Come da consuetudine, il Sole 24 Ore ha stilato la graduatoria dei capoluoghi di provincia più vivibili del 2020, basandosi su 90 indicatori organizzati in sei macrocategorie: Ricchezza e consumi; Ambiente e servizi; Giustizia e sicurezza; Affari e lavoro; Demografia e società; Cultura e tempo libero. In vetta alla classifica c’è Bologna, seguita da Bolzano e Trento. In fondo, invece, troviamo le 9 siciliane che, pur in leggera ripresa in confronto al 2019, sono relegate tra le ultime 20 province.
Stabile, al 101esimo posto, si conferma Trapani, che può vantare, con Palermo, un buon punteggio nella macroarea ‘Demografia e società’. Gli indicatori di questa categoria – tasso di mortalità, personale sanitario, indice vecchiaia e numero casi Covid – ci dicono molto sulla risposta alla pandemia e sono tra i pochi aspetti positivi delle città siciliane: al Sud, come ci raccontano i dati, l’incidenza dell’epidemia è stata inferiore rispetto all’Italia settentrionale. Particolarmente negativa, invece, la valutazione per il capoluogo amministrato da Tranchida nelle aree ‘Ambiente e servizi (299 punti su 1000) e ‘Cultura e tempo libero’ (283/1000).
Palermo e Messina sono le province che registrano il progresso più consistente: il capoluogo regionale scala 9 posizioni in un anno e si prende l’89esima piazza; migliora anche la città che si affaccia sullo Stretto, ora al 91esimo posto (era 100esima dodici mesi fa). Perdono quota Ragusa e Siracusa, mentre annaspa ancora Caltanissetta, penultima. L’analisi offerta dal Sole 24 Ore, sostenuta da indicatori certificati forniti da fonti ufficiali, istituzioni e istituti di ricerca, è una lente ideale per leggere l’Italia che convive col Covid: la politica, spesso miope, ne faccia buon uso.