Diciannove indagati, sei per violazione della Legge Anselmi. Avviso di conclusione indagine per l’on. Giovanni Lo Sciuto
La maxi inchiesta “Artemisia” è prossima a giungere nella fase dibattimentale dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini. La Procura di Trapani ha fatto notificare il provvedimento a 19 persone. Potremmo definirli tutti come appartenenti al “cerchio magico” creato attorno al principale indagato, l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto, medico, 58 anni, di Castelvetrano. I carabinieri gli hanno notificato il provvedimento al suo domicilio dove da qualche mese si trova agli arresti domiciliari. Misura cautelare di recente confermata anche dai giudici di appello del Tribunale del riesame. Lo Sciuto è stato più volte consigliere comunale a Castelvetrano, consigliere e assessore alla Provincia regionale, prima di approdare al Parlamento regionale, dove fu anche componente della commissione regionale antimafia. Politico centrista, da ultimo vicino all’ex ministro Angelino Alfano. Il provvedimento riguarda anche Paolo Genco, manager della formazione professionale (Anfe), Rosario Orlando, medico, 69 anni, per un lungo periodo a capo delle commissioni mediche dell’Inps per il riconoscimento delle invalidità civili, Gaspare Magro, 55 anni (con incarichi nella pubblica amministrazione regionale), l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante, altri politici come Vincenzo Chiofalo, Luciano Perricone, ed inoltre Vincenzo Barone, 66 anni, Giuseppe Angileri, 63 anni, Maria Luisa Mortillaro, 64 anni, Isidoro Calcara, 57 anni, i poliziotti Salvatore Passanante, Salvatore Virgilio e Salvatore Giacobbe, Vincenzo Giammarinaro, 61 anni, Francesco Messina Denaro, 59 anni, Gaetano Bacchi, 90 anni, Tommaso Geraci, 66 anni e Giuseppe Berlino 42 anni, dirigente dei Beni culturali in Sicilia. I reati in generale contestati sono quelli di corruzione, induzione indebita, concussione, traffico di influenza illecita, truffa, falso e rivelazione segreti di ufficio. Delle trenta pagine del provvedimento, 10 sono dedicate alla violazione della legge Anselmi, la norma votata dal parlamento nel 1982 contro la massoneria segreta. Le indagini sfociarono nel marzo 2019 nell’esecuzione di numerose misure cautelari. L’inchiesta condotta dal reparto operativo provinciale dei Carabinieri e coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Agnello e dalle pm Sara Morri e Francesca Urbani, ha svelato l’esistenza di due associazioni, Hypsa e Malophoros, con sede a Castelvetrano, che da Lo Sciuto sarebbero state usate come vere e proprie logge massoniche. L’ex deputato non è massone ma per i pm avrebbe usato la massoneria e i suoi diversi addentellati per gestire il proprio potere politico. La violazione della legge Anselmi è contestata oltre che all’ex parlamentare anche all’ex sindaco Errante, al suo vice Chiofalo, all’ex consigliere comunale Luciano Perricone, al poliziotto Salvatore Passanante e ancora a Giuseppe Berlino e Gaspare Magro. Affari, politica e massoneria. Trapani, non nuova a queste connessioni, è scossa da questa indagine, frutto di una maxi inchiesta dei Carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale. Il nome di Lo Sciuto si legge in alcune delle indagini condotte nel trapanese contro Cosa nostra, ma mai l’ex deputato è stato indagato per mafia: da giovane era vicino, per interessi commerciali, a familiari dei Messina Denaro, c’è una sua foto da giovanissimo ritratto ad una cerimonia (il matrimonio di Lorenzo Cimarosa, cugino dei Messina Denaro, morto prematuramente dopo avere iniziato la collaborazione con la giustizia) assieme al coetaneo ed oggi super boss latitante, Matteo Messina Denaro. Trapani secondo questa inchiesta “Artemisia” resta la terra dove la massoneria tiene forti radici. Unico precedente risale alla metà del 1986 quando ci fu la scoperta a Trapani degli elenchi di una loggia massonica segreta all’interno del circolo culturale “Antonio Scontrino”. Erano gli elenchi della Iside 2, fondata dal massone palermitano Pino Mandalari, il commercialista di Riina, lì erano iscritti professionisti della città, politici e mafiosi, tutti accolti da un professore di filosofia il gran maestro Gianni Grimaudo. A quasi 35 anni di distanza si replica: due logge segrete, sono scoperte dai Carabinieri nel cuore di Castelvetrano, la città del ricercato Matteo Messina Denaro. A capo delle logge ci sarebbe stato Giovanni Lo Sciuto, secondo la Procura di Trapani avrebbe usato in determinate occasioni il circuito della massoneria e avrebbe dato lui la parvenza massonica alle due associazioni Hypsas e Malophoros. L’indagine “Artemisia” fotografa quasi uno per uno gli affari trattati all’interno di queste pseudo logge coperte dal vincolo della segretezza, comune denominatore degli affari, corruzioni, concussioni, truffe. Ma anche l’infiltrazione nel mondo della formazione professionale, la gestione di centinaia di pratiche per le concessioni di invalidità civili, nomine pubbliche a diversi livelli. Per i pm l’inchiesta ha dipanato una vera e propria rete di inquinamento istituzionale. Tra gli episodi contestati quello di una fuga di notizie: Lo Sciuto aveva saputo di essere sotto inchiesta. Un troncone investigativo che riguarda l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio, procedimento trasferito ora a Palermo, l’ex capo della segreteria del ministro Alfano, Giovannantonio Macchiarola, per il quale come per Cascio il fascicolo è destinato ad essere trasferito ad altra Procura, in questo caso quella di Roma. Trasferito a Marsala anche il fascicolo riguardante un massone mazarese, Arturo Costa, anche lui indagato per avere veicolato verso Lo Sciuto la notizia che era oggetto di indagini.