Il ‘Michele Giacalone’, che secondo prime informazioni si trovava nelle acque tra Cipro e la Siria, è stato preso di mira da alcuni motopesca turchi con una sassaiola
“I nostri pescatori non riescono più a lavorare – afferma il presidente del Distretto della pesca di Mazara del Vallo, Nino Carlino, alla Dire – Abbiamo interessato le massime istituzioni dello Stato per cercare di trovare una soluzione. I nostri natanti vanno in mare per la pesca del gambero rosso, attività svolta soltanto dalla marineria mazarese e che richiede fondali pari a 400-600 metri, con particolari caratteristiche. Un ‘unicum’ nel Mediterraneo e così – spiega ancora Carlino – sono costretti a spaziare in tratti di mare dove possono trovare questo tipo di prodotto molto ricercato nel mondo”. Il ‘Michele Giacalone’ ha quindi tirato su le reti e si è allontanato dalla zona. Nello stesso tratto di mare si trovano altri quattro pescherecci italiani: il ‘Giuseppe Schiavone’, il ‘San Giorgio Primo’, il ‘Nuova Alcapa’ e il motopesca ‘Artemide’. Le cinque imbarcazioni, secondo quanto rivelano le piattaforme di tracciamento delle rotte navali, stanno facendo rotta verso ovest.MARINA MILITARE: “DUE PESCHERECCI ITALIANI COINVOLTI, LANCIATI ANCHE FUMOGENI”
Poco dopo le dieci di questa mattina, nelle acque a nord di Cipro, “si è verificata un’interazione tra un imprecisato numero di pescherecci turchi e due pescherecci nazionali, il ‘Giacalone’ e il ‘San Giorgio Primo’”. È quanto riporta una nota della Marina militare in merito all’aggressione subita dai pescherecci italiani. “I pescherecci turchi hanno lanciato materiali (pietre e fumogeni) e realizzato manovre ravvicinate, una delle quali è sfociata in un contatto con il motopesca ‘Giacalone’, che ha riportato danni lievi”. Nell’area è intervenuta la fregata della Marina militare italiana ‘Margottini’, che si trovava in pattugliamento a 35 miglia a sud, inserita nel dispositivo Nato ‘Sea Guardian’: la fregata ha lanciato il proprio elicottero. Intervenuta anche una motovedetta della guardia costiera turca, “che ha ingaggiato le imbarcazioni turche – spiega la nota – per indurle a cessare l’azione”. Nave Margottini “ha ingaggiato i nostri pescherecci inducendoli ad allontanarsi precauzionalmente, questi ultimi hanno comunicato l’intenzione di ricongiungersi ad un altro gruppo di motopesca nazionali operanti 6 miglia più ad ovest”. Gli interventi della guardia costiera turca e della Marina militare italiana “hanno consentito di ripristinare il controllo della situazione“.
COLDIRETTI: “FLOTTA SICILIANA DIMEZZATA, STOP AL FAR WEST”
“Occorre assicurare la sicurezza dei pescatori italiani e porre fine al far west che ha causato aggressioni, ferimenti e sequestri portando al dimezzamento della flotta siciliana di Mazara del Vallo nel giro di 10 anni”. Ad affermarlo è la Coldiretti Impresapesca in riferimento al lancio di pietre e altri oggetti contro il peschereccio mazarese da parte di un altro motopesca turco, che segue di qualche giorno l’attacco da parte di una motovedetta libica al peschereccio Aliseo. Una situazione che, denuncia Coldiretti Impresapesca, “continua a mettere in pericolo la vita dei pescatori italiani che operano in quella area del Mediterraneo con la conseguente riduzione dell’attività di pesca che aprono tra l’altro la strada a un aumento delle importazioni dall’estero. Oltre alla sicurezza della flotta tricolore in gioco – conclude Coldiretti Impresapesca – c’è dunque un gravissimo danno per l’attività economica dell’intera marineria italiana, aggravando una situazione che negli ultimi 35 anni ha già visto scomparire quasi il 40% delle imbarcazioni”.