Operazione Aegades: la Procura ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini agli ex sindaci delle Egadi Pagoto ed Ernandez. In totale 25 indagati anche i titolari della società navale che si occupa del rifornimento idrico
La Procura della Repubblica di Trapani ha chiuso le indagini denominate “Aegades” e che hanno riguardato la gestione politica e amministrativa delle Egadi in uno spazio temporale compreso tra il gennaio 2013 e la primavera del 2019. Ventisei indagati: in generale i reati contestati sono quelli di corruzione, peculato, falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. Uno spaccato incredibile quello fotografato dalle investigazioni della Guardia di Finanza e coordinate dai pm Rossana Penna e Matteo Delpini. Il principale coinvolto è l’ex sindaco Giuseppe Pagoto che finì ai domiciliari lo scorso luglio e per questa ragione decise di dimettersi da primo cittadino. Contro di lui un notevole numero di capi di imputazione. Ma c’è indagato anche un altro ex primo cittadino, Gaspare Ernandez, minacciando Pagoto ottenne l’elezione della figlia, Kim Ernandez, a presidente della commissione consiliare di controllo sull’Area Marina Protetta delle Egadi. La Finanza intercettò quel colloquio nel quale Ernandez fu parecchio schietto nel dire al sindaco Pagoto che conosceva le malefatte della sua amministrazione e in cambio del silenzio pretese così il sostegno alla figlia: “Vedi che ci sono carte imbarazzanti che abbiamo in possesso… abbiamo in mano carte molto scottanti…ma questa non è una minaccia….è chiaro che ci dobbiamo rivedere perché come ti ho detto l’amministrazione deve cedere qualcosa mi sembra normale”. Il reato contestato a Gaspare Ernandez, esponente storico di Forza Italia, vicinissimo all’ex senatore D’Alì, è quello di estorsione.
Questi tutti gli altri indagati: Vincenzo Bevilacqua, Antonia Vittozzi, Domenico Ievoli, Giovanni Febbraio, Giovanni Sammartano, Gaetano Surano, Filippo Olivieri, Francesco Martorana, Angelo Ribaudo, Stefano Donati – ex direttore dell’Area Marina Protetta -, Emiliano Vitiello, Alessandro Agate, Giuseppe Alcamo, Pasquale Bajata, Francesco Campo, Giuseppe Libero Carbone, Giuseppe Giacalone, Francesco Lombardo,Giuseppe Noto, Giovanna Sercia, Nicolò e Stefania Ponzè e Salvatore Campagna. Indagata anche la società Marnavi di Napoli, la compagnia navale incaricata delle forniture idriche nelle Egadi. E l’indagine ha riguardato principalmente proprio queste forniture, l’inchiesta ha evidenziato gravi frodi a danno delle casse pubbliche. Sotto inchiesta per questo aspetto dell’indagine sono Domenico Ievoli e Antonia Vitozzi, dirigenti della Marnavi. Tra gli aspetti emersi quelli che venivano falsati dal Comune delle Egadi i dati sulle necessità di approvvigionamento idrico delle isole, così da far effettuare alla Marnavi forniture non necessarie. In questo modo – secondo la Procura – Marnavi avrebbe ottenuto introiti non dovuti per oltre 1 milione e mezzo di euro tra il 2013 e il 2018. Truccati anche gli accertamenti sulla salubrità dell’acqua. Ievoli e la Vittozzi sono indagati per corruzione assieme a Pagoto, Bevilacqua, sindaco e vice sindaco, Sempre rispetto a questa circostanza la Procura ha contestato i reati di falso oltre a questi quattro indagati anche a Gaetano Surano, Giovanni Febbraio e Francesco Campo, ed inoltre di frode a Pagoto, Bevilacqua, Ievoli, Vittozzi, Sammartano, Francesco Martorana, Angelo Ribaudo, Emiliano Vitiello. Frode per il dipendente comunale Giovanni Febbraio, per l’ex assessore Sammartano e Gaetano Surano dipendente Eas. L’inchiesta ha riguardato anche altre vicende diverse da quelle sulla fornitura idrica. Ipotesi di truffa contestata ancora a Pagoto, Bevilacqua, Vittozzi, Ievoli, Martorana, Ribaudo e Vitiello. Corruzione e abuso contestati per circostanze che vedono coinvolti Pagoto e l’ex comandante dei vigili urbani Olivieri. Abuso d’ufficio contestato inoltre ai vigili urbani Giuseppe Libero Carbone, Giuseppe Giacalone, Giuseppe Noto, Francesco Lombardo, Giovanna Sercia. Corruzione elettorale per Pagoto e Francesco Campo. Falso ideologico ancora per Pagoto e per l’ex assessore Giovanni Sammartano e il dirigente comunale Giuseppe Alcamo. E’ indagato per corruzione l’ex direttore dell’area Marina Protetta Stefano Donati assieme all’ex sindaco Pagoto: contro loro due e due presidenti di coop sociali, Alessandro Agate e Pasquale Bajata c’è anche la contestazione del reato di turbata libertà degli incanti, reato che è anche contestato per altre circostanze anche a Stefania e Nicolò Ponzè e a Salvatore Campagna. Reato di falso per l’utilizzo di video camere di sorveglianza destinate all’area Marina Protetta, per l’ex comandante dei vigili Olivieri e il dirigente comunale Alcamo. Commercio di sostanze alimentari nocive e delitti colposi contro la salute sono inoltre i reati contestati all’ex sindaco Pagoto e al dirigente comunale Alcamo, per la distribuzione alla popolazione delle isole di acqua pericolosa per la salute pubblica. Una rete incredibile di malefatte, il Comune di Favignana per come emerge dalle indagini era diventato con Pagoto sindaco un centro affaristico, le isole sarebbero state governate con l’ex sindaco Pagoto che si sarebbe mosso da padre padrone indiscusso. Esponente del centro sinistra, vicino al Pd, Pagoto diventò sindaco dopo l’uscita di scena del suo predecessore Lucio Antinoro che l’aveva voluto come suo vice. Pagoto vinse due elezioni, nelle ultime elezioni del 2018 la circostanza emersa quella che la raccolta del consenso sarebbe stata fatta promettendo posti di lavoro ma anche rendendo la vita difficile ai suoi oppositori. I vigili urbani sarebbero stati a disposizione di Pagoto andando a fare ispezioni in particolare presso titolari di aziende restii a sostenere elettoralmente Pagoto. L’avviso di conclusione delle indagini è il primo passo della Procura verso la scontata richiesta di rinvio a giudizio.