Cassazione: scandalo parcheggi Erice, la sindaca Toscano resta libera da vincoli giudiziari
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso che la Procura di Trapani aveva avanzato contro la decisione del Tribunale del riesame di Palermo di revocare la misura cautelare del divieto di dimora cui era stata sottoposta la sindaca di Erice, Daniela Toscano, a proposito dell’inchiesta sul “caso parcheggi”. La Procura di Trapani aveva insistito per l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari. I giudici della massima corte hanno ritenuto meritevole di conferma la decisione dei giudici del riesame. Analoga decisione era stata assunta sempre dalla Cassazione relativamente alla posizione del fratello della sindaca, l’avv. Massimo Toscano Pecorella, consigliere comunale a Trapani, indagato nella stessa inchiesta e che la Procura ritiene essere socio occulto della società oggetto dell’autorizzazione a creare un parcheggio nella zona balneare di Erice. L’inchiesta quindi prosegue senza applicazione di misure cautelari ai fratelli Toscano. Misure cautelari che secondo la Cassazione non dovevano essere concesse dal gip.
Le dichiarazioni della sindaca
«Etica della responsabilità, rispetto delle norme e delle Istituzioni e fiducia nella Magistratura sono i punti cardine che hanno sempre accompagnato il mio impegno di governo e che oggi vengono riconosciuti dalla sentenza della Corte di Cassazione, che ha rigettato il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Trapani avverso il pronunciamento del Tribunale del Riesame per il cosiddetto “caso parcheggi”. Le vicende giudiziarie sono note a tutti e non è mia intenzione ripercorrerle. Quel che invece mi preme sottolineare è la trasparenza e linearità delle mie scelte, di fronte ad una pressione mediatico-politica che invocava a gran voce le dimissioni e quant’altro. L’etica della responsabilità mi ha portato ad anteporre gli interessi pubblici e del territorio a quelli legittimi e personali. Non avrei, potuto, mai e poi mai, lasciare il Comune, in una fase di assoluta emergenza, alle dinamiche commissariali. Il rispetto delle norme e delle Istituzioni mi ha invece portato ad affermare il diritto-dovere di un amministratore di continuare la sua azione, legittimata da un voto popolare, dopo avere verificato ed essermi interrogata, in tutti i modi, sull’assoluta estraneità ai fatti che mi venivano contestati. La fiducia riposta nei miei legali, Avv. Giuseppe Rando e Debora Ciaramitaro e nella Magistratura sono state le state ragione della mia decisione di andare avanti. Sapevo che in un contraddittorio, definito in un sistema di regole, avrei avuto la possibilità e la capacità, grazie ai miei legali, di affermare le mie ragioni. Prendo atto di quel che è accaduto e non posso che confermare la mia determinazione a portare a conclusione il mio mandato amministrativo rimanendo ferma sui miei principi e continuando nel solco della responsabilità, del rispetto delle norme e delle leggi e del ruolo delle Istituzioni, tutte, nessuna esclusa».