No al deposito dei rifiuti radioattivi in Sicilia. Le reazioni

Molte le reazioni alla notizia della possibilità di un Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi in quattro aree in Sicilia, tutti per il NO

Ecco alcuni esempi delle reazioni alla notizia dell’identificazione di quattro aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare, come già anticipato nel nostro articolo “Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi, quattro aree in Sicilia. Si fanno sentire i NO“, ma scendendo nello specifico di queste reazioni, pubblichiamo quelle ricevute.

“La notizia della pubblicazione dei siti dove costruire il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi è allarmante, nella nostra provincia viene individuata l’area di Calatafimi – Segesta che certamente non risponde ai parametri richiesti, ovvero aree vulcaniche, sismiche, soggette a frane, inondazioni”. Così l’incipit di una nota firmata da Valentina Villabuona, Presidente Assemblea provinciale PD e Rosario Vivona, Segretario Pd Calatafimi.

“Non è la prima volta – continuano i due esponenti del PD – che questa zona è interessata da questo tipo di operazioni, ricordiamo il progetto di Gallitello dove doveva sorgere un impianto privato di smaltimento rifiuti, in una zona che è di fatto il “granaio di Calatafimi” e che avrebbe distrutto le colture biologiche e messo in ginocchio l’agricoltura della zona.
Seppure capiamo la necessità che ha l’Italia di dotarsi di questi depositi, tutto ciò non può avvenire a danno di territori ricchi di bellezze culturali ed ambientali, ricordiamo solo che nel territorio di Calatafimi ci sono boschi naturali come quello di Angimbé unici in Sicilia”.

“Questo impianto – concludono Villabuona e Vivona – non sarà mai realizzato, perché ci impegneremo attraverso i rappresentanti del Partito Democratico affinché le zone siciliane vengano riviste, rispettando i parametri indicati e che certamente non possono riguardare un territorio come quello di Calatafimi – Segesta”.

Anche il mondo sindacale si esprime preoccupato, come si evince da una nota congiunta CGIL e UIL Trapani a firma dei segretari generali di Cgil e Uil Trapani Filippo Cutrona ed Eugenio Tumbarello commentano, nella quale si legge: “Non possiamo che esprime preoccupazione per la possibilità che alcune aree del Trapanese vengano trasformate in discariche per rifiuti nucleari. Il sindacato si oppone a qualsiasi azione che metta in pericolo la salute dell’ambiente e dei cittadini. Un territorio a vocazione turistica come quello trapanese, che basa una grossa fetta della sua economia sulle bellezze naturali e paesaggistiche ma anche sulle eccellenze agroalimentari, non può rischiare un danno di immagine che lo comprometta”.

“Chi di dovere – concludono – chiarisca la questione, in modo da rassicurare i cittadini su quelli che sono i reali rischi per il territorio e la sua popolazione. Vogliamo che comportamenti consequenziali siano messi in atto sin da subito dalle istituzioni preposte. Non solo parole, ma fatti”.

Sempre dal mondo  sindacale sulla stessa linea la CISL: “Siamo profondamente preoccupati e ci auguriamo che presto vengano chiariti i dettagli della vicenda che riguarda la Carta delle aree potenzialmente idonee per il deposito di rifiuti radioattivi fra le quali spuntano l’area delle Madonie nel palermitano e Trapani con alcuni comuni della provincia. Ci sembra singolare questa grande attenzione sulla nostra regione, che ci auguriamo sia foriera di progetti anche su temi veramente strategici per il futuro dei nostri giovani, come infrastrutture, ricerca, formazione, industria e digitalizzazione”. Cosi Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani interviene sul documento elaborato dalla Società di gestione degli impianti nucleari che individua zone nelle due provincie di Palermo e Trapani, come possibili depositi di rifiuti radioattivi. “Comprendiamo la preoccupazione dei sindaci, di zone che puntano tutto sul turismo e su tutte le eccellenze legate all’ambiente e alla filiera agro-alimentare. Si pone sia un tema di immagine come per la città di Trapani, quest’anno giustamente candidata capitale della Cultura italiana 2022, sia di tutela di salute dei cittadini e dell’ambiente. Quindi ci auguriamo venga presto chiarito tutto e che le istituzioni facciano ognuno la propria parte dialogando fra loro e soprattutto con i sindaci delle aree interessate, che al momento sembra non siano stati coinvolti. Abbiamo il dovere di proteggere il nostro ambiente, dato che affrontiamo già fin troppe difficoltà a smaltire i normali rifiuti che inquinano le nostre città” conclude La Piana.

E ritornando alle reazioni della politica

“Prima di parlare di depositi di scorie nucleari al Sud lo Stato italiano pensi a garantire le bonifiche per i siti inquinati che aspettiamo da oltre vent’anni, un ciclo dei rifiuti virtuoso e lo stop alle trivellazioni. Se uno Stato ha ampiamente dimostrato di aver fallito l’ordinario nelle regioni del Mezzogiorno, con quale faccia si propone di gestire anche lo straordinario come l’individuazione e lo stoccaggio di rifiuti radioattivi?  La mappa è vergognosa anche perché individua la maggior parte delle aree idonee allo stoccaggio nel Mezzogiorno del nostro Paese”. A dichiararlo è l’eurodeputato Ignazio Corrao in riferimento alla pubblicazione della Carta nazionale delle 67 aree potenzialmente idonee per lo stoccaggio dei rifiuti nucleari tra le quali figurano 4 aree siciliane. “Quella di individuare aree in Sicilia e Sardegna – spiega Corrao – sarebbe un’ipotesi agghiacciante considerando che sono territori votati all’agricoltura, al turismo e alla valorizzazione delle risorse naturali. Ma si tratta anche di regioni che hanno zone già devastate da inquinamento, emissioni industriali velenose, discariche a cielo aperto e triangoli della morte. Il Governo si occupi piuttosto delle bonifiche dei territori del sud, anziché pensare di riversare ulteriori scorie. Auspico che il percorso di individuazione delle aree tenga conto delle specificità dei territori”.
“Assolutamente discutibile – sottolinea l’eurodeputato siciliano – è inoltre la scelta dell’Italia di dotarsi di un solo Deposito Nazionale che ospiti a lungo termine e contemporaneamente i rifiuti di bassa, media ed alta attività. Si tratta dell’unico caso al mondo, che comporta per giunta la ‘nuclearizzazione’ di un nuovo sito, per il quale è decisivo il consenso dei cittadini e delle istituzioni locali. Condivido la proposta di Greenpeace secondo la quale sarebbe stato più ragionevole verificare più scenari, utilizzando i siti esistenti e applicando a ciascuno una procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS)”.
“E’ inaccettabile, da cittadino siciliano dico fermamente NO ai rifiuti radioattivi nella mia isola, che dovrebbe essere rilanciata e valorizzata per le sue meraviglie naturali e storico culturali, un deposito di scorie nucleari non contribuirebbe certamente allo sviluppo economico e turistico della Sicilia!
P.s. per completezza di informazione, si tratta di zone individuate nel 2015 e su cui era apposto il segreto di stato, tolto qualche giorno fa. Ad esprimersi così il Deputato nazionale Antonio Lombardo.
Dichiarano gli amministratori e i militanti della rete dei cento passi della provincia di Trapani, dell’area delle Madonie e del comprensorio di Caltanissetta: “Le aree interne della Sicilia hanno bisogno di investimenti, non dei rifiuti radioattivi. L’ipotesi di allocare centri di stoccaggio nelle Madonie, nel trapanese e nella provincia di Caltanissetta ci appare semplicemente irricevibile. Parliamo di territori, come nel caso delle Madonie impegnate in una battaglia per l’istituzione delle zone franche montane, che da tempo chiedono altro tipo di attenzione.
Parliamo di aree, come nel caso di quelle del trapanese, votate al turismo e di straordinario pregio paesaggistico ed archeologico, che sarebbero umiliate da una scelta simile.
Parliamo del territorio del nisseno già profondamente devastato dagli scempi ambientali.
Rispondere ai bisogni dei territorio con la proposta di trasformazione di queste aree in discariche radioattive è semplicemente irricevibile perché offensivo e mortificante per queste comunità”.
Altra nota che esprime preoccupazione quella dell’Onorevole Regionale di Forza Itali Michele Mancuso, che afferma: “Se l’individuazione in territorio siciliano di zone per la creazione del deposito nazionale nucleare è uno scherzo, non è divertente, anzi di cattivo gusto. Se così non fosse, state certi che alzeremo le barricate con muri di cemento armato. Non permetteremo che sia rovinata la nostra agricoltura o la salubrità ambientale.
Se poi, per assurdo, da Roma qualcuno pensa che il nisseno, così come altre zone della Sicilia, possano trasformarsi in discariche nucleari, non ha tenuto conto del tasso di mortalità per tumore, tra i più alti d’Italia. Pensare di incrementarlo è da scriteriati.
Siamo per lo sviluppo, per una partecipazione solidale alle esigenze del Paese, ma sulle scorie nucleari diventiamo i più titolati ambientalisti di sempre. I sindaci non darebbero mai il loro assenso, né la politica regionale. Sono certo che tutta la deputazione sarà dalla stessa parte. Invitiamo gli organi competenti a una chiara ed inequivocabile smentita”.

Un no e l’appello ad unire le forze arriva anche dal Sindaco di Alcamo Domenico Surdi, che in un post scrive: “NO RIFIUTI NUCLEARI. Come se questa porzione di territorio trapanese non avesse già abbastanza problemi da risolvere: adesso qualcuno pensa di venire a depositare a Calatatimi-Segesta scorie nucleari. Non esiste. Il nostro territorio va tutelato ed anzi potenziato di tutti i servizi basilari, come l’impianto pubblico per il conferimento dei rifiuti organici di cui si parla da anni.

Uniamo le forze.

“Più di una perplessità per la Lega siciliana nella scelta dei siti dove stoccare rifiuti nucleari, che vedono il Mezzogiorno in generale, e Sardegna e Sicilia in particolare, penalizzati rispetto al resto dello Stivale. “Siamo passati dalle promesse disattese sul recovery fund per il Sud – dichiara Antonio Catalfamo, capogruppo all’Ars per la Lega – al recepimento dei siti idonei allo stoccaggio delle scorie nucleari. Questo governo ha nel suo dna un odio seriale nei confronti della Sicilia. Peccato che i siti scelti in gran segreto, come le Madonie fra Castellana Sicula e Petralia Sottana, Trapani, Calatafimi-Segesta e Butera, siano anche siti turistici, riferimento del settore agro-alimentare e potenziali candidati a capitali della cultura per il 2022. Servono i soldi per le infrastrutture non per gestire le scorie nucleari. Quali criteri sono stati scelti per destinare questi siti nella mappa nazionale? E perché i sindaci non sono stati informati? Ribadiamo a gran voce il lato grottesco di questa vicenda e ci uniamo all’impegno e alla serietà degli Assessori Regionali Pierobon e Cordaro per difendere e tutelare la nostra Isola da siffatte strategie di potere per accontentare le lobby di turno”, conclude l’esponente all’Ars.

“Tutta questa vicenda – spiega Annalisa Tardino, europarlamentare della Lega e componente della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare – ha origine dalla procedura di infrazione contro l’Italia aperta dall’Ue a ottobre perché ad oggi i rifiuti radioattivi sono stoccati in alcuni siti non idonei per lo smaltimento definitivo. Ci chiediamo, però, quale sia stato il metodo seguito nella selezione dei siti siciliani o perché la Sardegna sia stata bistrattata con l’assegnazione di ben 14 depositi. Due regioni, due splendide isole, che tra l’altro fondano gran parte della propria economia sulla bellezza dei propri territori e dove da decenni si aspettano le bonifiche di intere aree inquinate. Siamo di fronte all’ennesima scelta dettata dall’improvvisazione di questo governo. Per questo presenterò un’interrogazione urgente alla Commissione a Bruxelles sulla nota metodologica che ha portato ad un accanimento verso le regioni del Mezzogiorno. Più che una mappa per l’ambiente sembra la condanna a morte di intere aree del Sud”.

“La Sicilia, la Provincia di Trapani in particolare, non sarà mai una discarica per scorie nucleari”
Così dichiara, in una nota, la segreteria provinciale di Fratelli d’Italia.
“Il partito contrasterà questa decisione in tutte le sedi istituzionali.
Una decisione che conferma il menefreghismo del Governo giallorosso nei confronti della Provincia di Trapani.
E’ evidente che i partiti di maggioranza, specialmente il Movimento 5 stelle, hanno tradito il mandato elettorale conferitogli dai siciliani, dai trapanesi.
Un territorio, il nostro, che mai come oggi vanta una rappresentanza nelle istituzioni di tutta eccellenza.
Il Ministro della Giustizia, europarlamentari, deputati, senatori che in aula contro il Governo Renzi si tingevano la faccia nero petrolio in segno di protesta e che adesso, invece, avallano le escavazioni.
La vicenda delle scorie ne è l’ennesimo esempio.
Fratelli d’Italia si opporrà, infatti, all’installazione delle trivelle al largo delle nostre coste e nella valle belicina.
Fratelli d’Italia esprime la propria solidarietà ai sindaci della Valle del Belice cui non è stato destinato nessun sussidio per la ricostruzione post terremoto.
Questo stato delle cose non è più tollerabile, c’è una chiara intenzione vessatoria nei confronti della Sicilia e del territorio trapanese.”

Distretto Turistico Sicilia Occidentale e Distretto Turistico Valle dei Templi: “La notizia che ben quattro località siciliane, tutte ricadenti nell’area della Sicilia Occidentale, siano state inserite fra i siti atti ad ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari lascia sgomenti ed allarmati.

Il solo fatto che tali aree di straordinario pregio paesaggistico e culturale, luoghi che ospitano produzioni agroalimentari d’eccellenza fra le più rinomate nel mondo, possano essere prese in considerazione per la realizzazione di una siffatta struttura appare fuori da ogni logica.

Senza volere, almeno per il momento, approfondire gli aspetti squisitamente tecnici, appare di tutta evidenza che la realizzazione di un deposito di scorie nucleari infliggerebbe alla Sicilia intera un colpo terribile, colpendola mortalmente in primo luogo in quei settori, Turismo ed Agricoltura, che negli ultimi decenni hanno rappresentato l’unica ancora di salvezza rispetto ad un degrado economico e sociale che appariva inarrestabile.

Il lungo e faticoso lavoro svolto negli anni della Regione e da tutti gli enti, le aziende, gli operatori ed i cittadini per sviluppare le straordinarie risorse dell’Isola ed in particolare di questa sua parte verrebbe definitivamente azzerato.

Un disastro che non può e non deve avvenire.

La DMO “Sicilia Occidentale”, costituita dal Distretto Turistico Sicilia Occidentale e dal Distretto Turistico Valle dei Templi, facendosi portavoce del sentire dell’intera filiera turistica e, in senso più ampio, dei cittadini di Sicilia, fa appello a tutti i rappresentanti istituzionali a tutti i livelli affinché, senza distinzione di schieramento, si impegnino a non permettere che un tale danno venga inferto a questa nostra Terra meravigliosa.

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Eros “Libero” Bonomo, Giornalista siciliano, vive ad Alcamo, il cui lavoro è incentrato su Passione, Rispetto e Indipendenza, così da informare al meglio i cittadini. Grande “divoratore” di Dylan Dog, musica e libri, in particolare di storia politica. Motto: “Non sarai mai solo con la schizofrenia”.