Castelvetrano: i carabinieri hanno eseguito la notifica di quattro provvedimenti cautelari. L’indagine riguarda i dipendenti del servizio cimiteriale
Quattro obblighi di presentazione al pg come misura cautelare dopo essere stati colto nella flagranza di un costante comportamento di abbandono del posto di lavoro. Il gip del Tribunale di Marsala accogliendo in parte la richiesta del sostituto procuratore Giuliana Rana, ha applicato la misura nei confronti di quattro dipendenti del Comune di Castelvetrano, addetti al servizio cimiteriale. Si tratta di Pasquale Pompeo, 62 anni, Filippo Priamo, 64 anni, Walter Corseri 54 anni e Giovanna Ippolito 51 anni. Sono indagati per truffa, interruzione di pubblico servizio e false attestazioni. I reati riguardano un periodo di tempo compreso tra il mese di settembre e quello di novembre dello stesso anno, il 2019. A fare avviare l’indagine un esposto che denunciava come prassi consolidata quella dell’abbandono del posto di lavoro da parte dei dipendenti comunali assegnati al servizio cimiteriale, cosa questa che causava la chiusura degli uffici con utenti che si ritrovavano senza nessuno con cui parlare o li ricevesse per le problematiche per le quali la competenza era di quell’ufficio. E l’indagine dei Carabinieri coordinata dalla Procura di Marsala ha in effetti trovato riscontro a quanto scritto in quell’esposto. Per raccogliere le prove i carabinieri hanno di fatto circondato il quadrilatero di via attorno al cimitero di telecamere di video sorveglianza, altre video camere sono state poste all’interno dell’ufficio, gps localizzatori sulle auto di alcuni dipendenti. E così i dipendenti sono stati visti arrivare in ritardo in ufficio o uscire ancora prima della fine dell’orario di lavoro senza passare il badge presso l’apparecchio per la registrazione delle presenze, o ancora hanno visto dipendenti usare il badge di altri colleghi. Uscite per andare al bar che talvolta si prolungavano oltre il quarto d’ora della pausa caffè, che rappresenta per la Procura e il Gip, un reato se sistematicamente utilizzata, o ancora per tornare a casa o recarsi al mercato o al supermercato per fare la spesa. O ancora per recarsi presso uffici postali o anche a prendere una boccata d’aria presso una villa comunale. A coprire le assenze spesso intervenivano dichiarazioni mendaci su mancanza del tesserino, o dimenticanze di vario genere. In totale sono nove gli indagati compresi i quattro per i quali è scattata la misura cautelare dell’obbligo di dimora. Tra gli indagati anche il responsabile dell’ufficio Giuseppe Gullo, 60 anni. Nei suoi confronti come nei riguardi degli altri indagati, Giuseppa Messana, 67 anni, Francesca Santamaria, 59 anni, Passalacqua Maria Stella, 60 anni, Rosa Ippolito, 58 anni, il gip non ha ritenuto le condotte pari a quelle degli altri indagati, anche per periodi di assenza di durata molto inferiore e sporadica. Ma è sulla scelta dell’applicazione della misura cautelare che è interessante cogliere il passaggio del gip. L’indagine, ha osservato, è nata per interrompere abitudini che hanno provocato l’interruzione di un pubblico servizio. La Procura aveva chiesto l’interdizione dai pubblici uffici, ma simile misura, ha chiosato il gip, provocherebbe il mancato adempimento del doveroso esercizio del pubblico servizio che si contesta agli indagati. Possono quindi restare in ufficio andando a firmare il registro presso la polizia giudiziaria per tre giorni ogni settimana , badando bene che la firma non coincida con l’orario lavorativo.