TRAPANI. “La mia famiglia è stretta attorno a mia figlia, non ci meritavamo queste ignobili falsità e spero che non influisca sulla volontà di altre vittime di violenza: bisogna denunciare”. A parlare all’AGI è il padre della giovane 18enne di Campobello di Mazara, vittima di uno stupro per cui i carabinieri di Trapani hanno arrestato i quattro giovani presunti aggressori, in riferimento alle informazioni diffuse da alcuni media, rispetto a una sua iniziale diffidenza nei confronti della figlia. “Dopo la diffusione di notizie inesatte, da parte dei media locali e nazionali, ho letto dei commenti davvero spregevoli nei confronti di me stesso e della mia famiglia”, continua il padre della vittima. La circostanza riguarda le prime ore successive alla denuncia della 18enne, che all’indomani dell’aggressione, subita in una villetta nella frazione balneare di Tre Fontane, aveva denunciato lo stupro ai militari dell’Arma. L’uomo, dopo aver raggiunto la locale stazione dei carabinieri, accompagnato dai quattro ragazzini presenti la notte della violenza sessuale, l’8 febbraio aveva riferito al piantone “che gli stessi erano ‘bravi ragazzi'”.
“In quel momento nulla mi era chiaro, il fatto che io non veda correttamente, non mi ha permesso di affondare lo sguardo per capire se mi stessero mentendo o meno, questa dichiarazione è stata fatta in mezzo alla strada – continua l’uomo – ma quando io mi sono ritrovato davanti ad una realtà, rappresentata dai carabinieri e da mia figlia, ho riflettuto, ricostruito ciò che è successo e mi sono schierato al fianco di mia figlia”.
Il giorno seguente, il 9 febbraio, l’uomo ha ricostruito ogni circostanza ai carabinieri, rispondendo ad ogni domanda, come confermato dal procuratore capo di Marsala, Vincenzo Pantaleo: “Dopo un iniziale momento di incredulità dovuto all’estrema gravità del fatto denunciato, il genitore della persona offesa si è mostrato solidale nei confronti della figlia e ha collaborato con gli inquirenti ai fini dell’accertamento della verità”. Circostanza rilanciata anche dal sindaco di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione. “Non è bastata la dichiarazione del procuratore di Marsala, che ha chiarito il mio percorso – ha aggiunto – tanto che fino a stamattina ho visto che alcuni siti continuano a dire che io ho tentato di proteggere questi mascalzoni. Fortunatamente la comunità di Campobello di Mazara mi conosce, conosce la mia famiglia, e anche quando alcuni giornali hanno scritto queste inesattezze su di me, nessuno mi ha davvero voltato le spalle. Queste violenze vanno denunciate sempre e urlate a chi di dovere”.
Tra le ricostruzioni degli investigatori, è riportato anche il tentativo dei quattro arrestati di colpire il fratello della vittima, anche attraverso una spedizione punitiva, ma nonostante ciò il ragazzo ha sostenuto la sorella. “Mio figlio è stato un vero ometto – conclude il padre della giovane 18enne – a dimostrazione che la nostra famiglia è davvero unita attorno a questo dramma che supereremo tutti assieme”.
Fonte AGI Marco Bova