Mafia: il Tribunale ha revocato il precedente incarico e a trascrivere le intercettazioni sarà un nuovo perito
Il collegio giudicante del Tribunale di Trapani, presieduto dalla giudice Daniela Troja, ha messo la parola fine all’incarico affidato al perito Pasqualina Amato, per la trascrizione delle centinaia di intercettazioni telefoniche e ambientali contenute nel fascicolo del processo scaturito dall’operazione antimafia dei Carabinieri denominata “Scrigno”. E questo a dodici giorni dall’udienza che era stata fissata proprio per cominciare ad acquisire le trascrizioni di buona parte di queste intercettazioni. All’udienza di oggi pomeriggio i giudici sono arrivati sciogliendo la riserva assunta alla precedente udienza “straordinaria” del 19 novembre, allorquando fu convocato il perito dopo che la Procura di Palermo aveva fatto rilevare al Tribunale che da un controllo delle trascrizioni depositate, un ascolto a campione, erano emerse grosse difformità, sia nel riportare il contenuto dei dialoghi sia a proposito della individuazione dei soggetti intercettati. La Amato è stata sentita in quella udienza, rispondendo ai quesiti delle parti e soprattutto alle domande della presidente del collegio giudicante, che oggi pomeriggio ha letto l’ordinanza che ha bocciato di netto il lavoro fin qui svolto dal perito, che intanto su ordine del Tribunale ha riconsegnato tutto il materiale oggetto della perizia, evidenziando l’esistenza nella perizia che era stata consegnata “evidenti errori e difformità”, l’erronea traduzione in italiano delle frasi dialettali, e in particolare la presidente Troja e i due giudici componenti del collegio, hanno evidenziato nell’ordinanza che frasi dal contenuto chiarissimo, seppure espresse in siciliano, erano state indicate dal perito come “incomprensibili”. Il Tribunale ha quindi conferito nuovo incarico al perito Antonino Caiozzo. Giudici, pm e difese, hanno anche concordato di acconsentire al perito alcune scorciatoie, procedurali, per agevolare la consegna di un gruppo di trascrizioni per la prossima udienza fissata per il 16 febbraio dell’anno prossimo, allorquando il pm Gianluca De Leo chiamerà a testimoniare l’ufficiale dei carabinieri Diego Berlingeri che dal comando del Reparto Operativo provinciale dei carabinieri di Trapani seguì lo sviluppo delle indagini che hanno portato dapprima agli arresti e poi a due processi. Uno è quello che si celebra a Trapani e che ha rischiato davvero un irrisolvibile stop se non fosse stato fatto dalla Procura quel controllo a campione sulle trascrizioni depositate, l’altro è il troncone che si è celebrato a Palermo, dinanzi al gup giudice Filippo Serio e che si è appena concluso con una sentenza anche con clamorose assoluzioni, come quella del pregiudicato pacecoto Carmelo Salerno, già in passato condannato per mafia e che in “Scrigno” era stato indicato come capo della famiglia mafiosa di Paceco. La produzione del dispositivo di questa sentenza oggi è stata avanzata, e accolta dal collegio giudicante, dall’avv. Vito Galluffo indubbiamente per la relazione investigativa che lega Salerno all’ex deputato regionale Paolo Ruggirello che si trova agli arresti domiciliari per associazione mafiosa e che è tra gli imputati del processo in corso a Trapani. Bisogna riconoscere che la presidente Troja pur dovendo affrontare una difficile fase del processo, si è subito adoperata per cercare di far riprendere quota al dibattimento, per evitare ulteriori intoppi. Ha autorizzato il nuovo perito a procedere alle trascrizioni partendo non in ordine cronologico, ma rispettando un ordine che consentirà alle parti di chiamare subito i propri testimoni a cominciare dall’udienza del 16 febbraio 2021. Il collegio ha già deciso che al processo “Scrigno” verranno dedicate due udienze al mese a partire da Febbraio. Tra gli imputati del processo ci sono i pregiudicati Vito D’Angelo, agrigentino ma di fatto stabilmente abitante a Favignana dove sarebbe stato il referente dei mafiosi trapanesi Pietro e Franco Virga, intanto condannati in abbreviato, e Nino Buzzitta, vecchio mafioso trapanese, ma anche alcuni politici, come l’ex consigliere provinciale Vito Mannina e l’attuale consigliere comunale di Erice, Alessandro Manuguerra. Oggi pomeriggio degli imputati in aula era presente solo Ruggirello, in video conferenza erano collegati D’Angelo e un altro imputato di spicco, Vito Gucciardi.