Monumenti e chiese, ma alcuni cittadini ci segnalano rifiuti in alcune parti della città

Ci arrivano segnalazioni di cittadini che denunciano la presenza in alcuni angoli della città di rifiuti più o meno piccoli che rendono una passeggiata poco piacevole

Bottiglie, anche rotte, rifiuti di vario genere e altro agli angoli della città. Questa la segnalazione di alcuni cittadini passeggiando per Alcamo. Un fenomeno, legato all’abbandono di rifiuti e al disfarsi di bottiglie di chi sembra dedito all’alcol, che riporta al centro del dibattito cittadino le questioni raccolta rifiuti e il fenomeno dell’utilizzo spropositato di bevande alcoliche. Il primo aspetto ci ricorda che purtroppo non tutti siamo civili, ma anche le difficoltà in alcuni casi di cittadini che ancora non hanno ben chiaro come si differenzia, per fortuna si parlerebbe di pochi, perché la raccolta differenziata ad oggi ha superato il 65%. Il secondo aspetto è legato alla necessità di ridisegnare culturalmente la società alcamese, anche se non parliamo della maggioranza, ma una minoranza numerosa e che sembra aumentare, quindi è necessario un coordinamento istituzione comune, servizi sociali, famiglie e Forze dell’Ordine, come più volte auspicato da più parti.

Detto ciò i cittadini si rivolgono in primis all’Amministrazione perché giustamente è il soggetto pubblico più prossimo a loro, così ci esortano a dar voce a queste lamentele e appelli. Per questo pubblichiamo una lettera fattaci pervenire qualche settimana fa da una lettrice e rivolta al Sindaco di Alcamo, Domenico Surdi. Ecco la lettere nella sua interezza:

“Alla particolare attenzione del Signor Sindaco
Storia di una passeggiata per le vie di Alcamo con il Piccolo Esploratore.
Signor Sindaco,
sono una cittadina alcamese, una lavoratrice e ancor prima una mamma.
Un bel giorno, come di consueto, passeggiavo con il mio bambino di nove mesi, per le vie del centro di Alcamo. Sa signor Sindaco, mio figlio, come tutti i bambini del mondo probabilmente, ha una necessità pressoché vitale di svagarsi, di uscire dalle quattro mura domestiche (ancor di più dopo la triste parentesi nazionale del “lockdown” dei mesi scorsi).
Premetto che sono sempre rimasta affascinata dal modo innocente e allo stesso tempo avido con il quale mio figlio scorge ogni angolo della nostra città. Ho sempre visto in lui un piccolo e curioso esploratore, dotato di una macchina fotografica immaginaria, i suoi occhi, e di una memoria di infiniti terabyte, il suo cervello, capaci di imprimere già sin dalla sua tenera età milioni di informazioni e immagini.
Proprio nel corso della nostra passeggiata, scorgendo la curiosità quotidiana dei suoi grandi e curiosi occhi, ho provato per un attimo a immedesimarmi nello stupore degli stessi e ho provato, per quanto mi fosse possibile, più del solito in quell’occasione, a immedesimarmi in lui, nei suoi pensieri e nelle sue domande quando inizierà a proferire parola per potergli dare delle risposte che abbiano un senso.
Così tornando alla nostra consueta passeggiata, ad un certo punto mi sono chiesta che cosa fissasse in una piccola traversa adiacente al Corso VI Aprile, ho osservato anche io e, ahimè, era un accatastamento di rifiuti e cartastraccia sporca accumulata da diverso tempo. Ho sospirato e mi sono detta che potesse essere una coincidenza, magari un turno di raccolta mancato. Ebbene, proseguiamo in quella passeggiata, vedo nuovamente i suoi occhi soffermarsi su un altro cumulo di rifiuti e sacchi di spazzatura, visibilmente indifferenziati, misti a svariate bottiglie di alcolici e superalcolici, il tutto sempre in una traversa che si affaccia sul Corso VI Aprile, la via delle passeggiate per eccellenza! Non le nascondo che sempre nella medesima occasione i suoi grandi occhi si sono anche rivolti verso l’alto e hanno probabilmente ammirato la bellezza di alcune facciate antiche neoclassiche e senza tempo e sempre immedesimandomi ho pensato che un giorno potrò dirgli che “l’arte rinnova i popoli…” (forse solo alcuni popoli!). Sempre proseguendo, nei dintorni di quel posto, ecco spostare i suoi occhi su un enorme creatura grigio scuro che passeggiava indisturbata per le vie del centro, un ratto, ahinoi! Non le nascondo la mia di paura e il ribrezzo che inevitabilmente ho trasmesso in quel momento a mio figlio.
Ma andiamo avanti nella passeggiata, d’altronde era appena iniziata da poche manciate di minuti e non potevo per un banale ratto permettere al piccolo esploratore di fermare il suo viaggio di perlustrazione! Nel proseguo della nostra camminata, arriviamo in Piazza Pittore Renda, proprio quella che al suo interno racchiude decine di alberi secolari, stupefacenti per la loro altezza e conservazione. Sa, mio figlio ama gli alberi e la natura, infatti, ecco i suoi occhioni alzarsi all’insù per guardare quei giganti dai grandi arbusti, per poi scendere e ahimè scontrarsi nuovamente con cumuli di sporcizia, erba incolta e svariata gente che bighellonava sotto i grandi arbusti per poi finire ad osservare, niente poco di meno che un “meraviglioso” esemplare di Vespasiano distrutto, ridotto allo stremo, ancor di più delle nostre narici sfinite dall’olezzo di piscio e altre sostanze fecali non meglio definite. Non finisce qui, a colpire infine lo sguardo attento del piccolo esploratore una “fu” giostra per bambini per arrampicarsi e fare le giravolte. Bene, penserà il lettore di quest’ultimo capoverso, adesso la mamma potrà fare giocare il suo piccolo esploratore qualche minuto sulla giostra così da fargli dimenticare quanto di brutto visto sino a quel momento per le vie della città di Alcamo! Ma il lettore non sa probabilmente che la curiosità del piccolo esploratore di poter provare quelle giostrine è stata d’impeto arrestata dalla mamma che non ha avuto il coraggio di saziare quella voglia di gioco a via del sudiciume e delle corde ormai in frantumi della malcapitata giostrina.
A quel punto, la mia delusione da cittadina e genitore immedesimato nel proprio bambino, giovane e instancabile esploratore, si sono inesorabilmente scontrate, portandoci, ahinoi, verso il “fine passeggiata” lungo un marciapiede che costeggia una desolata pista ciclabile (ahinoi!) di Viale Italia, in quell’occasione percorsa da pseudo motocicli senza marmitta e senza senso, indegni per il concetto, probabilmente nobile, di “pista ciclabile”.
Non nascondo che a quel punto della passeggiata, ormai volta al termine, il mio compito di genitore immedesimato nella curiosità viscerale del proprio bambino è diventato molto più che arduo. Ho iniziato a pensare che cosa avessi mai fatto vedere a mio figlio in quel tranquillo pomeriggio d’estate durante una semplice passeggiata, mi sono sentita responsabile di non aver potuto trasmettere al mio bambino la serenità che merita durante una comune passeggiata e peggio ancora, mi creda Signor Sindaco, quando sarà, non saprò cosa rispondere a mio figlio dello scempio visto, non saprò spiegargli bene perché non potrà giocare in un luogo di gioco all’aria aperta (o che perlomeno si atteggia a parcogiochi e tale non è!), non saprò spiegargli perché al posto di un prato verde e pulito stallino un vespasiano olezzante e delle giostre fantasma, non saprò neppure spiegargli perché, nonostante come cittadino contribuirà al gettito erariale di questo Comune, non potrà avere delle strade (centrali!!) pulite e il diritto a calpestare dei marciapiedi spazzati e non maleodoranti e sommersi da sacchi buttati a caso. Infine non saprò spiegargli perché Kilometri di pista ciclabile non possano essere serenamente percorse, ma d’altronde se dovessi proprio andare con ordine, uno spazio verde seppur minuscolo ma ben tenuto ha la meglio di kilometri inutilizzati di pista ciclabile e mi creda Signor Sindaco, di spazi verdi ben tenuti ad Alcamo non me ne viene neppure uno! Forse l’incuria delle persone è più forte del senso della bellezza, forse non meritiamo neppure uno spazio dedicato ai nostri bambini o più certamente, Signor Sindaco, una maggiore vigilanza con tanto di sanzioni potrebbe essere un buon inizio!? A lei il dilemma!
Concludo nel dire quanto segue.
Mi rendo conto di quanto possa essere difficile amministrare la Città di Alcamo, ma ritengo doveroso, laddove sia possibile, intervenire nelle falle basilari sopra elencate (i.e. pulizia degli spazi comuni, delle strade, ordine, derattizzazione, spazi verdi ben curati per bambini, sfalcio erba e laddove necessarie sanzioni per i cittadini e non incuranti, infine sensibilizzazione all’uso della ciclabile!), prima che sia troppo tardi, prima che una comune cittadina come me si penta di essere tornata nella propria Città, dopo peraltro tanti anni di lavoro fuori dalla propria terra, perché infondo era ed è profondamente convinta che la Città di Alcamo, affetti compresi, fosse il posto più giusto dove crescere il proprio bambino.
Nota bene: Quanto sopra NON è frutto di fantasia, la descrizione di luoghi o fatti NON è puramente casuale e il finale è che la prossima passeggiata di una qualsiasi mamma, cittadina alcamese e del suo piccolo esploratore la prossima volta avranno sempre lo stesso amaro sapore di sconfitta se non si interverrà tempestivamente”.

Adriana Calvaruso

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Eros “Libero” Bonomo, Giornalista siciliano, vive ad Alcamo, il cui lavoro è incentrato su Passione, Rispetto e Indipendenza, così da informare al meglio i cittadini. Grande “divoratore” di Dylan Dog, musica e libri, in particolare di storia politica. Motto: “Non sarai mai solo con la schizofrenia”.