ASU Sicilia, approvata la norma per le stabilizzazioni. Le reazioni politiche e sindacali

Stabilizzazione ASU, all’Assemblea Regionale Siciliana approvata la norma. Le reazioni del mondo politico e sindacale

Una norma che dovrebbe scrivere la parola fine alla storia infinita degli ASU, dei lavoratori senza però essere considerati tali e senza gli stessi diritti, ne abbiamo parlato innumerevoli volte, l’ultima volta, in ordine temporale, con Paolo Montera Segretario generale della Cisl Fp Sicilia. Iniziamo proprio con la reazione dei sindacati alla notizia dell’approvazione della norma. Questi in un comunicato affermano:

“Con l’approvazione all’Ars della norma che riguarda i lavoratori Asu si chiude oggi in Sicilia, dopo quasi 25 anni, una brutta storia di precariato. I 4.571 lavoratori rimasti nel bacino e distribuiti nelle nove province possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Dopo anni di impegno e dialogo serrato con le Istituzioni siamo riusciti a portare a casa un significativo e importantissimo risultato”. A dirlo i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e UilTemp, Gaetano Agliozzo, Paolo Montera e Danilo Borrelli”.

“I lavoratori Asu – continuano -, da quasi 25 anni, lavorano in enti e strutture, anche con incarichi di responsabilità, con solo un sussidio di 590 euro mensili”. Nello stesso comunicato si fa riferimento a come sono distribuiti per provincia: Messina 1538, Palermo 840, Agrigento 648, Trapani 627, Ragusa 331, Catania 197, Siracusa 133, Caltanissetta 133 ed Enna 124.

“Adesso, attendiamo l’approvazione definitiva della Finanziaria. Poi, il nostro lavoro continuerà fino a quando le stabilizzazioni non saranno tutte completate”, concludono i sindacalisti.

Dal mondo politico si registrano tante dichiarazioni, tra queste quelle del Presidente della Regione, Nello Musumeci: “Dopo un quarto di secolo, i lavoratori Asu impegnati nella Pubblica amministrazione possono finalmente trovare la necessaria serenità lavorativa. Merito di tutti, governo e parlamento, per un atto di grande responsabilità. Una tappa ulteriore, questa, sul percorso della stabilizzazione dei precari che abbiamo avviato da due anni”.

Inoltre sempre Musumeci sottolinea che “oltre ai 37 milioni già stanziati come negli scorsi anni per il pagamento del sussidio, il governo ha aggiunto ulteriori 10 milioni per il 2021 e per il 2022 e 2023”.

“In questa maniera – invece l’Assessore regionale al Lavoro, Scavone – ai Comuni e a tutti gli enti utilizzatori, come ad esempio le Asp, verrà concesso un contributo per consentire la stabilizzazione di tali lavoratori con un contratto a tempo indeterminato. L’art.46 prevede inoltre – conclude l’assessore al Lavoro – ulteriori altri benefici come la fuoriuscita volontaria dal bacino e l’accompagnamento alla pensione per gli aventi diritto”.

Parole positive, ma anche critiche, invece quelle  di Baldo Gucciardi, parlamentare regionale del PD e vicepresidente della commissione Bilancio all’Ars: “La stabilizzazione dei lavoratori Asu, che arriva grazie ad una norma della manovra finanziaria che abbiamo voluto e sostenuto prima in commissione e poi in aula, è di certo una buona notizia. Resta il rammarico per le gravi responsabilità del governo Musumeci, che avrebbe dovuto e potuto stanziare più fondi per permettere un numero maggiore di ore lavorative settimanali per i lavoratori Asu. Oltretutto le risorse individuate vanno a ricadere sul fondo per le autonomie locali, in pratica questa stabilizzazione sarà a carico dei Comuni”.
“Questa norma permette comunque di porre fine ad un precariato che si protrae in alcuni casi da più di vent’anni – aggiunge Gucciardi – resta fermo il nostro impegno per incalzare quotidianamente il governo regionale al fine di aumentare al più presto lo stanziamento di fondi”.

Sempre dai banchi dell’opposizione, il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars Giovanni Di Caro, ha espresso il suo pensiero durante l’intervento in aula all’ARS, nel quale sottolinea che ciò è avvenuto anche “grazie ad una norma del governo Conte e il lavoro del M5S in commissione quinta all’ARS”.
“Da oggi i lavoratori ASU – continua Di Caro – che nei fatti reggono i nostri Comuni sono lavoratori di fatto e di diritto. Si tratta di una giornata storica che mette la parola fine ad uno dei capitoli meno nobili della politica regionale siciliana. Questi lavoratori infatti da decenni prestano la loro opera nei nostri Comuni ma non hanno mai avuto nessuna garanzia circa il loro destino professionale, non hanno mai visto versato un euro di contributi e sono stati utilizzati come vero e proprio bancomat elettorale da indirizzare a seconda degli umori del candidato di turno. Io ed il mio gruppo parlamentare siamo vicini a questi lavoratori e alle loro famiglie e vogliamo condividere con loro la soddisfazione per questo risultato” – conclude Di Caro.
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