I Carabinieri chiudono il cerchio attorno agli autori di una violenta rapina subita da un’anziana lo scorso maggio. In manette un rumeno e due favignanesi
Hanno detto ai loro congiunti che andavano a caccia di conigli, e invece la notte del 10 maggio scorso sono andati a rapinare un’anziana sorpresa in casa mentre dormiva, usandole violenza e sottraendole denaro e oggetti preziosi per circa 60 mila euro. Una rapina col metodo dell'”arancia meccanica”, e che poteva finire davvero male alla donna se non si fosse trovata a disposizione del telefonino cellulare, usato per chiamare i carabinieri dopo che i rapinatori l’avevano chiusa in una stanza. Ieri i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Trapani e della Stazione di Favignana, hanno eseguito due arresti. Un precedente arresto legato sempre a questa rapina risale allo scorso settembre. All’esito delle indagini condotte dai Carabinieri, per la Procura non c’è alcun dubbio che i tre arrestati, due favignanesi e un rumeno, sono gli autori del colpo. Ci sono anche le loro confessioni finite intercettate. E che erano stati loro lo sapevano anche i loro familiari. A Favignana ieri mattina è stato arrestato Giovanni Setterini, 32 anni, di professione giardiniere, lui per i pm è il basista della rapina, aveva lavorato nella villetta presa di mira e conosceva bene la proprietaria e la casa in ogni suo punto. A Roma i Carabinieri del Nucleo Operativo di Roma – Casilina hanno arrestato invece Alberto Ponzio, 23 anni. A settembre in Campania era stato già fermato sempre dai Carabinieri di Trapani, Ionel Boboc Boceanu, 52 anni, rumeno. Questi dopo il suo arresto ha ammesso e ha fatto i nomi dei complici, adesso arrestati e che già erano stati individuati dai Carabinieri, cercando di addossare a loro ogni responsabilità, addirittura scrivendo poi dal carcere una lettera alla vittima della rapina, chiedendole perdono e presentandosi a lei come se fosse stato il suo “salvatore” . Anche durante l’interrogatorio ha cercato di addossare ogni colpa a Setterini e Ponzio, dicendo anche che uno di loro aveva una pistola ed era spaventato che l’arma poteva essere usata contro la donna. Ben altro è stato il racconto della vittima, che ha invece collocato il rumeno al centro delle violenze subite, minacciata addirittura di poter essere violentata. In questi mesi di indagine i Carabinieri si sono subito concentrati sui tre personaggi, i due favignanesi intercettati, sono stati ascoltati a parlare delle fasi della rapina con i loro congiunti. Nei loro confronti il gip , giudice Samuele Corso, ha applicato la custodia cautelare in carcere, contestando i reati di sequestro di persona, rapina e violenze. I militari hanno ascoltato anche i racconti dei familiari che ben sapevano che quella uscita notturna da casa dei tre, che fino a poco prima erano stati assieme a cena, non era stata dovuta ad una “caccia a conigli”, i Carabinieri oltre che dalle intercettazioni hanno avuto conferme che erano loro gli autori di quella rapina, da alcune testimonianze, da alcune donne che all’epoca frequentavano in particolare Setterini e Ponzio, che hanno scelto di seguire una strada diversa da quella prospettata dagli indagati e da alcuni loro familiari e cioè di negare quei particolari che facevano cadere gli alibi. Per gli investigatori sarebbe stato proprio il rumeno ad avere ideato il colpo sfruttando le conoscenze che Setterini aveva della donna e della villetta. Boboc ha pregiudizi per rapine e sequestri di persona, avrebbe messo a sistema la propria esperienza criminale affiancandola alla conoscenza del territorio degli altri due complici. I tre la notte del 10 maggio si sono introdotti nella casa, che sorge in una zona isolata dell’isola, da una finestra – armati di bastoni e con il volto travisato. La donna veniva dapprima bloccata a letto, proprio dal rumeno, subiva la frattura di due dita, è stata quasi asfissiata e poi condotta in una stanza, obbligata a non alzare mail viso e a star seduta per terra. Mentre il rumeno la teneva sotto minaccia, gli altri due hanno rovistato l’abitazione portandosi poi via 5 mila euro in contanti, un orologio di marca Rolex del valore di circa 5 mila euro, svariati gioielli ed altri beni di pregio. Una volta terminato il saccheggio, i tre hanno chiuso a chiave all’interno della propria camera da letto la donna per impedirle di chiamare i soccorsi e garantirsi il tempo necessario alla fuga. Solo per un caso fortuito, il telefono cellulare della vittima si trovava proprio all’interno di quella camera poiché custodito all’interno di una giacca, circostanza che ha permesso alla donna di chiamare in suo soccorso i Carabinieri della Stazione dell’isola.
Nel corso delle investigazioni, che si sono protratte per svariati mesi dopo l’evento delittuoso, i militari hanno svolto attività di indagine tradizionale, perquisizioni e servizi di appostamento, ed altre più tecniche, quali l’analisi dei tabulati telefonici, l’utilizzo del sistema di intercettazione delle conversazioni e l’estrapolazione delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza dell’abitazione. Fondamentale, inoltre, è stato il ritrovamento, sotto la finestra dalla quale sono entrati in casa, di alcuni frammenti di guanti in lattice indossati dai malviventi dai quali i Carabinieri del RIS di Messina hanno estratto le tracce di DNA. Un solido apparato accusatorio che ha permesso alla magistratura di chiedere e ottenere dal gip le misure cautelari. Nonostante l’accortezza che gli indagati hanno cercato di usare durante le conversazioni, invece di soldi parlavano di “piombi” o di “calamari”, alla fine si sono traditi, ed è venuto fuori uno spaccato criminale ben preciso. Addirittura sono stati ascoltati come avevano anche deciso di investire i soldi provento del colpo, Setterini e Ponzio hanno dato una cospicua fetta del bottino al rumeno Boboc, perché questi potesse utilizzarlo andando ad acquistare sulla piazza napoletana, sostanza stupefacente da spacciare poi sull’isola. Uno degli arrestati si è anche comprato una casa sull’isola e faceva anche beneficienza, regalando in un caso ben mille euro. Solo che a Boboc le cose non sono andate proprio bene, forse pensava davvero di impossessarsi di quel denaro e comunque a settembre venne arrestato, al polso gli fu anche trovato il Rolex sparito dalla casa della donna rapinata. I due favignanesi che frattanto non hanno avuto più sue notizie, pensavano di darsi da fare per rintracciarlo e vendicarsi uccidendolo. La rapina ai danni della donna, nota per la gestione di un residence turistico, l’indomani del colpo fece subito il giro dell’isola, suscitando parecchio clamore. Le perquisizioni dei giorni successivi fecero subito capire che gli autori non erano stati rapinatori giunti apposta a Favignana, ma semmai ben conoscitori dell’isola. A tradirli anche le immagini di alcune video camere, dove sono stati immortalati con giubbotti e copricapi, per nascondere i loro visi, tra gli errori commessi però quello di un maglione, indossato da uno dei tre, con una vistosa scritta, maglione poi trovato a casa di uno dei sospettati. Ieri i Carabinieri hanno condotto ulteriori perquisizioni anche con l’aiuto del Nucleo Cinofili di Palermo-Villagrazia.