Avanzate le richieste di riti alternativi per 14 imputati, tra questi 2 hanno chiesto il patteggiamento. Rito ordinario invece per Francesco “Tempesta” Domingo. Abbreviato richiesto dal Sindaco Rizzo
PALERMO. Avanzate richieste di riti alternativi per 14 degli imputati dell’inchiesta antimafia denominata “Cutrara”. Al termine dell’udienza preliminare di oggi davanti al GUP del Tribunale di Palermo Dott.ssa Annalisa Tesoriere, hanno chiesto il rito abbreviato: Felice Buccellato, Carlo Valenti, Domingo Camillo, Diego Angileri, Mulè Maurizio, Sabella Antonio, Stabile Francesco, Di Bono Francesco, Virga Francesco, Nicolò Rizzo, rito abbreviato condizionato all’esame dell’imputato per La Sala Daniele, rito abbreviato condizionato all’esame di alcuni testi per Mercadante Salvatore. Richieste di patteggiamento invece per l’ex vice Presidente del Consiglio Comunale di Castellammare del Golfo Francesco Foderà e da Vito Di Benedetto, mentre si proseguirà con il rito ordinario per Francesco Domingo, Di Stefano Rosario, Lilla Di Bartolo, Nicola Di Bartolo, Francesco Ancona e Labita Salvatore. Rigettate le richieste di esclusione delle parti civili, quindi tutte ammesse dal GUP. Nello specifico si tratta del Comune di Castellammare del Golfo, dell’Associazione Antiracket e Antiusura Alcamese, dell’Associazione Antiracket di Trapani, dell’Associazione Codici e dell’Associazione Castello Libero Ets. Rinvio dell’udienza al prossimo 6 aprile per valutare le richieste di patteggiamento e per la prosecuzione dell’Udienza Preliminare per chi ha scelto il rito abbreviato. Sempre nella stessa udienza verrà deciso l’eventuale rinvio a giudizio dinanzi al tribunale di Trapani per chi ha scelto il rito ordinario.
L’indagine, che ha portato 21 indagati a vario titolo, è stata portata a termine nel giugno scorso dai Carabinieri del Reparto Operativo provinciale su disposizione della Procura antimafia di Palermo, pm Gianluca De Leo e Francesca Dessì. L’inchiesta permise di mettere in luce il ritorno di don Ciccio Tempesta, tornato libero nel 2015 dopo una lunga detenzione e un paio di condanne per mafia, a capo della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo.