LA FAVOLA DELLE REGIE TRAZZERE DI SICILIA – CAPITOLO XI – PARTE V – ALCAMO-CONTRADA PIETRALONGA

Pietralonga è una trazzera nel territorio di Alcamo che si spingeva nei millenni passati fino a raggiungere i  confini del territorio di Monreale; Nel 1176 re Guglielmo II primissimo monarca che elaborò le prime teorie della “demanialità delle strade per uso pubblico”, cioè inventore delle “Regalie” donò all’Arcivescovato di Monreale 13 feudi che lambivano il territorio monrealese come Cammuca (Cambuca), Forgione, Ferricino, ecc.. Voglio ricordare che Re Guglielmo apparteneva alla dinastia normanna, predecessore di Federico II che con le Costituzioni di Melfi (1231) promulgò le “Costitutio de animalibus affidandis” (Vedi capitolo II-parte IV, pubblicato il 5 marzo 2016). Quindi la storia vuole che la Regia Trazzera di Pietralonga – decretata col numero 457 – se all’epoca di re Guglielmo esisteva (come è probabile) era una Regalia ove non transitavano armenti, ma animali che trasportavano grano e cereali per i caricatori di Alcamo e Castellammare. Così pure la Regia trazzera Alcamo-Corleone decretata col numero 57.

di Antonino Messana

CONTRADA PIETRALONGA

Pietralonga è una estesa contrada ove si dipartono due importanti strade che collegano il lato Sud-Ovest della città di Palermo attraverso le contrade di Monreale. Per volontà del re Guglielmo II sono state sottratte all’agro di Alcamo con privilegio del 1176 e donate  alla Chiesa di Monreale i seguenti tredici feudi: Cammuca, Fargione, Desisa, Ferricino, Sichiechi, Stretto, Mazzaporro, Cuti, Ursino, Cademusa, Scalilla, Modica, Casale. Detti fuedi affiancano il territorio di Monreale con orientamento Nord-Ovest. I paesi vicini agli elencati feudi come San Giuseppe, San Cipirrello e Corleone restano tutt’oggi popolazioni satellitari della città di Alcamo ed in passato essenzialmente per l’esportazione del frumento.   La mappa sottostante ci indica magistralmente i luoghi affiancati al territorio di Monreale.

Le due arterie stradali sono la Via di Pietralonga che conduce alle città di S. Cipirrello e S. Giuseppe Jato, e la Via per Corleone che attraversa il Macellaro (oggi Camporeale). La sottostante mappa catastale  indica  le due strade.

Nel quadro unico disegnato dall’Ufficio Trazzere ho circoscritto le due strade: il numero 457  si riferisce alla trazzera

e il numero 57 che si riferisce alla trazzera

Dico subito che queste strade sono vie antiche e nulla osta che fossero pure Regie Trazzere però “Regalie” larghe appena metri quattro.

 L’antichità e i percorsi delle due strade è confermata dalle seguenti carte topografiche: 1)la carta Smith 1826; 2) la carta IGM 1852.

CARTA IGM 258 NO ALCAMO

Per negare pedissequamente che le due arterie non sono trazzere armentizie affermo subito che esse  sono al servizio dei caricatori di Castellammare e di Alcamo (Magazzinazzi e Vallone) per il trasporto del frumento. Infatti, con la Statistica del 1845 leggeremo tra poco che i terreni usurpati in contrada Pietralonga erano interamente coltivati a frumenti; di conseguenza anche nei feudi dei territori di Partinico, San Cipirrello, San Giuseppe e Corleone (città satelliti di Alcamo) si coltivavano essenzialmente frumenti (principale patrimonio della Sicilia) utilizzando i citati Caricatori ecco la carta Catastale che indica il percorso della trazzera di Pietralonga  che si collega con la Via di Palmeri e arriva ai Caricatori di Alcamo e Castellammare.

La pastorizia era sicuramente un’attività marginale, sia pure più importante per la città di Corleone (Vedi capitolo V-parte II, pubblicata il 13 maggio 2017) e per le contrade di Monreale viciniori alle città di San Giuseppe e San Cipirrello.

Altra dimostrazione che le strade in parola potevano essere le uniche strade antiche di collegamento con i territori Nord-Ovest della provincia Palermo con Monreale propongo qui in basso  uno stralcio del manoscritto del 1786 del marchese di Villabianca ove leggeremo la penuria di strade nel distretto di Monreale e l’entusiasmo per la costruzione in pectore delle nuove strade per andare a Palermo da Partinico, Alcamo, Macellaro (oggi Camporeale) e San Giuseppe Jato.

Coll’occasione degli acquisti fatti pochi anni sono dal Marchese della famiglia Duca Giuseppe di Bologna delle grosse masserie e feudi Gervinci delli Marsilli del Macellaro, ed altri, nei quali si stava egli fabbricare delle novelle terre sotto le seminaggioni  di San Giuseppe delli Martilli di Camporeale nel Macellaro a riguardo di tal Magnate che si trovava allora col posto in Napoli di primo Ministro e Segretario di stato della Corona, si risolvette la Depurazione del Regno col Lonario delle strade costruite la Colla Strada  carrozzabile che prende dalla Città di Monreale fino alle dette sue Terre e più oltre del Regno. Colla fabbrica quindi di questa strada, ecco venir fatta porzione della tanto sospirata Strada per andare da Palermo a Partinico che tanto gioverebbe alla Capitale e alla detta città di Partinico pel commercio, e trasporto vini e frumenti le quali e Carricadore Partinico. Sette miglia di scabroso e alpestre Cammino restavan dà farsi per il compimento desiderata strada di Palermo a Partinico. La spesa di questa restante strada fu considerata ascellere (oscillare) onze ottomila incirca per quanto ragionò la relazione  delli Ingegnere fù Sacerdote Andrea Signore A vitadiche non parendo tanto impossibile a trovar detta somma con una pubblica generale colletta da farsi sopra i Zerrassani di Partinico e terre e popolazioni attorno, come di Alcamo, Montelepre, Borgetto si arrivarono i Partinicosi spinti dalla eccitasina fatta ad essi da vegente Marchese Agostino Cardillo e Cavaliere di Malta Giuseppe Stella e Valguarnera ad avanzare un memoriale alla maestà del re…

Adesso mi allaccio alla Statistica ed alle usurpazione accertate dal Borbone. I maggiori proprietari usurpatori sono i Renda e i Calvaruso (cognomi molto popolari anche oggi), seguono un Girolamo Vesco e un Antonino Cadavare. Ecco lo stralcio del librone statistico.

Sono stati usurpati e pagati metri quadrati 2.809,2312. Ecco il calcolo.

Mondelli           10×272,1152= 2.721,152 “

Carrozzi         10 x 17,0072 =      170,072 “

Quartigli           4 x 4,2518   =       17,0072 “

TOTALE metri quadrati             2.809,2312

Da evidenziare che le usurpazioni sono datate di anni 10,15,18 e 8 indietro.

 

Propongo adesso il Decreto e la Relazione di Demanialità seguita da qualche breve commento, lasciando libertà di opinioni agli interessati abitanti della Via cittadina di Pietralonga. Ecco lo stracio della attuale contrada con abitazioni e popolazione.

Qui in basso leggiamo il decreto Assessoriale con le percorrenze. Leggiamo la solita “storiella” che l’Ufficio tecnico delle Trazzere di Sicilia possiede titoli inoppugnabili (per dimostrare che cosa? La demanialità senza alcun ragguaglio o prova riguardante la millenaria trazzera armentizia larga canne 38 e palmi 2).

Segue la “barzelletta” della Relazione di demanialità (originale invenzione) tanto che ignora l’articolo 822 del Codice Civile del 1942 per non citare le teorie germaniche sull’appartenenza delle strade alla Corona reale, che hanno creato le Regalie. Anticipo che non leggeremo mai chi ha costruito la trazzera, l’anno di costruzione, quanti armenti transitavano in epoca remota. Per converso abbiamo individuato con la Regia Trazzera Trapani-Palermo n. 452 la Via Valeria certamente Regia Trazzera Consolare e non armentizia citata anche dalla apposita Relazione (Vedi capitolo XI-parte III, pubblicata il 27 giugno 2020).

Riassumo alcuni capi della Relazione in parola per evidenziarne le assurde e stupide banalità pure riprovevoli, che non accertano e non provano la larghezza della trazzera armentizia che con Federico Barbarossa è stata annoverata assieme alle vie pubbliche come demaniale, cioè regalie di appartenenza alla Corona.

Ecco la contrada rappresenta dal quadro unico del 1938.

Abbiamo letto che la trazzera in contrada Marano riporta una larghezza di metri 26. Intanto, abbiamo visto nella carta catastale che la strada è fuori la trazzera di Pietralonga ed è una Via Vicinale vale a dire, secondo le teorie Romanistiche, che è stata costruita dal feudo dove magari c’era “Masserizia”. Per altro verso, osservo che la strada potrebbe pure essere una strada armentizia di secondo livello, ma resta fuori della trazzera di Pietralonga e non fa testo. Infine, ha una lunghezza superiore a canne 12 corrispondenti alla larghezza di una trazzera di secondo livello, come riporta il brano sottostante del volune dell’architetto Luigi Santagati mio maestro.

…Nel concludere è giusto fare presente che, oltre alle Regie Trazzere, esistevano anche altre tre tipi di trazzere, il più delle volte appartenenti ai demani comunali e colleganti quindi località minori, le cui larghezze legali erano di 12 canne (m 24,77), 6 canne (m 12,38) e 3 canne (m 6,19). A volte, in realtà, erano le stesse Regie Trazzere che, in prossimità dei centri abitati, riducevano la loro larghezza specie nell’attraversamento degli abitati riducendosi a viottoli non più larghi di 3-4 metri, mentre la larghezza massima veniva mantenuta praticamente solo in campagna. Si ritiene, comunque, che la reale larghezza della trazzere variasse ben più di quanto volesse la legge. In pratica solo le trazzere prevalentemente dedicate alla transumanza, e solo nei tratti dove fosse possibile, in aperta campagna, arrivavano alla larghezza canonica di m 37,68. Altrimenti la larghezza si limitava, anche per le trazzere più importanti ed anche fuori città, a non più di 3,00-4,00 metri e comunque tale da permettere solo il passaggio incrociato di due animali carichi.Passando alle “risultanze caratteristiche della trazzera”, il brano che abbiamo letto sopra ci dimostra che gli allevamenti ed i pascoli si estendevano nel territorio di Monreale che comprendeva l’area territoriale di Giacalone e di Monte Renna (o Renda) ove tutt’oggi esistono allevamenti pure a brado.

Per riconoscere i luoghi riporto in basso la carta stradale attuale dove ho indicato con tratti penna e cerchi i luoghi di nostro interesse.

Allora le città collinose di S. Giuseppe Jato, S. Cipirrello ove sicuramente c’è anche oggi pastorizia (non prevalente rispetto alle coltivazioni di frumenti, cereali e vigneti) potevano utilizzare i pascoli estivi del Monte Renna e Giacalone, ma è impossibile e assurdo che pascolassero in territorio di Alcamo.

Il brano del marchese di Villabianca che letto sopra ci racconta che le terre di San Giuseppe dei Mortilli che si estendevano fino al Macellaro erano coltivati a seminaggioni; pertanto ricaviamo con certezza che la pastorizia era scarsa   e  la trazzera di Pietralonga di Alcamo che arrivava in quelle terre di dei Mortilli era un “Regalia” ed è stata  costruita per agevolare il trasporto di frumenti e cereali dalle contrade Monrealesi (nel passato Alcamesi)  ai Caricatori di Castellammare e Alcamo ed eventualmente anche per il trasporto dei  vini fino al Fiume Freddo ove in contrada S. Pietro di Alcamo e in contrada Le Pergole di Calatafimi  esiste una stazione ferroviaria costruita per il trasporto verso il continente delle merci (derrate e vini). Riporto in basso la carta stradale IGM ove ho evidenziato la stazione ferroviaria nelle vicinanze del fiume Freddo.

Mutatis mutandis, eventuali pastori con ovili che potevano esistere nella contrada Pietralonga con certezza assoluta non portavano  i propri animali per transumanza a S. Cipirrello e neanche nei pressi della Conca d’Oro di Monreale. Ecco una primissima dimostrazione con mappe e documenti alla mano che la Pietralonga (Alcamo)-S. Cipirrello non è mai stata trazzera armentizia di lungo percorso. In tutte le eventualità anche più assurde, re Ferdinando con la Statistica ha riscattato l’usurpazione accertata nella sola contrada Pietralonga di Alcamo; non esiste alcuno scritto o altro documento che prova la trazzera armentizia in parola. Qualcuno mi può indicare il numero così esorbitante di armenti e animali generici che percorrevano in epoca arcaica addirittura due trazzere armentizie  in contrada Pietralonga per andare a S. Cipirrello e Corleone? A tal proposito rammento che il Maestro Segreto Marchese Buglio – responsabile delle trazzere e vie pubbliche – il 1° febbraio del 1788 ha scritto che la larghezza della trazzera di canne 18 e palmi 2 è giustificata perché almeno mille animali si incontrassero nei due sensi opposti e potessero boccheggiare erbe fresce comodamente durante il passaggio (Vedi capitolo V-parte III, pubblicata il 1° luglio 2017). Risulta abbastanza chiaro la volontà di far pagare i terreni usurpati, peraltro forse in parte pagati al Borbone, una seconda volta alla distanza di oltre due secoli allo scopo di turlupinare innocenti proprietari.

Continuando la lettura della Relazione in parola leggiamo i seguenti brani:

Osservervando la sottostante mappa IGM a colpo d’occhio non solo  notiamo che Fellonica e la trazzera Casale di Cambuca sono completamente estranei alla Regia Trazzera Pietralonga (Alcamo)-Bivio Gianvicario (S. Cipirrello) n. 457, ma la carta mostra tra l’altro il nome Vicario segnato con cerchio rosso che non fa bivio e non si unisce con la nominata trazzera di Petralonga (Alcamo). Abbiamo dimostrato in maniera geometrica che essendo il percorso  falso, ne discende che anche la Regia Trazzera armentizia è del tutto inventata.

Anche la Carta stradale odierna sottostante mostra con molta chiarezza che la strada che attraversa  Fellamonica proviene da Partinico, mentre quella per Casa Cambuca fa bivio nei pressi di Fellamonica. Abbiamo ricavato altra prova che la Regia Trazzera Pietralonga (Alcamo) Bivio Gianvicario è del tutto falsa e bugiarda.

Andando avanti nella lettura la “Relazione” elenca ben sei documenti pubblici che giustificano non la trazzera armentizia, ma solamente la demanialità di una pubblica strada di campagna. Non rintracciamo nessuna prova millenaria di trazzera armentizia. Pertanto anche il buon Dio permette pure di scrivere “baggianate”. Prego il lettore di leggere il punto 1) sotto riportato.

Abbiamo letto che la strada è stata denominata  trazzera della Madonna della Catena che si “diparte (o arriva) dalla porta denominata Corleone della città di Alcam0 …e s’introduce nel territorio di Monreale.  Questo percorso forse giustifica una trazzera armentizia larga quasi m. 38. Leggeremo le stesse chiacchiere nei successivi cinque punti andando avanti nella  lettura.

Per altro verso, visto che le due trazzre di Pietralonga e Corleone si dipartono per la Porta Corleone, qualcuno mi può spiegare perché la Regia Trazzera Trapani-Palermo n. 452 non attraversa la Porta Corleone?

Come vedremo in basso la R.T. 452 viene deviata in contrada Fico nella Via Vicinale Nuccio Scio fino a raggiungere lo spiazzo di Santo Spirito  e imboccare l’attuale Via S. Leonardo ed incontrarsi con altra Trazzera Regia Alcamo-Castellammare n. 390 che sale per una stradina collegandosi con la Via adiacente al Convento dei Cappuccini.  Qui in basso riporto la carta IGM F° 258 che con tratti di penna e cerchi di colore rosso ho segnato il percorso della Regia Trazzera Trapani-Palermo stabilito dall’Ufficio Trazzere. Con tratti di penna di colore verde ho indicato il reale percorso della Trapani-Palermo che dalla contrada Forche arriva in città anticamente dalla Porta Corleone ed in tempi più vicino a noi dalla Porta S. Francesco e attraversava l’intero Corso VI aprile (dalla Madonna delle Grazie alla Porta di Palermo, oggi Piazza Bagolino). Per maggiori dettagli invito il lettore rivedere il capitolo XI-parte III, pubblicato il 27 giugno 2020.

La strada deviata in contrada Fico percorrendo la Via Vicinale Nuccio Scio fino ad arrivare all’antica Via Eremita (oggi Via S. Leonardo) c’è la fornisce intelligentemente il quadro unico disegnato dall’Ufficio Trazzere. Inoltre la carta in parola mostra a chiare lettere che la trazzera n.452 segnata con cerchi di colore verde incontrando la trazzera n. 390 Alcamo-Castellammare fa un salto in alto e si immette sulla trazzera 452 in contrada Setterino ed altre contrade segnati con cerchi di colore verde per proseguire per Trapani. Invece la trazzera n. 390 di Castellammare incontrandosi con la trazzera 452 fa bivio con una viuzza che arriva al convento dei Cappuccini  l’attraversa supera Orto Ballo e arriva allo spiazzo dello Spirito Santo.

Altra carta uguale a quella sopra riportata  notiamo che la viuzza porta il n. 390

Anticipo adesso – come abbiamo appena sopra osservato – che la viuzza curvilinea che reca il numero 390 e costeggia Orto Ballo  e termina allo spiazzo dello Spirito Santo è scambiata artatamente per l’attuale Via San Leonardo.

Riservando di provare che anche il percorso della trazzera Alcamo-Castellammre che reca il numero 390 è inventato perchè l’Ufficio Trazzere “giocando a scopa” con il Catasto ltaliano inverte il percorso della antichissima Regia Trazzera di Castellammare con una fantasiosa, ingegnosa e magistralmente inventata e fatta decretare Regia Trazzera Alcamo-Magazzinazzi n.409.  Vedremo infatti che la Via di Castellammare (Regia Trazzera per il Catasto fino a raggiungere lo spiazzo di Gammara e collegarsi con strada di Trapani) attraversa la contrada Stracciabisacche e scende  Fiume San Bartolomeo ove esiste ancora un mulino (l’intera contrada è chiamata Mulinelli perché ricca di mulini). Ecco lo stralcio del quadro dell’Ufficio Trazzera che devia il percorso al bivio con la Via Vicinale San Leonardo e nell’ultimo tratto leggiamo il n. 452 corrispondente come sappiamo alla Regia Trazzera Trapani-Palermo segnata con cerchio di colore verde(forse non è ricamo d’arte originale che due trazzere si baciano in Via Eremita oggi Via San Leonardo? Vedremo invece che le due trazzere di incotrano in contrada

ECCO “LA PARTITA A SCOPA” PERSA DAL CATASTO

La Regia Trazzera di Castellammare 390 entra in contrada San Leonardo affinchè migliaia di pecore della stessa contrada trasportassero il frumento al Fiume San Barbolomeo e così pure la Regia Trazzera  Magazzinazzi 409, altri numerosi armenti provenienti possibilmente dalla Madonna dell’alto, carichi di frumenti e cereali, li trasportassero ai Magazzini ed al Caricatore di Alcamo Marina. Così i conti tornano!

Proseguiamo con la lettura della Relazione della trazzera 409 che ci indica il percorso  dalla Tonnara di Alcamo Marina  alla Madonna delle Grazie del tutto inventata.

Riservandomi di approfondire il discorso con la prossima puntata che riguarderà le usurpazioni accertate dal Borbone in contrada Scampati, dimostro in questa occasione – con alcune carte topografiche – che la trazzera 409 non ha “termine” alla Madonna delle Grazie e neppure si allaccia alla Regia Trazzera 486 che arriva alla Madonna dell’Alto.

Riporto in basso lo stralcio della “Relazione” ove leggiamo che la trazzera termina alla Madonna delle Grazie che è il naturale prolungamento della Regia Trazzera Madonna delle Grazie-Madonna dell’Alto, il percorso di 7 Km. di strada rotabile.

Propongo adesso qui sotto lo stralcio della carta topografica disegnata dallo stesso Ufficio Trazzere.

Risulta abbastanza chiaro in mappa il percorso tratteggiato della trazzera con le seguenti contrade Gammara, S. Leonardo e camminando all’interno della città termina alla Madonna delle Grazie e continua in citta fino a raggiungere in cima del monte Bonifato alla madonna dell’Alto. La trazzera per la verità termina nel punto verde che vuole indicare lo Spiazzo di Gammara e continuando si congiunge con la strada di Trapani fuori le mura della città.  Infatti, la carta Catastale in basso riporta  prova a chiare lettere  che il percorso disegnato nella carta dell’Ufficio Trazzere è “falso e bugiardo”.

ECCO LA CARTA DEL CATASTO 1938

La Regia Trazzera per il Catasto è quella segnata con cerchi e tratti di penna di colore rosso; il primo cerchio vuole indicare la contrada Timpi Rossi, il secondo cerchio la contrada Valanche (non la contrada Gammara); a destra la contrada San Leonardo; il terzo cerchio lo spiazzo in contrada Gammara: infine, il cerchietto di colore rosso è un bivio che incontra la strada per Trapani segnata come Alcamo Segesta proveniente dalla Madonna delle Grazie. In tutto questo percoso leggiamo Regia Trazzera Alcamo Castellammare (appunto la partita persa dal Catasto)

Con un lungo tratto di penna di colore verde ho indicato la Via San Leonardo che inizia da bivio nell’omonima contrada e termina in Via Eremita al Cimitero dello Spirito Santo.

In conclusione nessuna delle due strade termina alla Madonna delle Grazie per  poi continuare a camminare per la Madonna dell’Alto. La carta antica IGM in basso “taglia la testa al toro” nessuna delle due stade termina alla Madonna delle Grazie. Per altro verso, la strada segnata alla destra dello scritto a carattere a stampatello ALCAMO segnata dalla linietta di colore rosso è la vera ed autentica via per monte Bonifato che termina alla Madonna dell’Alto, ma  non corrisponde,  in maniera categorica, a quella disegnata dall’Ufficio Trazzere che inizia dalla Madonna delle Grazie ed essenzialmente non si collega con alcuna trazzera proveniente  da Castellammare. La strada del monte in definitiva inizia dallo Spiazzo Balatelle come indicato dalla carta IGM.

Carta IGM

La geometria della carta IGM   dichiara “falsa” la carta topografica dell’Ufficio Trazzere che ripropongo nuovamente per dolce ricordo.

Riprendo il discorso della viuzza scambiata con la Via San Leonardo,  a tal fine per brevità, per semplificare e rendere comprensibile l’argomento al lettore non Alcamese, mostro solamente le seguenti carte topografiche.

1)LA CARTA DEL CATASTO BORBONICO DEL 1875 sottostante.

Notiamo la Chiesa, il Sanatorio adiacente, dirimpetto Orto Ballo e infine lo spiazzo dello  Spirito Santo.

Adesso progongo le spalle del Convento.

Alle spalle del Convento la carta mostra la Via Milazzo  che negli anni successivi al 1875 con le nuove edificazioni si allungherà fino a lambire la proprietà dei Cappuccini che si collegherà con la viuzza che abbiamo visto nel quadro unico con il numero 390 che riporto per comodità di lettura.

2) LA CARTA DELL’ISTITUTO GEOGRAFICO MILITARE (IGM)

Adesso propongo una chiarissima ed anche simpatica carta IGM del tutto uguale alla carta stradale sempre IGM. Con questa mappa notiamo le due Regie Trazzere di Castellammare e la deviazione segnata con tratto di penna di colore celeste che attraversa la Via San Leonardo e arriva con la viuzza al Monastero dei Cappuccini. Invito il lettore ad osservare bene la carta per seguire la seguenza della successiva illustrazione.

Riepilogo brevemente il percorso della 452 Trapani-Palermo con orientamento da Est lato Palermo (tenere sott’occhio la mappa). Sul lato destro della mappa che abbiamo visto sopra, cioè sul lato Est, abbiamo notato una grossa arteria stradale che fa un gomito e si addentra nella città, in questo caso dalla porta S. Francesco (denominata Porta Palermo e anticamente entrava dalla Porta Corleone segnata con un piccolo tratto  di penna); da questo punto la strada continua attraversando tutto il Corso principale fino al termine dell’abitato (Madonna delle Grazie). Osserviamo inoltre in contrada Fico o meglio Molinello (che si legge benissimo) la strada viene deviata ad Ovest nella Via Vicinale Nuccio Scio fino a raggiungere il nuovo Cimitero lambito dall’attuale Via S. Leonardo fino ed incontrare la stradina che sale al Convento. Provo  la sensazione che con l’osservazione della carta tutto il percorso è abbastanza chiaro. Ma proprio su questa viuzza casca l’asino! Infatti proprio questa piccola strada non è Regia Trazzera però diventa tale perchè scambiata con l’odierna “Via San Leonardo” che arriva alla Piazza Falcone e Bosellino. Riporto per comodità e chiarezza di sequienza lo stralcio delle due carte che abbiamo già visto sopra.

3) PIANTA CITTADINA DELLA CITTA’ DI ALCAMO

La Via S. Leonardo ben  lontana dalla viuzza da Via Silone.

Una prova immediata a colpo d’occhio l’abbiamo ricavata dalla carta cittadina che abbiamo visto sopra. La Via Vivaldi incrocia a destra in salita la Via San Leonardo che arriva alla Piazza Falcone e Borsellino; adesso la Via Vivaldi continua in linea retta  allacciandosi con la medesima Via S. Leonardo che scendendo dalla Piazza e incontrando la Via Vivaldi gira a destra fino a raggiungere il Cimitero. Al centro di quest’ultimo tratto della Via San Leonardo incrocia la Via Silone; proprio questa Via si collega con la Via Milazzo. Resta chiarito che l’attuale Via S. Leonardo ben lontana dalla Via Silone e dalla Via Milazzo non rientra in maniera categorica nel cammino della Trazzera n. 390 Alcamo Castellammare.  Altra conferma testuale la troviamo con sottostante carta Google Earth.

4)FOTO SATELLITARIA DEL SITO GOOGLE EARTH

La Viuzza che fa bivio con la Via San Leonardo arriva alla Via Milazzo; da questa Via la trazzera secondo la carta dell’Ufficio Trazzere svolta a sinistra attraversando la Chiesa e Orto Ballo e si ferma allo  spiazzo dello Spirito Santo segnato col numero 390.

Osserviamo benissimo che le due strade denominate San Leonardo e Milazzo sono due linee parallele ben distanti tra di loro.

Per il momento resta confermato che il tratto della Via San Leonardo che sale a Nord per raggiungere la Piazza Falcone e Borsellino non è per antonomasia nel tragitto della Regia Trazzera n. 390. Vedremo in seguito,  come già sopra accennato, che nell’intera vecchia Via S. Leonardo  non sono mai esistite trazzere armentizie nè la Regia Trazzera di Trapani-Palermo n. 452, nè la Alcamo-Castellammare n. 390. In altre parole in contrada San Leonardo non sono mai esistite Regie Trazzere armentizie. Pur tuttavia il discorso  in seguito per questa contrada San Leonardo sarà di gran lunga più grave per il Demanio Trazzerale. Proverò non solo che le mappe in questa contrada sono inventate ma anche l’Ufficio Demanio Trazzerale supera i propri limiti e “porta le pecore a pascolo abusivo” perché  non rispetta nelle legittimazioni (vale a dire gli atti di vendita) né i tracciati delle loro carte, né i percorsi indicati nei Decreti e nelle Relazioni di Demanialità. Mostrerò nelle prossime puntate atti di legittimazione completamente estranei dalle mappe e dai percorsi scritti in Relazione. Per un’assaggio accenno che nella Via Ugo Foscolo lato Ovest dai Cappuccini un proprietario ha  pagato la trazzera per usurpazione del terreno già edificato  (non specificando l’epoca).

ECCO L’ULTIMA PAGINA DELL’ATTO DI LEGITTIMAZIONE

La Planimetria è tratta dal foglio catastale 125 del territorio di Alcamo.

Poiché la carta catastale riprodotta non è orientata preciso che la Via Oberdan è a Nord, cioè alle spalle percorrendo la Via Ugo Foscolo ed  a Ovest è tagliata dall’antica Via San Leonardo, oggi Via Zenone. A tal fine ripropongo alcune carte topografiche a noi  familiari. Inizio con la carta del Catasto che a colpo d’occhio ci indica che la Via Ugo Foscolo non ha alcun collegamento con la trazzera 390.

Ecco la carta cittadina

  1. La carta di Alcamo che già conosciamo. Come indicazione ho segnato alle spalle della Via Ugo Foscolo la Via Oberdan che concorda con la carta allegata all’atto di legittimazione che abbiamo letto sopra. Già osserviamo che il tratto della Via Foscolo spalleggiata dalla Via Oberdan è fuori il tracciato della Trazzera 390 che arriva allo Spiazzo dello Spirito Santo come indicato nel quadro sottostante.

Adesso riporto in basso lo stralcio del quadro unico che mostra a colpo d’occhio l’estraneità della Via Ugo Fosco dalla trazzera 390 Alcamo-Castellammare.

A piena conferma come prove diaboliche che la Via Ugo Foscolo fuori della Regia Trazzera 390  riporto in basso le seguenti carte topografiche:

2. La carta IGM che già conosciamo bene. La Via Ugo Foscolo è segnata con tratto di penna di colore blu.

Ho accoppiato le due carte, quella IGM ci indica che la trazzera segnata con linea di coloro blu, Oggi Via Ugo Foscolo, è completamente fuori orbita e con orientamento opposto dell’affiancato “quadro unico” che reca il numero 390;

Con queste carte resta abbastanza chiarito che la Via Ugo Foscolo resta fuori orbita della trazzera 390 Alcamo-Castellammare. Resta chiarito  pure il “pascolo abusivo”   reato previsto dal Codice Penale (articolo 636).

Andando indietro riprendendo la Regia Trazzera Trapani-Palermo n. 452 propongo in basso  uno schizzo della pianta di Alcamo del 1770.

Infine ho segnato con cerchi di colore rosso le Porte antiche e moderne di Palermo e Trapani ed osserviamo che tutte entrano e attraversano la città.

Anche per questa pianta di Alcamo del 1770 resta provato che il percorso della Regia Trazzera Trapani-Palermo n. 452 che cammina per la Via Vicinale Nuccio Scio è del tutto inventata allo scopo di guadagnare altra  trazzera armentizia 452 di ingannevole m. 38.

Proseguendo con la lettura degli atti probatori della trazzera Pietralonga leggiamo il seguente capoverso.

Il brano che abbiamo letto cita la “Statistica” delle usurpazioni perpetrate nelle sei province della Sicilia che riporto qui sotto ancora una volta la prima pagina del librone intitolata “Indice Collettivo”.

Puta caso è un libro che già conosciamo bene (Vedi capitolo XI-parte I, pubblicato il 21 marzo 2020) tanto questa puntata è la quarta parte del capitolo XI interamente dedicato alle usurpazione delle trazzere del territorio di Alcamo elencate nel nominato libro di Statistica e continuerà per le altre rimanenti contrade riportate nel suddetto libro. Infatti la Statistica è stata  l’avvio  di questo nostro argomento riguardante la trazzera di Petralonga, tanto che abbiamo reso noto non la sola contrada, ma anche i proprietari usurpatori, i metri quadrati già accertati e pagati e pure l’anno di usurpazione ( perché il Re ha condonato le usurpazioni commesse dopo i novant’anni; invece puntigliosamente l’Ufficio Trazzere non perdona nessuno e fa pure il ripescaggio per coloro che per generosità della Corona non hanno pagato).   Stando così le cose, con tutta tranquillità posso rispolverare la frase di Varrone e Cicerone “Lupus in fabula”! Perché? Perché l’Ufficio Trazzere richiamando nei casi previsti dalla “ Statistica” vuole illudere gli innocenti e ingenui usurpatori di comprovare e convalidare la sua “storica e scientifica” opera di accertamento e reintegra delle trazzere usurpate nei millenni passati (quando non esistevano neppure le strade). Per altro verso come abbiamo letto sopra, la Statistica accerta l’usurpazione riferita alla sola contrada Petralonga di Alcamo e non una trazzera lunga circa Km. 28  (lunghezza che abbiamo letto nel Decreto Assessoriale) che arriva a San Cipirrello. Ecco il “lupo affamato” (…perché mi sporchi l’acqua?…Se non sei stato tu sono stati i tuoi avi!…).  Tuttavia il discorso del lupus in fabula non finisce qui, ma purtroppo è molto lungo, tanto che è pure difficile abbreviarlo, in ogni caso farò del mio meglio mostrando i  documenti che parlano da soli.

Comincio con la corrispondenza epistolare (che il lettore può anche saltarla) che agli inizi di questi miei studi (anno 2011)  ho intrattenuto con l’Ufficio Demanio Trazzerale.

Molto brevemente nel lontano 2011 ho chiesto i titoli probatori indicati nelle Relazioni Demaniali della Regia Trazzera Alcamo-Castellammare n. 390 e della Trapani-Palermo n. 452 che non mi hanno mai consegnato. Riporto qui sotto le missive che ripeto parlano ciascuno da sole.

Ringrazio l’Ufficio che mi ha indirizzato a fare le ricerche sulle Regie Trazzere presso gli Archivi di Stato. Un doppio ringraziamento per le indicazioni  nella Relazione in parola che avevo letto anni addietro circa il fondo Archivistico “Rami e Diritti Diversi.

Gli accertatori delle trazzere degli anni 1950 in poi recandosi all’Archivio di Stato a Palermo hanno rovistato il fondo archivistico Rami e Diritti Diversi il volume filza 1705 appunto la sola Statistica che accerta le usurpazioni nelle sei province della Sicilia che costituisce una piccola parte conclusiva (1845) della storia delle trazzere di Sicilia. Rammento che proprio la storia borbonica delle trazzere  ebbe inizio nel 1721 con il primo dispaccio a firma Caracciolo e termina con la Statistica nel 1845. Riporto brevemente i volumi che non hanno consultato gli accertatori delle trazzere e che io ho rovistato, fatto fotocopiare e scansionare della stesso Archivio. Tutti i documenti sono stati pubblicati in questa rubrica nei capitoli V, VI, VII e VIII e da ultimo in questo capitolo XI.

Ecco i volumi di storia delle trazzere custoditi dagli Archivi.

Archivio di Stato (Catena) di Palermo-Maestro Segreto busta 275

Risposta di Castellammare al Maestro Segreto

Qui non vi sono state mai regie trazzere perché vi hanno e si chiamano che vie che conducono sui collegati paesi, or se queste vie debbonsi ridurre a trazzere bisogna che diversi luoghi di stabili particolari con tutti gli alberi restassero fuori con notabili interessi de detrimento dei singoli”.

ARCHIVIO DI STATO (CATENA) DI PALERMO  REAL SEGRETERIA INCARTAMENTI BUSTA 128 (LE TRAZZERE VENDUTE)

ARCHIVIO DI STATO (GANGIA) DI PALERMO RAMI E DIRITTI DIVERSI FILZA 1693

LE TRAZZERE E VIE PUBBLICHE USURPATE

INFINE ARCHIVIO STORICO MUNICIPALE DI ERICE

PROCESSI PER USURPAZIONI DI TRAZZERE E VIE PUBBLICHE

In conclusione la mancanza di volontà di indagare e capire la storia impartita dai Borboni associata alla cupidigia di “fare cassa” ne ricaviamo non solo il racconto del lupus in fabula, ma essenzialmente la favola del “PATTO LEONINO” legato allo “stravisamento di fatti” (“false trazzere”), all’”eccesso di potere” e “violazione di legge” che può esercitare una amministrazione statale.

(Fedro narra infatti che una mucca, una capra, e una pecora furono soci con un leone nella foresta. Essi catturarono un cervo grosso, e il leone, fatte le parti, disse: «Io mi prendo la prima parte perché mi chiamo re; la seconda mi spetta perché sono socio ; la terza, poi, mi tocca perché sono il più valente; e la quarta, se qualcuno la tocca, guai a lui».. La favola è ripresa da Esopo con  l’asino che si accorda con il leone e finisce sbranato).

Infine semplificando il discorso nel 1932, vale a dire 88 anni addietro transitavano nella Regia trazzera di Petralonga 350 animali ovini e caprini senza specificare la direzione di provenienza e di arrivo. Questo numero irrisorio di animali non prova certamente che la trazzera 457 che arriva a San Cipirrello è una Regia trazzera armentizia larga canne 18 e palmi 2. Anche questo brano è solo una “barzelletta”.

Infine, anche questa puntata doveva chiudere la “Favola delle Regie Trazzere”, però devo fermarmi per la lunghezza,  la monotonia e lo stress che l’argomento mi ha creato e che gravosamente impegnerà i lettori di buova volontà. A chiusura della storia della “Favola…” mancano  le seguenti contrade: Scampati, Tempi Rossi,  Pile, Fontana Pietra e Gammara. Spero di finire con altre due puntate. La prossima puntata verrà sabato 28 novembre con le contrade Scampati e Tempi Rossi e forse Pile se non mi dilungo troppo.

Antonino Messana

 

Pubbico in appendice la Relazione di Corleone senza commenti perché per questa occasione sono del tutto saturo di questo scritto sulla trazzera di Pietralonga e non ho voglia di ripetere una simile “filastrocca di  pesanti e noiose barzellette” riguardante la trazzera di Corleone. Affido le determinazioni ai lettori interessati. 

Appendice

Bibliografia

Cataldo  Carlo – Assegnazione dei feudi di Alcamo alla Chiesa di Monreale – Storia di Alcamo – Territorio, archeologia, eventi e personaggi – Volume I pagina 56).

Marsala Maria Teresa– I feudi smembrati dal territorio di Alcamo -Atlante di Storia Urbanistia Siciliana, S.F. Flaccovio Editore-Palermo 1980, pagina 11.


FRANCESCO MARIA EMANUELE GAETANI, Marchese di Villabianca – 
Manoscritto- Diari Palermitani 1788. Custodito dalla Biblioteca Comunale di Palermo, Casa Professa. Collocazione QqE 90-97;

Santagati Luigi – Larghezza delle trazzere -Viabilità e topografia della Sicilia antica Volume I – La Sicilia del 1720 secondo Samuel von Schmettau ed altri geografi e storici del suo tempo 3 REGIONE SICILIANA Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione 2006 pag.17

 

 

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