A Shot Of Money, ecco gli indagati

Trapani: nel mirino della Guardia di Finanza è finito il centro commerciale “L’Arcipelago” di via Libica. Coinvolti sindacalisti conciliatori Uiltucs e Cildi

Un bel gruzzolo di denaro messo su grazie ad un sistema che puntava a sfruttare il lavoratore. Scenario è il centro commerciale “L’Arcipelago” – marchio Conad – sito in via Libica. La Procura della Repubblica aveva chiesto sei misure cautelari in carcere, il gip ha scelto la via della misura cautelare interdittiva, in pratica il divieto per tutti e sei gli indagati ad esercitare attività imprenditoriale e la professione di conciliatore sindacale. I nomi degli indagati sono quelli di Gianluca Amato, 47 anni, di Carini, presidente del Cda della società “L’Arcipelago”, Salvatore Vitale, 41 anni, anche lui di Carini e amministratore delegato della stessa spa, i responsabili del centro commerciale Massimo Leonardi, 46 anni, di Paternò, e Romina Fiore, 37 anni di Palermo, Nunzia Bivona, 49 anni, di Palermo, conciliatore della Uiltucs e Antonino Bignardelli, 52 anni di Erice, conciliatore della Cildi. Estorsione e riciclaggio le accuse mosse. L’indagine seguita dal Procuratore aggiunto Maurizio Agnello e dalla sostituta procuratore Francesca Urbani ha messo in evidenza, attraverso le investigazioni condotte dalle Fiamme Gialle una condotta criminale, di natura estorsiva, che ha riguardato un determinato numero di dipendenti del centro commerciale, in pratica e per sintetizzare, per mantenere il posto di lavoro bisognava pagare il datore di lavoro, e questo avveniva sotto gli occhi di rappresentanti sindacali che stavano più dalla parte del titolare dell’attività che a sostegno del proprio iscritto. Sette i dipendenti che hanno subito le azioni ritenute estorsive dal pm Urbani. Dapprima una larvata minaccia di licenziamento, poi la promessa di una nuova assunzione con la promessa di un migliore trattamento contrattuale, nei fatti l’obbligo ad accettare la corresponsione di trattamenti retributivi deteriori e non adeguati alle prestazioni effettuate, sottoscrivendo buste paga attestanti il pagamento di somme inferiori rispetto a quelle che avrebbero ricevuto per l’attività effettivamente svolta, e questo con il contributo della Bivona e di Bignardelli che inducevano i dipendenti invece di denunziare i fatti a sottoscrivere le transazioni, tutte a favore degli interessi di Amato e Vitale. Dipendenti che sulla carta svolgevano attività part time, ma che in effetti lavoravano in quel centro commerciale anche per 12 ore al giorno. Ai soli Amato e Vitale viene contestato anche l’autoriciclaggio. L’inchiesta ha evidenziato la mancata corresponsione di stipendi compresi tra 49 mila euro e i 121 mila euro, l’omesso versamento di Tfr per somme comprese tra i mille e i 5 mila euro. Da qui l’ordine di sequestro patrimoniale eseguito a carico degli indagati dai Finanzieri su ordine del gip per oltre 500 mila euro, il provento delle estorsioni. L’indagine si è via via arricchita di tanti particolari, a coinciare dalle testimonianze rese dai lavoratori.

Sono stato assunto dalla società il 17.04.2013; sono responsabile…in media, durante una settimana tipo svolgo 50 ore; su consiglio del Sig. LEONARDI Massimo, consulente della società, il 31.08.2018 ho dato le dimissioni. In quella occasione il sig. LEONARDI mi disse che dando le dimissioni, ma continuando comunque a lavorare avrei avuto la possibilità di firmare un nuovo contratto più conveniente a partire dal 01 ottobre 2018. Preciso inoltre che la paga del mese di settembre 2018 mi venne corrisposta dalla società attraverso una vertenza da me presentata presso la sede della UIL di Palermo. Per essere più chiari ricordo che il sig. LEONARDI ci disse di recarci a Palermo dove avremmo presentato presso il sindacato UIL una vertenza nei confronti della società e che in sede di conciliazione mi avrebbero corrisposto la cifra relativa alla mensilità di settembre, mese in cui ho lavorato in nero, e il relativo T.F.R.

Sono stato assunto il 14.06.2014; sono addetto….; in media svolgo 50 ore settimanali; ho svolto servizio in maniera continuativa; preciso che nel mese di marzo del 2018 avendo bisogno di liquidità chiesi alla società nella persona della Sig.ra FIORE Romina un anticipo sul TFR, la stessa mi disse che per accedere alla somma da me richiesta, circa 2.000,00 euro, avrei dovuto dare le dimissioni continuando comunque a lavorare per la società in attesa di essere riassunto. Dal 13.03.2018 fino al 06.04.2018 ho lavorato in nero. Successivamente la sig.ra FIORE mi disse che mi sarei dovuta recare presso gli uffici dell’Arcipelago s.p.a. siti in Carini, per proporre alla presenza di un signore di cui non ricordo il nome ma che so essere un sindacalista della UIL di Palermo una conciliazione, la stessa sarebbe servita per giustificare il pagamento della mensilità da me prestato in nero.”.

I finanzieri hanno raccolto racconti drammatici da parte dei lavoratori come questo: “…non ho mai lamentato la mia condizione lavorativa e retributiva, seppur difforme dalle norme previste dal CCNL, perché sono sposato con una figlia; mia moglie è disoccupata e devo pagare due rate per un finanziamento concesso per un totale di € 500,00 mensili; non posso permettermi di perdere il mio lavoro anche perché è impossibile trovare un’altra occupazione in un territorio ove la crisi del lavoro è pregnante e diffusa; non ho mai lamentato tale condizione al mio datore di lavoro proprio per timore di essere licenziato…“.

“…l’importo della mia retribuzione mensile riportato sulla busta paga che mi viene inviata a mezzo e-mail è sicuramente inferiore alle 50 ore settimanali lavorate… Non mi sono mai lamentata della mia condizione retributiva e lavorativa perché essendo io ed i miei colleghi trattati allo stesso modo, non mi sono mai sentita diversamente trattata e per timore di un probabile licenziamento; d’altronde, durante le riunioni con il personale tenute in prima persona da LEONARDI e talvolta da VITALE mai nessuno dei dipendenti si è lamentato delle condizioni lavorative e retributive; sia la tredicesima mensilità che la quattordicesima ci viene retribuita mensilmente; godiamo di tre settimane di ferie mentre come da contratto ce ne spetterebbero 5;…”.

Un quadro chiaro è emerso anche dalle intercettazioni, colloqui che di fatto svelavano le procedure estorsive a carico dei dipendenti: “stanno mandando via persone? stanno mandando via delle persone che stanno facendo le conciliazioni? noo…loro periodicamente le fanno sempre…aahh per azzeraresii…sempre sempre…sempre…loro periodicamente…ogni anno se le fanno tutte…poi ogni scadenza di contratto si fanno la conciliazione…sempre…per metterci una pietra tombale diciamo così vasii brava…ovviamente questa cosa la dico a te e tu non la dici al tuo collega…chiaramente no…vabbè ma figurati le facciamo…cioè…un botto di aziende fanno così…quindi figurati…non è che…non è che è una cosa nuova…eh…ma guarda tu considera che io quest’anno già sono a 21 mila euro di conciliazionie siamo manco a maggio…cioè quest’anno ti immagini quante conciliazioni ho fatto? a colpi di 120 euro ah…cioè sono finita”. I finanzieri hanno potuto ascoltare i commenti di alcuni degli indagati dopo alcune perquisizioni. Commenti di stupore, “io estortore…ma quando mai…ma mi ci vedi o vedi a…capace di minacciare i lavoratori…hanno preso una cantonata”. “…è da 15…20 anni che non mi succedeva una cosa di queste…ma ti ripeto…quello che mi lascia un pò attonito è che non c’era…dici perché è scattato tutto questo…qualcuno sarà andato a fare la denunzia…ma tra l’altro non abbiamo neanche licenziato o avuto controversie…tu mi dici…ma tu dubiti di qualcuno? io non ti so rispondere onestamente…io non dubito di nessuno…penso una che era…che è fidanzata con un finanziere…e quindi l’ha gonfiata…che ne so Giu…però di sicuro di fondatezza dei fatti non ti posso dire guarda abbiamo forzato…(incomprensibile)…cioè non abbiamo mai avuto stì rapporti con il lavoratore quindi per questo non si è presentato mai…abbiamo avuto centinaia di lavoratori…”. Avrebbero tentato anche un escamotage per nascondere ogni malefatta: “i dipendenti sono tutti iscritti al sindacato…quindi se loro hanno fatto l’iscrizione al sindacato e il sindacato si è fatto garante per loro…qual è questo problema di questa estorsione?…”.

Inchiesta Trapani, la Uiltucs sospende la dirigente coinvolta

La segreteria regionale della Uiltucs Sicilia ha avviato le procedure per la sospensione della dirigente sindacale Nunzia Bivona indagata nell’ambito dell’inchiesta “A shot of money” di Trapani. Il sindacato confida nel lavoro della magistratura. La segreteria regionale della Uiltucs nel frattempo avvierà anche una indagine interna per verificare la correttezza nella gestione dell’ufficio vertenze.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.