Custonaci: sull’arresto di Giuseppe Costa la dichiarazione del sindaco Morfino, che però dimenticò di dire a suo tempo che Giuseppe Di Matteo fu tenuto prigioniero nella frazione di Purgatorio
Il sindaco di Custonaci Giuseppe Morfino ha deciso di anticipare già da oggi la costituzione di parte civile non appena verrà definito il processo nei confronti del custonacese Giuseppe Costa, arrestato pochi giorni addietro da Carabinieri e Dia. Morfino ha espresso compiacimento per il lavoro investigativo. La Procura distrettuale di Palermo ha indicato Costa quale novo capo della locale famiglia mafiosa. Il nome di Costa era emerso già nell’ambito dell’indagine antimafia “Scrigno”: “Quando, nelle fasi preliminari del processo “Scrigno” – dice il sindaco Morfino – il Comune di Custonaci ebbe contezza della partecipazione di Giuseppe Costa alle vicende che riguardavano gli altri imputati, non ebbe alcuna esitazione a costituirsi parte civile. Anzi, fu proprio quel nome a determinare l’Amministrazione comunale a prendere parte attiva al dibattimento che si accingeva ad avere inizio. Nella richiesta di costituzione di parte civile, la difesa dell’Ente evidenziò, benché all’epoca Costa non fosse parte del processo, che i suoi gravissimi precedenti legati al sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo disonorassero tutta la comunità di Custonaci. Al contempo – prosegue – ad avviso dell’Amministrazione, emergeva, già dall’approfondita disamina degli atti di indagine, l’interessamento di Giuseppe Costa alle competizioni elettorali, circostanza che ha ulteriormente rafforzato il proposito del Comune di Custonaci a non restare silente nel processo”. Fin qui la dichiarazione di Morfino, che però nei momenti opportuni deve dirsi non raccontò sempre le cose nel loro sviluppo. Sarebbe interessante conoscere meglio ciò che Morfino conosce, a parte quanto già scritto negli atti giudiziari, sull’influenza di Costa per le competizioni elettorali. La presenza di Costa nel tempo è stata notata dagli investigatori ad eventi, aventi anche natura privata, dove erano presenti anche esponenti politici di Custonaci. Nel luglio scorso poi l’Amministrazione comunale ha “scongelato” un provvedimento da tempo approvato dal Consiglio comunale, per dedicare una via della città a Giuseppe Di Matteo, il bambino tenuto sequestrato dai mafiosi per tre anni, al fine di fare ritrattare il padre, il pentito Santino Di Matteo, che nel frattempo aveva deciso di raccontare ai magistrati di Palermo e Caltanissetta i retroscena delle stragi del 1992. Giuseppe Di Matteo fu ucciso su ordine di Giovanni Brusca nel gennaio del 1996. Rapito nel novembre del 1993, fu tenuto prigioniero anche a Custonaci, in una casa di proprietà di Giuseppe Costa che per questa ragione fu condannato a 20 anni di carcere. Il 19 luglio scorso l’inaugurazione di uno slargo al piccolo Di Matteo, ma il sindaco Morfino, come gli altri pochi intervenuti, dimenticarono a dire che quel bambino, morto sedicenne, era stato tenuto sequestrato proprio a Custonaci. E che uno dei colpevoli era un loro concittadino , Giuseppe Costa, per il quale dopo l’arresto però Morfino ha addirittura rivendicato la ragione della costituzione di parte civile nel processo “”Scrigno”. Vogliamo pensare ad una dimenticanza per l’emozione