Trapani Calcio, a una settimana dall’avvio del nuovo campionato al Provinciale rischia di non esserci nemmeno la squadra. Il nostro invito a Giacomo Tranchida
Non abbiamo dubbio. Oggi il “pallino” sulle sorti della società di calcio più importante della provincia, il Trapani Calcio, è nelle mani del sindaco Giacomo Tranchida. E non vorremmo essere certo nei suoi panni. Non è un momento facile da gestire, ma se da una parte c’è da correre il rischio di intromettersi in vicende che riguardano una società privata, dall’altra parte c’è da garantire il nome di una città il cui stemma è riprodotto sulle maglie granata.
Il tracollo rischia essere quello di una società ma anche quello della Città. Da queste considerazioni riteniamo che il sindaco Giacomo Tranchida deve assumere una decisione netta, precisa. Cominciando col farsi dare le chiavi dello stadio. Ovvio, non è di questo che materialmente si tratta, non potrebbe nemmeno farlo perché l’impianto è di proprietà dell’ex Provincia regionale, ma farsi dare le chiavi dello stadio significa per noi prendere in mano le redini della società. Giornate tumultuose e a ben vedere i tumulti vanno avanti da tempo da quando la famiglia dell’armatore Morace ha ceduto la proprietà della società. A personaggi che via via si sono dimostrati inaffidabili. Tanto inaffidabili da aver compromesso quella salvezza che i giocatori erano riusciti a conquistarsi sul campo. Per mesi e mesi la porta della società calcistica è sembrata quella di solito usata per i grandi alberghi. Una porta girevole dalla quale sono entrati e usciti in tanti e tutti presentatisi ai tifosi come i salvatori del sodalizio, per poi uscire via, senza nemmeno tanto spiegare bene le ragioni. Ed è uno scenario che non cambia. Oggi ci si dice che c’è un nuovo proprietario, tal Pellino, che dopo avere perduto la scalata al Foggia si è gettato a capofitto sul Trapani Calcio, ma nel frattempo l’Allivision di Petroni ha nominato un nuovo Cda del Trapani calcio. Strana cosa per uno che afferma di aver venduto. Ci raccontano i giornalisti meglio di noi specializzati sul tema che si è costituita una cordata di imprenditori pronti a comprare il Trapani calcio, ma fino a questo momento di questa cordata si conosce solo un portavoce, l’avv. Lillo Castelli. E gli imprenditori locali chi sono? Dove sono’ Ci sono per davvero? Chi ha posto queste domande pare abbia ricevuto una lista di nomi, ma tutti preceduti da un “forse”, forse c’è questo, forse c’è quello. Troppo poco. Anzi proprio niente. Può essere pure scarsa la nostra analisi, fatta da semplici spettatori e non siamo, lo riconosciamo, cronisti perfetti, nel senso di avere una completa conoscenza dei fatti, ma abbiamo l’impressione che questa è non la migliore, ma la vera sintesi di ciò che sta accadendo. Sufficiente a nostro avviso per vedere in campo il numero uno della città, il sindaco Giacomo Tranchida. Conoscendolo ha certamente le capacità di non farsi raggirare, e conoscendolo è l’unico a raccontare alla città, e non solo ai tifosi, cosa sta accadendo. Sarebbe una débâcle irreparabile arrivare alla prima giornata di campionato senza vedere scendere in campo l’undici granata. Il tempo che resta è davvero pochissimo. E speriamo che non stia a guardare anche l’Ordine dei Giornalisti.
Questa è una città dove spesso i fatti veri, e non solo calcistici, proprio per i comportamenti di alcuni cronisti, sono stati calpestati, negati. E spesso ai cittadini, ai lettori e ascoltatori, sono state rappresentanze verità studiate a tavolino, menzogne fatte passare per cose reali. Ma leggere oggi che tifosi armati da guappi, con bastone e catene hanno addirittura impedito ai giocatori allenarsi è una cosa che non solo ammazza la verità ma anche il giornalismo, anche quando la cronaca offerta scaturiva non per conoscenza diretta. Lontano da Trapani il presunto presidente del Trapani Calcio, tale Pellino, ha rivelato la circostanza, ed annunciato denunce per le minacce ricevute dai giocatori che lui nemmeno ancora conosce. E a sentire i giocatori niìon ha nemmeno parlato per sapere se il fatto fosse vero. Oggi pomeriggio durante un incontro con la stampa davanti alla porta carraia dello stadio, i giocatori non solo hanno spiegato le ragioni dell’ennesimo allenamento saltato, ma sono venuti a dire che nessuno di loro stamattina ha avuto modo di vedere un solo tifoso venuto a minacciarli. Stamattina l’allenamento è saltato addirittura perché hanno trovato chiusa la porta dalla quale accedere a spogliatoi e campo. Tutto il calcio balla su balla, menzogna su menzogna, viene da dire. Non può essere altrimenti vista la stoffa di certuni. Pagina vergognosa. Qualcuno da dietro le quinte magari è pronto a presentarsi come l’ennesimo salvatore della tradizione calcistica trapanese, e tutto quello che accade magari sta facendo gioco, per restare in tema, alle proprie (male)intenzioni. Ed allora una ragione in più per ritenere il sindaco Tranchida prossimo protagonista di queste ore.
COMUNICATO CALCIATORI TRAPANI CALCIO S.R.L.
I calciatori professionisti attualmente tesserati per il Trapani Calcio S.r.l. e l’A.I.C., a seguito delle ultime gravi omissioni datoriali, intendono rappresentare quanto segue.
Oggi pomeriggio, dopo una lunga e vana attesa, la Società non è stata in grado, per l’ennesima volta, di organizzare la seduta di allenamento nel rispetto dei Protocolli Sanitari, finalizzati al contenimento dell’emergenza epidemiologia da COVID-19, emanati dalla FIGC e validati dalle Autorità sanitarie e Governative competenti.
Ci domandiamo, peraltro, perché, nonostante l’asserito cambio di proprietà e dello staff tecnico, a oggi non solo l’organico dei tecnici non sia stato esonerato, ma, soprattutto, per quale motivo il nuovo acquirente non si sia ancora manifestato nella città di Trapani, rinviando ad altre date future la presentazione del nuovo management societario.
Non senza sconcerto, pertanto, si è costretti a prendere atto che la Società non è, allo stato, in grado di adottare alcuna idonea misura organizzativa, volta a garantire che la prestazione di lavoro possa essere effettuata nel rispetto delle previsioni normative.
Tali circostanze non appaiono il frutto di contingenze transitorie, ma si inseriscono e sono la spia di una più complessa situazione di decozione economica e organizzativa della società, che si protrae da ben prima dello scoppio della pandemia e che è divenuta intollerabile.
In tale ottica, l’A.I.C. esprime tutta la propria solidarietà e vicinanza ai calciatori del Trapani Calcio S.r.l, loro malgrado, coinvolti da tale assurda situazione e continuerà, come sinora fatto, a fornire ai tesserati, in tutte le sedi, il supporto necessario, sostenendo ogni iniziativa, individuale e collettiva, finalizzata alla salvaguardia dei loro diritti fondamentali.
È giusto e corretto che la Città sia messa al corrente della situazione e siamo certi che la stessa sarà ben compresa da tutti i trapanesi, che non hanno mai fatto mancare la loro vicinanza e il loro supporto ai calciatori e ai dipendenti tutti del Club.
Associazione Italiana Calciatori
Il Vice Presidente Vicario
Avv. Umberto Calcagno