reazioni sono già da prevedere. Mettetevi nei panni dei rappresentanti delle istituzioni che dovranno evitare di mandare “a passeggio” – si fa per dire – i migranti che non potranno essere rimpatriati e per i quali sarà previsto solo la notifica di un ordine del Questore che così potrà solo intimare loro di lasciare il territorio nazionale nel giro di pochi giorni. Si è visto in passato, quest’ordine spesso diventa un modo per i migranti di riprendersi la libertà. E mettetevi anche nei panni dei migranti, due settimane a bordo di una nave per trascorrere il periodo di quarantena. Per continuare a vedere cielo e mare, come se il loro viaggio da clandestini non sia mai finito. Pensate un attimo e se a trascorrere la quarantena fosse stato uno di noi risultato positivo? Se il Governo dinanzi ad una malaugurata impennata del virus decidesse di mettere i positivi su una nave poi mandata al largo? Ecco proviamo tutti a immaginare ciò per capire che le decisioni prese non sono state quelle giuste. La decisione del presidente della Regione Musumeci per esempio che ha voluto le navi ed ha preteso che sulle navi salissero anche i positivi. Il virus corre meglio sulle navi, si è visto quello che è successo a bordo di “Azzurra” con i contagiati di oggi, una sessantina, così ci dicono, che sono ben superiori ai 35 imbarcati a Lampedusa. Ci fu un giorno un ministro dell’Interno, tal Angelino Alfano, che pensò proprio alle navi. Voleva che gli Hotspot dalla terraferma venissero trasferiti sulle navi. Traghetti, presi a noleggio, a suon di quattrini, come succede adesso, secondo Alfano dovevano stazionare in mare così da prendere a bordo i migranti via via soccorsi, senza farli così scendere a terra. L’idea sembrò naufragare, ora qualche burocrate ministeriale l’ha fatta tornare attuale e perseguibile. E i ministri come i parlamentari, sopratutto quelli di questa terra, stanno a guardare. Come facciamo noi, affacciandoci sul mare della nostra litoranea, guardiamo…e ce la prendiamo con i migranti.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.