I racconti di Nicola Quagliata
Enrico è un funzionario della PA (pubblica amministrazione), Enti Locali, non un funzionario esperto, un semplice funzionario, perché c’è differenza tra il funzionario esperto ed il semplice funzionario; il funzionario esperto è quello con la laurea e può concorrere ai concorsi per dirigente;non ha un filo di capello in testa ma non per questo si può dire che non abbia idee, tanto è vero che sta da tempo in politica, e sempre in partiti che sono andati per la maggiore, e con una presenza costante nella Giunta del suo comune, sempre da assessore. Enrico è uno che ci sa fare, uno che sa vedere bene i fatti suoi, sia in ufficio che fuori.
Nella Amministrazione, da semplice funzionario, come tutti quelli che ci hanno saputo fare, si è garantito la Posizione Organizzativa, una congrua somma mensile che i dirigenti hanno la facoltà di assegnare ai dipendenti meritevoli, e lui sa farsi volere bene dai dirigenti. Fuori dall’ufficio ha costruito un piano sulla villetta di casa, che con gli amici della Giunta comunale ha saputo fare sparire dalle carte, in attesa di farlo comparire alla prossima sanatoria, che più tardi è meglio va per lui perché evita di cacciare soldi. Nelle ultime elezioni comunali, dove si è ripresentato sicuro del suo elettorato e di essere rieletto, ha avuto una grave delusione. Un gruppo di infami elettori suoi, si èvutat’, dalla sera alla mattina ha cagnat’ bannera, ha votato un altro, un candidato dalla dubbia moralità, nu ricuttar’. Quei voti mancanti non gli hanno consentito la rielezione e lui non se lo aspettava. La delusione è stata grande, e questo non si aspettava, il dispiacere per la delusione.Il dispiacere per non essere rieletto non se lo aspettava. Il dolore è stato tanto da procurargli un infarto, da essere ricoverato in ospedale, presso la torre cardiologica della città capoluogo, in fin di vita. I medici e la tecnologia lo hanno salvato.
I colleghi, che hanno saputo il fatto, ritenendo l’infarto un evento professionale che prima o poi poteva riguardali, anche se a ben vedere l’ufficio in sé non comporta nessun genere di stress, a piccoli gruppi, da tutte le sedi distaccate della provincia, lo andarono a trovare, per raccogliere notizie ed essere informati, in modo da essere preparati ad affrontare l’evento.
Enrico in ufficio si è rivelato preparatissimo sul trattamento dei morti, e sulle truffe ed illegalità cui possono incorrerei poveri morti insieme ai parenti. E racconta a tutti che in un batter d’occhi ai morti tolgono le scarpe,e li imbucano scalzi nella bara, e poi quelle stesse scarpe le vendono al morto successivo, e via di seguito; le stesse scarpe vengono vendute a decine e decine di morti, vedete voi che guadagni. A riprova delle truffe ai danni dei morti e familiari, e delle sue affermazioni, cita innumerevoli casi macabri di estirpazione degli occhi, ed altri organi, nelle cliniche, per la vendita al mercato nero.
Come vuoi che nu familiare se ne accorga? Loro sono bravi e non si fanno scoprire.
Il suo ritorno in ufficio dalla torre cardiologica è stato per tutti come il rientro da un viaggio, e siccome era allegro, era proprio come fosse rientrato da un viaggio di piacere, come il rientro dalle vacanze; anche il tempo della sua assenza coincideva con quello delle ferie e della vacanza, non più di 15 giorni, e non più di 15 giorni erano trascorsi dal suo ricovero, l’intervento ad una valvola che ha a che fare col cuore e la degenza.
Ha informato tutti i colleghi sulle novità della sepoltura e sulla eliminazione delle casse di zinco, perché non consentono la decomposizione dell’inumato, rimane solo il legno che fa passare l’acqua. Lui intanto sta attento ai conservanti nei cibi, che ritiene la vera causa della mummificazione dei cadaveri. Enrico è uno che sa vedere bene i fatti suoi.