La Procura dei minorenni chiede la custodia in una struttura protetta per la ragazza accusata di aver ucciso il figlio appena nato
Il gip del Tribunale per i minorenni di Palermo deciderà domani sulla convalida del provvedimento di fermo firmato dal Procuratore Massimo Russo e dalla pm Claudia Caramanna e che ha colpito la ragazzina che venerdì a Trapani ha partorito in segreto nella sua casa, per poi lanciare dalla finestra della sua stanza, al quinto piano, il piccolo appena nato. La minorenne è accusata di omicidio e infanticidio, per lei i pm hanno disposto la custodia in una struttura protetta e al gip hanno chiesto la conferma in tal senso, mentre è attesa per martedì l’autopsia sul corpicino che si trova all’ufficio di medicina legale del Policlinico di Palermo. La ragazza ascoltata dai poliziotti della Squadra Mobile nella serata di venerdì, in ospedale, dove poche ore prima ha subito un delicato intervento chirurgico, interrogatorio avvenuto con l’assistenza di una psicologa, ha ricostruito quanto accaduto venerdì, e il suo racconto ha indotto gli investigatori ad escludere che la ragazzina possa essere stata aiutata a partorire da qualcuno. Il racconto che ha fatto durante l’ interrogatorio coincide con quanto nel frattempo i poliziotti avevano ricostruito. Lei ha tenuta nascosta la gravidanza quasi anche a se stessa rifiutando l’ idea che potesse essere rimasta incinta. La madre aveva notato un gonfiore all’ addome ma si era pensato ad una allergia alimentare. Il sospetto di una gravidanza era stato respinto dalla ragazza, e così i suoi genitori hanno deciso di fidarsi di ciò che lei rassicurante aveva detto loro. Venerdì mattina ha cominciato a star male presto ma ai genitori ha detto di avere solo dei crampi, ha partorito verso le 11, alla donna di servizio che le ha chiesto del sangue trovato a terra nel bagno, ha detto che aveva avuto una perdita. Da sola ha strappato da se stessa il cordone ombelicale, per poi andare nella sua stanza e compiere l’assurdo gesto. Quando i poliziotti sono arrivati a casa sua, l’ hanno trovata tranquilla in cucina, con lei la madre e la donna di servizio, ha ammesso subito ogni cosa. Il neonato al medico legale è apparso regolarmente formato, quindi è stato partorito al compimento della gestazione. La ragazzina per adesso ha deciso di tenere nascosto il nome del padre, ma potrebbe essere anche lui un adolescente, ancora i poliziotti non lo hanno individuato con precisione. In possesso dei poliziotti c’è il telefonino della ragazzina che è stato sequestrato. Le indagini sono state condotte dal pool di poliziotti della terza sezione della Squadra Mobile di Trapani, specializzati nei casi di violenza e reati sessuali. Un gruppo di poliziotte e poliziotti che diretti dal capo della Squadra Mobile Emanuele Fattori hanno lavorato senza sosta da venerdì quando è giunta al 113 la telefonata di chi si era visto davanti, uscendo da casa, sul marciapiede del cortile interno della palazzina, il piccolo corpicino con la testa avvolta dal sangue, ancora col cordone ombelicale e il resto del corpo completamente pulito. Fin qui la cronaca di questa vicenda, che dovrebbe indurre tutti a comportamenti diversi e più corretti tra adulti e minorenni, tra genitori e figli, con istituzioni in grado di essere punti di riferimento per giovani in difficoltà e in stato di disagio. E quindi rallentiamo i giudizi che in queste ore scorrono sui social dove i soliti leoni da tastiera hanno fatto sentire la loro voce totalmente fuori luogo e inopportuna, e chiediamoci se oggi c’è una parte di società malata di facili pregiudizi che purtroppo diffonde i propri devastanti effetti.