LA FAVOLA DELLE REGIE TRAZZERE – CAPITOLO XI – PARTE VIII – ALCAMO- – LA MOZIONE SULLE TRAZZERE REGIE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ALCAMO DEL 20 MARZO SCORSO – IL PROGRAMMA INFORMATICO GEONEXT MOSTRA IL PIANO REGOLATORE CON TUTTI I PRECORSI DELLE REGIE TRAZZERE CREATE DAL SERVIZIO DEMANIO TRAZZERALE DI PALERMO.
Di Antonino Messana
Tutte le strade statali del territorio che entrano a 360° nella città di Alcamo sono Regie trazzere armentizie di quasi metri 38 che a causa dell’urbanizzazione della città ai quattro punti cardinali coprono un percorso di Vie cittadine di oltre 13 kilometri. Anche Alcamo Marina dal dal fiume S. Bartolomeo a Balestrate l’intera strada ferrata (solo indicativa che chiarisce la trazzera) è Regia trazzera per un percorso di otre kilometri 6. Pertanto le abitazioni in ambo i lati della linea ferroviaria sono abusive fino alla concorrenza di metri 38, corrispondenti alla larghezza della trazzera. Dal 2008 il Comune ha inserito, per ordine del Demanio Trazzerale, nel “Piano Regolatore informatizzato” tutte le Regie trazzere, “senza leggere dentro le righe” e pertanto con un semplice “clic” non rilascia “licenze edilizie” per vecchie e nuove abitazioni se prima non si legittima la particella usurpata. Un gruppo Consiliare nel mese di marzo scorso ha sollevato la questione con una “Mozione sulle Regie trazzere della città” volendo stimolare il Sindaco ad accertare con tutti i mezzi il fenomeno delle anomalo delle Regie trazzere cittadine. La Via Kennedy e il Corso Mille non sono strade armentizie, ma furono rispettivamente: la strada comunale Tre Santi larga appena metri quattro e strada Consolare attraversata da Garibaldi larga metri 10,32 corrispondenti grosso modo alla larghezza attuale e catastale. Peraltro la contrada S. Ippolito che comprende il Corso dei Mille, il Re ha accertato l’usurpazione della trazzera e a riscosso il denaro.
1823
(Vedi capitolo interamente capitolo IV, pubblicato dal 30 aprile 2016).
Tanto tuono’ che finalmente piovve (Socrate). Dopo oltre sei anni di instancabili documenti pubblicati graziosamente nelle pagine di questo giornale che hanno dimostrato non solo l’inesistenza assoluta di strade armentizie che risalgono al I e II millennio (quando si praticava la transumanza estiva essenzialmente dalla pianura di Catania verso le zone montagnose e fresche che non hanno lasciato né tracce, né documenti), ma anche re Ferdinando ha scavato per oltre 70 anni sulle usurpazioni delle trazzere. Le medesime trazzere furono dalla Corona inventariate e pubblicate nella “Statistica fatte pagare nei territori comunali delle sei province della Sicilia.
Ecco l’indice riassuntivo.
Nel 1832 si costruivano le strade in Sicilia e c’era la necessità di incamerare denaro.
Ecco un fresco documento
Il secondo capoverso del Dispaccio 24 maggio 1788 distingue le trazzere dalle vie pubbliche senza mai dare alcun cenno sulle loro rispettive larghezze. Sappiamo che la distinzione è stata sempre rispettata e ancora la leggiamo in maniera univoca nel Real Rescritto del 1832 che riporto in basso in originale.
Adesso dopo poco meno di due secoli la regione Siciliana ignorando la unica esistenza millenaria delle vie pubbliche come abbiamo letto nel “Rescritto” sopra riportato, ha ribattezzato in beffa alla Storia “l’Ufficio Tecnico per le Trazzere di Sicilia in “DEMANIO TRAZZERALE invece di sopprimerlo. Così Decreti Assessoriali e Relazioni hanno aggiunto un comma all’art. 822 del Codice Civile senza la delibera del Parlamento che non nomina le trazzere, ma espressamente le STRADE che appartengono al demanio pubblico.
Ecco come il Re ha raccolto il denaro ad Alcamo, per l’appunto con la “Statistica”. A tal proposito riepilogo brevemente le contrade di Alcamo che hanno pagato le usurpazioni alla Corona, peraltro già dettagliatamente pubblicate nelle precedenti sette puntate con inizio il 7 marzo 2020 che costituisce dolce ricordo rivolto – come esempio – ad amministratori della cosa pubblica e politici di tutta la Sicilia.
SANT’IPPOLITO
CONTRADA DI COSTA
CONTRADA DEL FIUME
CONTRADA DI GAMMARA E DELLI TIMPI ROSSI
CONTRADA DELLA FONTANA PIETRA E DELLI PILE
CONTRADA DELLI SCAMPATI
CONTRADA VALLONE DI NUCCIO
CONTRADA DI PALMERI
CONTRADE DI S. MARIA-DELLA CROCE-PIETRALONGA
Archivio di Stato (Gancia) Palermo – filza 1705.
Quali altre prove occorrono affinché l’Assessore provveda a revocare i 690 decreti “truffaldini”? Forse aspetta la “presa della Bastiglia” come hanno fatto i francesi nel 1789 o un secondo “Vespro Siciliano”? Se la politica vuole altri documenti, indico come ulteriore prova un enorme libro denominato “Lavori pubblici” custodito dall’Archivio di Stato sezione Gancia di Palermo, ove ho prelevato oltre cento documenti.
Ecco un esempio eclatante
Ancora qualche altro esempio del marchese Mortillaro di Villarena.
Mortillaro Villarena Archivio Vecchio
“Tasse diverse e Fondiaria” 1821-1859 Contiene i seguenti fascc.: tassa per la strada di Montelepre, fondiaria di Angimbè in territorio di Calatafimi, fondiaria della Chiusa Grande in contrada Petrazzi a Palermo, tassa per trazzere, tassa per Bagaria e Casteldaccia, tassa comunale per cavalli. Busta in buono stato di conservazione con legatura in cartone; reca sul dorso un cartiglio recente con n. 34. Segn. Antica: VI
Adesso finalmente un volenteroso gruppo consiliare, dopo i miei annosi e numerosi colloqui con precedenti e attuali Consiglieri e Sindaci, ha presentato finalmente una mozione riguardante le 19 Regie trazzere di Alcamo create con decreti assessoriali del 1954, che riporto integralmente in basso. Mi auguro che non sia pura campagna elettorale per l’imminente rinnovo delle nuove cariche del Sindaco e del Consiglio.
Ecco la Mozione
Questa mozione è solo un piccolo passo con scarse probabilità di affrontare energicamente il problema. Intanto interloquire per le sole le strade cittadine o per la Via Kennedy non ha senso, perché il fenomeno delle trazzere Regie larghe quasi metri 38 abbraccia lunghi percorsi che provenienti dalla campagna, da Alcamo Marina, dal fiume Freddo, attraversano pure nuove contrade con lunghe Vie cittadine. Per esempio, la Regia Trazzera Magazzinazzi-Alcamo n. 409 arrivata alla Madonna delle Grazie percorre la Via Pietro Maria Rocca e lo Spiazzo Balatelle, si allaccia alla Regia trazzera n. 486 per la Madonna dell’Alto, percorre la Via Monte Bonifato, la Via Galati, la Via S.S. Salvatore fino ad arrivare in cima davanti chiesa. Quindi il percorso delle Regie trazzere raggiunge i 20 kilometri e almeno 3 kilometri del solo vecchio centro urbano, non tenendo conto dell’urbanizzazione della montagna e di Alcamo Marina. Inoltre, anche la Via Kennedy si inserisce in un percorso di 20 kilometri: Bivio Rosignolo (Calatafimi)-Alcamo ( Via Kennedy – Via Jenner – Balatelle). Mi fermo qui senza nominare tutta la strada ferrata da Alcamo Marina fino a Balestrate, giusto per segnalare un maligno problema che abbraccia ben 16 Regie Trazzere decretate. In città le Regie trazzere entrano in tutti gli ingressi a 360 gradi, percorrendo almeno 80 kilometri dell’intero territorio. Per questa ragione esibisco in copertina con le testuali parole scritte nel 1767 dal barone di Reidesel: “Alcamo come Segesta e Trapani non c’è traccia di terra battutta, ma viottoli. Mancano alberi e rare mandrie di capre e pecore”. Che dire di più! Il problema appartiene solo alla “coscienza della politica regionale e locale” che offende un’intera Sicilia e quasi interamente il popolo di Alcamo che ha eletto “Governi e Politici vigliacchi” e senza alcun “decoro”.
Ecco il quadro unico disegnato dall’ex Ufficio Trazzere del territorio di Alcamo – ben conosciuto dai fedeli lettori – che riporta 16 Regie Trazzere numerate aumentate però a 19.
Resta chiarito che il problema non si può limitare alle sole Vie cittadine ma all’intero territorio tenendo debito conto che tutte le usurpazioni per contrade sono state pagate al re borbone con la “Statistica”. Il danno colpisce quasi l’intera cittadinanza, è notevole e chiaramente maggiore in città, perché l’Ufficio Demanio Trazzerale, aspettando da oltre 100 anni l’urbanizzazione delle campagne, applica tre tariffe: la prima (la più bassa) per i terreni agricoli; La seconda molto più alta è applicata ai terreni edificabili inseriti nel piano regolatore e, infine, la terza per le abitazioni già costruite che colpiscono un bel 30% del valore catastale dell’immobile.
Infine, mi permetto di replicare che non è affatto difficile comprendere che la Via Kennedy non è trazzera armentizia, ma solamente una strada pubblica comunale. Già il Borbone con decreto 27 giugno 1820 approva il Regolamento per la classificazione e dimensione delle strade del Regno ed distingue le strade in Regie, Provinciali e Comunali. Infatti stabilire che la Via Kennedy non è attraversata da una Regia trazzera è intuitivo, perché proprio questa trazzera è inserita, con balorda assurdità, in un percorso di 20 kilometri che inizia dal Bivio di Rosignolo in territorio di Calatafimi (vicino Vita), attraversa in contrada Rincione il fiume Freddo entra in territorio di Alcamo in Contrada Coda di Volpe e termina in Via Balatelle attraversando la Via Kennedy e la Via Jenner.
Forse non è una strada del tutto assurda senza pensarci troppo? In verità non ho avuto mai dubbi sulla inventata trazzera di Rosignolo tanto che ho già affrontato il problema con il capitolo XI-parte II, pubblicata il 9 maggio 2020 ; tuttavia la piena conferma l’ho maturata nel mese di aprile di quest’anno, dopo che ho avuto tutta la documentazione della trazzera da parte dell’Ufficio Trazzerale. Ho camminato a piedi per decine di kilometri al fiume Freddo, nelle contrade Coda di Volpe, San Pietro, Chiavello, Costa Fontana e lato Ovest del Monte Bonifato limitrofe alla Via Kennedy, così ho acquisito le prove inconfutabili dell’assurda trazzera Rosignolo (Calatafimi)-Alcamo n. 488.
Inizio con la sottostante carta IGM 1852 è stata una primissima dimostrazione dell’inesistenza della trazzera in parola. Prego il lettore di osservare bene la mappa dove ho segnalato con tratti di penna le strade e i luoghi.
Osserviamo in primo luogo le città di Vita e Calatafimi, si evidenziano a chiare lettere che le strade che da Calatafimi arrivano ad Alcamo sono solo due: a sinistra la strada che attraversa il Bosco di Calatafimi (feudo Arcauso) che in contrada Chiavello al di la del Fiume e arriva ad Alcamo camminando prima la contrada Costa e poi la contrada Tre Santi fino alla contrada Canapè; al fianco destro di detta trazzera abbiamo la classica Via Consolare (Itinerarium Antonini) di Calatafimi-Alcamo ben evidenziata in mappa; da Calatafimi attraversa il fiume Freddo in contrada Vivignato e arriva ad Alcamo in contrada Canapè (facendo bivio con la trazzera di Chiavello proveniente dal Feudo Arcauso). Quest’ultima non è altro che la vecchia Via di San Pietro ove è stata interamente costruita dall’Anas negli anni ‘30 la statale 119 per Gibellina ed entra in città attraversando l’attuale Corso dei Mille che appunto intende ricordare il cammino dei picciotti di Garibaldi. Infine dalla contrada Rincione all’altra sponda del Fiume si osserva una strada che attraversa le contrade Pergole e Chiuppo e camminando verso il paese di Vita osserviamo una confusione di strade tanto che riesce difficile stabilire una retta strada per Rosignolo. Al di qua del Fiume non esiste una Strada che da Coda di Volpe arriva ad Alcamo in contrada Balatelle che ho segnato con trattini di penna di colore rosso.
Entro nel vivo della questione in primo luogo con lo stralcio sottostante della Relazione di Demanialità che ho avuto nel mese di marzo scorso.
Abbiamo letto bene che la trazzera parte da Rosignolo che trova collegamento con il paesello di Vita e con un percorso di kilometri 20 finisce allo spiazzo Balatelle. Tutto ciò è falso ed inventato; infatti come già sopra rappresentato dalla carta IGM da Rosignolo non esiste alcuna strada che sbarca alle Balatelle. Per questa occasione non ci interessa il percorso del territorio di Calatafimi e prendo in esame il percorso dalla contrada Coda di Volpe-Balatelle con il seguente cammino: Coda di Volpe-S. Pietro-Roccaliscia-Fastuchera-Costa-Carrubbazzi-falde Sant’Anna-Balatelle. In questo momento è molto esplicativa le seguente carta che ci ha fornito l’Ufficio Trazzerale:
La carta gialla è chiaramente falsa perché con linea verde indica la statale 119 (Alcamo-Gibellina) che qui attraversa il Fiume, mentre in realtà non attraversa il fiume Freddo. Vergogna , imbrattano pure le mappe! Il tracciato da Rosignolo alle Balatelle è segnato con linea di colore rosso che è anch’esso un falso tragitto. La mappa IGM che abbiamo già visto la statale di Gibellina si collega con la vecchia in contrada S. Pietro con l’omonima strada che arriva in contrada Canapè.
Ecco altro stralcio di carta IGM che dal fiume Freddo mostra i due versanti dei territori di Calatafimi e di Alcamo.
La strada di Gibellina che si unisce in contrada San Pietro con l’omonima strada e si dirige ad Alcamo è lapalissiana e inconfutabile. Il disegno proposto dal Demanio Trazzerale è falso come sono false le 11.500 kilometri di trazzere larghe metri 38 di tutta la Sicilia.
Scorrendo la Relazione di Demanialità a supporto della Trazzera 488 nominano le seguenti carte topografiche:
Salto per il momento la carta catastale per un commento radicale perché l’Ufficio Trazzerale altera con contraffazione un pubblico documento per frodare la pubblica fede.
Carta IGM ricevuta dal Demanio Trazzerale a supporto della Regia Trazzera 488.
Mi domando che cosa prova questa carta? Niente di niente! Dov’è la trazzera larga metri 38 quasi certamente la linea gialla! La beffa non ha ne confini, ne limiti.
Proseguiamo con la carta Schmettau sempre ricevuta dall’Ufficio Trazzerale.
Anche questa non vale un fico secco e non dimostra assolutamente nessuna strada.
Infine hanno inviato una carta topografica IGM moderna uguale a quella in mio possesso.
La linea gialla ci indica il percorso S. Pietro-Fastuchera, Rocca Liscia fino alle Balatelle. Non è una carta stradale e pertanto non vale ripeto un fico secco. La carta con la linea marcata di colore giallo simula a chiare lettere un sentiero o meglio una viuzza (non una trazzera di metri 38) da Coda di Volpe alle Balatelle. Con tratti di penna di colore rosso ho evidenziato l’assenza di alcuna strada tra Rocca Liscia e Carrubbazzi.
Tutte le mappe che abbiamo visto sono da cestinare, non valgono un solo centesimo. Pure sono state pagate oltre euro cento. E’ una Vergogna!
Come ulteriore prova della sopra riportata carta IGM 1852 riporto una mappa sempre IGM degli anni ’60 sicuramente uguale allo stralcio ottenuto dal Demanio Trazzerale.
Da sinistra osserviamo la trazzera del bosco di Calatafimi che anch’essa è stata battezzata Regia trazzera n. 659, non per l’intero percorso, ma per un percorso parziale; vedremo che sono stoltezze perché impapocchiano le carte per infinocchiare la buona fede di innocenti usurpatori; al fianco vediamo la SS.119 che in contrada San Pietro fa bivio per attraversare il Fiume per marciare a Calatafimi e per Gibellina, quest’ultimo come naturale percorso che abbiamo visto con lo stralcio della carta IGM di Calatafimi appena riportata sopra. Infine non vediamo alcuna trazzera tra la contrada Rincione-Coda di Volpe e la contrada San Pietro- Fastuchera-Rocca Liscia-Carrubbazzi.
Propongo da ultimo la carta Google Earth che mostra il cammino della trazzera bosco di Calatafimi che ho segnato col numero 659; la statale 119 per Gibellina; a desta la n. 488 che dalla Via Kennedy scende nella direzione di incontrare la statale ma il percorso è interrotto con burroni e massicci pietre nelle contrade Carrubbazzi e Rocca Liscia come abbiamo visto nelle precedenti carte IGM. La carta in parola confermano a pieno titolo il mancato collegamento della trazzera da Coda di Volpe alle Balatelle e le carte IGM sopra riportate.
La carta Catastale del 1938 ci mostra le due ed uniche trazzere di Calatafimi che di incontrano in contrada Fontana del Porco. La strada provinciale di Calatafimi che arriva alla Modonna delle Grazie attraversando la vecchia Via San Pietro oggi Corso dei Mille divenuta, ripeto, negli anni ’30 per opera dell’Anas strada statale 119 Alcamo-Gibellina e la Regia trazzera di Calatafimi. Il Catasto la denomina Regia trazzera perché era una Regalia della Corona con l’ausilio del Feudo Arcauso. Ecco lo stralcio del Catasto.
In chiusura riporto lo stralcio del Catasto foglio 52 per indicare il Corso del Mille in diretto collegamento con la statale 119 e per segnalare che la denominazione intende ricordare il percorso dei picciotti di Garibaldi dopo la battaglia e soprattutto per segnalare che questo Corso resta fuori dal percorso della Regia trazzera di Calatafimi che attraversa il bosco Arcauso.
Propongo lo stralcio del catasto borbonico del marchese Mortillaro ove apprendiamo che la trazzera San Pietro è una strada Consolare dell’Itinerarium Antonini (138-192 d.C.) perciò di larghezza palmi 40 corrispondenti a metri 10 e centimetri 32.
Ecco la pianta del Feudo custodita dall’Archivio di Stato di Trapani
Adesso propongo l’opera in quattro volumi di Martino Cellai i Fasti Militari custodito dalla Biblioteca Rinascimentale di Via Senato-Milano dove ho prelevato la carta del percorso di Garibaldi da Calatami ad Alcamo dopo la battaglia di Pianto Romano.
Ecco le due strade da Calatafimi in contrada Vivignato – San Pietro e da Gibellina che attraversa la contrada Coda di Volpe e si attacca alla San Pietro.
Arrivo all’ultima barzelletta che ci racconta il Servizio Demanio Trazzerale con il quadro unico del Comune di Alcamo modificato e adattato a proprio uso e consumo. In basso a sinistra riporto il quadro unico copiato dal Catasto, elaborato e modificato dall’Ufficio Trazzerale; a destra quello originale del Catasto del 1938. Il lettore a colpo d’occhio è in grado di costatare gli aggiustamenti, le manipolazioni e soprattutto le modificazioni di un documento pubblico che fa fede fino a prova contraria. In altre parole le modificazioni della carta Castale possono essere apportate dallo stesso Catasto, altrimenti chi modica tracciati o altro ha il dovere e l’obbligo di darne compiuta prova. Falsare un qualsiasi pubblico documento è reato.
Inizio con rancore l’avvilente commento del quadro dell’Ufficio Trazzerale. Prego il lettore di anttenzionare le mappe altrimenti il mio sforzo di chiarificatore è perduto.
In alto a sinistra osserviamo la strada che cammina dal fiume Freddo ad Alcamo città, ove leggiamo Regia trazzera Alcamo Calatafimi. Leggiamo inoltre con scritta a matita e in basso dopo il Fiume, “B° Bosco Calatafimi 659”, la strada prosegue in alto fino a raggiungere una curva convessa con il numero 659; al fianco leggiamo Fontana Costa; da questa curva in alto leggiamo Pietro (corrispondente alla antica Via San Pietro ove è stata costruita la statale rotabile Gibellina-Alcamo); vale a dire che la Regia Trazzera del Catasto devia sulla strada statale e quel tratto di strada diventa Regia trazzera 659. Invece i fatti sono questi: ambedue le trazzere raggiungono la città di Calatafimi e sono ambedue Regie trazzere: la prima di Chiavello-Bosco è una Regalia già inventata dai Normanni (1200); per converso la San Pietro, come più volte evidenziato, è una strada romana Consolare. Tanto è vero che il Borbone esattamente in contrada Tre Santi ha accertato usurpazioni. Senza però tenere in considerazione la curva deviante denominata dal Catasto strada vicinale (cioè privata) Fontana Costa. Stando così le cose il Corso dei Mille che ricorda il passaggio dei picciotti di Garibaldi verso la conquista di Palermo è diventata, burlando pure il Catasto, una Regia trazzera n. 659 del Bosco di Calatafimi o del feudo Arcauso.
Vediamo adesso la trazzera 488 che corre sulla Via Tre Santi ed evidenziata con linea gialla. Il numero 488 lo leggiamo dalla testa della trazzera fino ai piedi del nostro territorio cioè dalle Balatelle al Fiume in contrada Coda di Volpe. La falsità anche in questo caso lapalissiana. Già sappiamo che la Tre Santi cammina tra fossati e enormi massi di pietra tra le contrade San Pietro-Fastuchera-Rocca Liscia e in tutti i casi proprio in contrada San Pietro di allaccia con la SS. 119. Allora è questo ultimo tratto di strada da San Pietro-Fastuchera a Coda di Volpe che non è una Regia trazzera diventa per transitività anch’essa Regia Trazzera Tre Santi fino all’altra sponda del Fiume per arrivare in contrada Rincione del territorio di Calatafimi. Anche questo breve tratto di trazzera resta segnato come ripeto Regia Trazzera 488.
A destra si osserva che la Tre Santi si collega con la statale fino a raggiungere il Fiume in contrada Coda di Volpe; a sinistra le valanghe, i burroni e i massi di grandi pietre del percorso della Via Tre Santi.
Allora l’ex Ufficio Trazzere non considerando la SS. 119 Regia trazzera per il tratto da Costa Fontana alla contrada San Pietro-Fastuchera, guadagna l’affiancata trazzera del lato destro n. 488 per un percorso di almeno 10 kilometri in salita nel territorio di Alcamo, di cui almeno 5 di città (l’intera Via Kennedy dalle contrade Carrubbazzi e Sant’Anna e la Via Jenner fino allo Balatelle). Ottimo affare! “I pagliacci che sfacciatamente scrivono e documentano buffonate”! Altro che affare sono solo fatti “indecenti” o “vigliaccate” perché hanno il coraggio di sopraffare il Catasto che è riconosciuto documento di pubblica fede. L’Amministrazione Comunale che “non sa leggere tra le righe”, ma “legge nelle righe”, disegna con un sistema informatico GEONEXT il Corso dei Mille Regia Trazzera 659. Così il residente di quella strada che deve ristrutturare la propria abitazione presenta il progetto e l’Ufficio digita un numero o una frase e risponde con immediatezza che non può autorizzare se prima non riscatta la trazzera. Non occorrono ricerche in faldoni o fascicoli.
La foto mostra a chiare lettere la statale 119 ed a destra la strada del bosco di Calatafimi cioè la Regia Trazzera n.659 che chiaramente non si collega con il Corso dei Mille, ma con la statale. Resta chiarito che solo la trazzera di Gibellina arriva alla Madonna delle Grazie percorrendo il Corso dei Mille. Quindi il Corso dei Mille resta fuori dalla Regia trazzera 659. Gli abitanti tutti solidali possono far valere simile imbroglio.
Il fango delle trazzere create dall’ex Ufficio Trazzere nel 1954, non ha limiti mi copre tutto il corpo dai piedi ai capelli tanto che giuro su me stesso che smetterò “sine die” (senza un termine di scadenza) di scrivere e pensare alle trazzere, però mi dice la mia coscienza di dare informazioni di tutti i peli che mi potrebbero restare in bocca, sollecitato soprattutto da alcuni compaesani che invocano giustizia e per “amor patriae nostra lex” (patriottismo).
Mi restano da commentare due missive di risposta dell’Ufficio Demanio Trazzerale riguardanti la richiesta dei titoli e carte topografiche della Regia trazzera n. 488 Rosignolo (Calatafimi)-Alcamo e la nota del 29 febbraio 2008 protocollo 1144 con la quale il Demanio Trazzerale dispone ai Sindaci della Provincia di Trapani di non concedere autorizzazioni edilizie nei suoli trazzerali senza l’atto di legittimazione rogato dallo stesso Ufficio Trazzerale.
Comincio con la nota sotto riportata per evidenziare con immediatezza che l’Ufficio Trazzerale vende le trazzere di quasi metri 38 senza alcun titolo o traccia. Se l’acquirente, come nel caso in esame, si vuole scapricciare di conoscere – per il proprio interesse- qualche carta che prova la larghezza della trazzera di metri 38, il Demanio Trazzerale lo invita a cercarla agli Archivi di Stato e Notarili, ecc..
Chiaramente l’interessato per ricercarli nell’Archivio di Stato ha bisogno del Fondo Archivistico, del Volume, della Filza o di altri riferimenti che l’Ufficio Trazzerale non fornisce. Invece per ricercarli negli archivi Notarili occorre conoscere il Notaio rogante e almeno l’anno. Il Demanio Trazzerale non fornisce nessun richiamo, però l’ordine di ricercarli è stato impartito significando quanto appresso: “andate presso le Biblioteche e cercate il libro… senza specificare l’autore il titolo. Quindi, ricerche impossibili e i titoli restano oscuri. L’unica strada è la via giudiziaria. Pur tuttavia il discorso ha ancora un seguito: quel malcapitato interessato per ottenere il Decreto Assessoriale e la Relazione di Demanialità che corrispondono a sei fotocopie ha pagato la sottostante somma.
Spesa complessiva 46,82+75=121,82
Abbiamo visto che carte e cartografia non provano né strade né trazzere di m. 38 e sono carte da stracciare; invece con la carta catastale che è un documento legale di pubblica fede, abbiamo visto pure percorsi modificati artatamente dopo aver pagato somme impressionanti.
Per altro verso la somma di euro 121,82 pagata per attestare la proprietà demaniale è illegale. Ecco il testo della legge Regionale sulla trasparenza amministrativa che fa seguito alla legge nazionale n.241 del 1990.
Resta scontato che per sei fotocopie (Decreto e Relazione di Demanialità dattiloscritte) pagare 46,82 è una somma “ingorda e truffaldina”. L’interessato non doveva pagare neanche il diritto di ricerca perché nessun proprietario ha mai avuto la possibilità di conoscere se la particella usurpata facesse parte della Regia Trazzera in particolare sulla larghezza di 38 metri.
La legge della Regione Siciliana conferisce l’accesso ai documenti agli interessati per situazioni particolarmente rilevanti allo scopo di assicurare imparzialità e trasparenza dell’attività amministrativa. L’imparzialità e soprattutto la trasparenza amministrativa per i 690 Decreti Assessoriali che hanno creato 11.500 kilometri di trazzere armentizie sono incubi notturni. Come prova “canzonatoria” della “imparzialità e trasparenza” dei Decreti Assessoriali in basso propongo i beffardi avvisi di alcuni Decreti Assessoriali pubblicati in Gazzetta.
Con questi avvisi che abbiamo letto e pubblicati nella Gazzetta Ufficiale chi poteva conoscere che almeno una sola e singola particella di terreno poteva cadere su una Regia trazzera armentizia di quasi metri 38? Chi poteva fare ricorso ? O nessuno o tutti gli abitanti delle città indicate nei Decreti! Per restare nel territorio di Alcamo ho segnato in fondo alla pagina sopra riportata con tratti di penna la barzelletta della demanializzazione della trazzera del litorale: Castellammare-Isola delle Femmine. Qualcuno poteva sospettare di una trazzera armentizia di metri 38 che scavalca verso il mare tutta la strada ferrata di Alcamo Marina e calpesta l’intera vecchia azienda marmifera denominata Sicilmarmi, la Stazione ferroviaria, l’intera strada ferrata di Alcamo Marina, le Vie cittadine di Balestrate e Trappeto e mi fermo qui per restare nel circondario alcamese? Ecco la mappa.
Non si salva nessuno devono: pagare la trazzera i locali dell’ex Sicilmarmi, i Magazzinazzi, la Stazione ferroviaria, la strada ferrata e almeno quattro kilometri di abitazioni al di qua e al di la della ferrovia. Bell’affare per una trazzera che non è mai esistita! Ecco le carte Delisle del 1714 e Schmettau 1720.
Carta custodita dalla Biblioteca Comunale di Palermo – Casa Professa
Osserviamo solo la strada Romana Via Valeria. Da Castellammare non esiste alcuna strada litorale.
Carta Schmettau 1720 Biblioteca Nazionale di Vienna
Anche in questa carta osserviamo solo la strada Romana Via Valeria. Da Castellammare non esiste alcuna trazzera litorale.
Sono in possesso di un altro tassello importante e da portare alla luce ed evidenziare ed è il decreto Prefettizio del 2 giugno 1880 che ordina l’espropriazione di quattro grandi particelle di terreno in Alcamo Marina contrada Canalotto per la costruzione della linea ferrata. A sinistra notiamo la Via di Palmeri per Alcamo – Regia trazzera, ma non per l’ex Ufficio Trazzere che invece inventato quella del litorale in argomento oggi molto sostanziosa; poi il ruscello Canalotto e in stradina per Alcamo in località denominata “ponte dei ricchi”.
Infine il capolavoro della trazzera armentizia di metri 38 di Castellammare-Isola delle Femmine.
Anche questa pianta non è una immemorabile follia da manicomio? Però il Comune di Alcamo l’ha segnata pure ingenuamente nel Piano Regolatore informatizzato. Come ho precedentemente rilevato, chi ha interesse a conoscere detto piano regolatore basta che preme un tasto “in internet” che può ammirarlo. Così il Demanio Trazzerale gioca a scarica barile informando le persone interessate che è colpa del Comune di Alcamo che ha disegnato tutte le trazzere financo nel Piano Regolatore. “Manigoldi e lupi affamati”!
Nel 1954 la Regione Siciliana già riconosciuta e accreditata da un quinquennio per volontà della Costituzione del 1948 è possibile che sconosce le guarantigie Costituzionali? Come è possibile emanare 690 decreti scrivendo che l’Ufficio Speciale per le Trazzere di Sicilia possiede titoli probatori inoppugnabili?
Come esempio ecco lo stralcio del Decreto per la trazzera in parola
Sappiamo bene che Decreto e Relazione di Demanialità non si pronunciano sulla larghezza della trazzera armentizia, ma sostengono solamente la demanialità della strada (sperimentata già dai Normanni tra il X e l’XI secolo). Allora la dichiarazione di demanialità non è altro che una “barzelletta” allo scopo di inventare un falso gravame di provare una millenaria trazzera di transumanza.
Che dire ancora sui “titoli probatori inoppugnabili” della trazzera Bivio Rosignolo (Calatafimi)-Alcamo n. 488 ? Scatta solo “il disprezzo morale e fisico, di repulsione per un Demanio Trazzerale che spilla denaro con carte false”.
Infine, le demanialità delle trazzere dichiarate dai Decreti Assessoriali nel 1954 hanno oltraggiato circa 50 anni di lavoro del Catasto. Infatti il lavoro del Catasto inizia con una prima legge del 1° marzo 1886 e con legge n. 321 del 1901 è stata creata la Dirazione Generale del Catasto e dei Servizi Tecnici Erariali e infine nasce il “Catasto particellare” con Regio Decreto 8 dicembre 1938 n.2153.
L’Ufficio Tecnico Speciale per le Trazzere di Sicilia per fissare i percorsi delle Regie trazzere non ha altra possibilità alternativa all’infuori delle nuone piante catastali del 1938 e così li utilizza a pieno titolo e in tutte le occasioni e circostanze. Nel 1952 tutte le strade nominate nei quadri unici del Catasto come i sentieri di pochi metri (fino a metri due), le Vie Vicinali (di larghezza simile ai sentieri), le strade Consolari (come la Via Valeria e la Calatafimi-Alcamo percorsa da Garibaldi), le strade pubbliche costruite dai Borboni (della larghezza massima di metri dodici) sono diventate Regie trazzere armentizie, avendo l’Ufficio Trazzerale modificato e imbrogliato e sbrogliato e senza alcuna regola le carte catastali (le rette strade diventano curve, cerchi e pure trapezi (Vedi capitolo XI-parte IV, pubblicato il 26 settembre 2020 – Regia Trazzera n.486 – Madonna dell’Alto) e viceversa (le curve diventano linee rette (Vedi capitolo XI-parte III, pubblicato il 27 giugno 2020 – Regia Trazzera n. 452 tratto Nuccio Scio o addirittura saltinbanco come nel tratto Eremita o San Leonardo-Setterino). Così l’ex Ufficio Trazzere copovolgendo le regole delle carte del Catasto, dal 1954 promuove i Decreti Assessoriali e tutte quelle denominazioni delle strade in Catasto sono Regie trazzere armentizie di metri 38. Infatti le carte del Catasto indicano, come appena segnalato, pure le Regie trazzere (ben conosciute dallo stesso Catasto in quanto Regalie volute dai Normanni negli anni 1100).
Il Comune di Alcamo “da pappagallo” accetta senza beneficio d’inventario tali imbrogli; restano in prima linea il Sindaco che dal 2008 in tali circostanze aberranti e anomale non concede autorizzazioni edilizie (per esempio e per restare solo in argomento in Via Monte Bonifato, Via Galati, Via SS. Salvatore e Via Kennedy, ecc.).
Andando avanti con la tiritera in argomento, mi preme evidenziare che anche il Borbone dichiarerebbe “disprezzo” per quanto appresso da esso stesso stabilito: proprio per il Borbone solo le strade importanti come quelle elencate nel decreto sono state dichiarate strade Regie, le altre erano Comunali e Provinciali. Ecco i Decreti.
Queste strade dichiarate di 1° classe sono larghe palmi 50 che corrispondono a metri 12,905 (misura del palmo 25,80978X50:100=12,905.
Riepilogo quanto ha decretato re Ferdinando nel 1824: 1) le strade sono dichiarate Regie quelle di Messina, Catania, Girgenti, Siracusa e Trapani perfettamente corrispondenti alle antichissime strade Romane; 2) tutte le eventuali altre strade, sono Provinciali e Comunali, restando a carico delle Province e dei Comuni per curarne la pronta costruzione. Allora come si giustifica la Via Tre Santi, oggi Via Kennedy, dichiarata dal Catasto strada Comunale e per il Demanio Trazzerale Regia trazzera n. 488 e come si possono giustificare complessivamente 19 Regie trazzere ad Alcamo e 11.500 kilometri in Sicilia dichiarate Regie dai 690 Decreti Assessoriali? Anche per questo verso il Demanio Trazzerale è solo “un pallone gonfiato errante, vagante e con direzioni scelte a piacimento”. Per altro verso, il “pallone gonfiato sopravvive” con leggi Monarchico-Fasciste del 1923 e 1927 ormai anacronistiche; pur, tuttavia le regole di detti decreti neanche sono state osservate dall’ex Ufficio Trazzere
A tal proposito sottopongo all’attenzione cari lettori un’intera pagina del Nuovissimo Digesto Italiano ove possiamo cogliere una breve storia su tratturi e trazzere e soprattutto “l’intento dei legislatori del Regno d’Italia volto interamente alla conservazione e manutenzione dei millenari tratturi sulla base di titoli probatori, carte descrittive e tracce sui terreni”.
Non occorre che mi dilungo in un commento, ripeto semplicemente che accanto alle strade pubbliche, private e vicinali esistevano le trazzere come particolari strade armentizie facenti parte del demanio pubblico. Con l’avvento del feudalesimo il sovrano concede le terre e riserva al demanio le strade creando le Regalie cioè il diritto di passaggio alla collettività. Invece cogliamo dalla lettura che il primo organico provvedimento è stato emanato con legge del 20 dicembre 1908 n.746 volto a conservare essenzialmente i quattro tratturi della Puglia (Vedi capitolo II-parte IV, pubblicato il 5 marzo 2016) con lo specifico fine della conservazione e manutenzione, tanto che diventano addirittura strade nazionali (risalta ancora una volta e per eccellenza la demanialità). Resta per l’ennesima volta chiarito e confermato che i Decreti Assessoriali e le Relazioni di Demanialità sono “scempiaggini” che dimostrano atti ampliamente consolidati da millenni tanto che pure i Romani hanno denominato le strade Regie quelle costruite con denaro pubblico (Vedi capitolo VIII-parte IV, pubblicato il 26 gennaio 2019).
Infine apprendiamo per la prima volta e come legge epocale del Regno d’Italia che la revisione della consistenza dei quattro tratturi deve essere eseguita in base a titoli probatori, carte descrittive, documenti conservati presso archivi e tracce sui terreni. Qui casca l’asino: il Demanio Trazzerale non possiede alcun documento, alcuna carta, alcun frammento di titolo che provano la consistenza, vale a dire la larghezza delle trazzere. Pure le carte topografiche nominate nelle Relazioni di Demanialità sono falsi documenti, grosso modo dell’800 che possono provare a stento, una semplice strada pubblica, non mai una strada armentizia larga quasi metri 38.
I documenti esistenti negli Archivi di Stato dell’intera nostra terra di Sicilia, qui lo dico e qui lo nego, non custodiscono documenti che provano la larghezza delle millenarie trazzere armentizie di transumanza delle afose estati siciliane; esistono solo documenti che provano che le millenarie trazzere armentizie sono state verbalizzate e pagate al Re Ferdinando dopo l’emanazione della legge 21 marzo 1817 sul contenzioso amministrativo, del Dispaccio Reale del 1811 (Vedi capitolo IX-parte I, pubblicato il 23 febbario 2019. Per le usurpazioni della provincia di Trapani l’Indice Collettivo (Vedi appendice capitolo IX-parte III, pubblicato l’11 maggio 2019).
Infine con i Dispacci rispettivamente del 9 maggio 1799 e del 24 marzo 1811 il Re perdona i proprietari che hanno usurpato le trazzere da oltre novanta anni. Infatti nella Statistica delle usurpazioni di Alcamo abbiamo letto sopra pure le decorrenze delle occupazioni delle trazzere.
E’ notorio che i tratturi della Puglia usurpati sono stati interamente legittimati essenzialmente perché esistono ancor oggi le tracce già di fonte storica romana (Varrone testimone) praticate e attraversate per la transumanza aquilana, abruzzese e molisana fino a Napoleone che regna a Napoli (1805-1815 – Vedi capitolo II-parte IV, pubblicato il 5 marzo 2016). Ancora oggi il Demanio Trazzerale di Sicilia ha tanto lavoro da svolgere che occorrono almeno due anni per arrivare a stilare un verbale di “liquidazione conciliativa” e ancora una miriade di proprietari restano ignari di essere usurpatori. Infatti, a seguito dell’urbanizzazione delle campagne, sono state costruite abitazioni negli ultimi 30 anni che formarono interi nuovi quartieri attaccati alla città con regolari licenze edilizie. Sulla base delle mie modeste conoscenze, abbastanza approssimative, ho calcolato che la lunghezza delle Regie trazzere create nel territorio di Alcamo dall’Ufficio Trazzerale di Palermo è pari a kilometri ottanta. Elenco adesso i percorsi delle seguenti strade urbanizzate con molta approssimazione e mi auguro con difetto: 1) Nuccio Scio (da contrada Sasi)+ Spirito Santo (Cimitero)+Via S. Leonardo+Ugo Foscolo+Cappuccini-Orto Ballo km. 4; 2) Via Vivaldi+ex Via S. Leonardo+Timpi Rossi Km. 3; 3)Via Gammara (da incrocio ex Via S. Leonardo, nei pressi Uni Euro)+Corso generale Medici-Madonna delle Grazie Km. 2; 4)Via Pietro Maria Rocca+spiazzo Balatelle+Via monte Bonifato (Bivio SS. Salvatore)+Via Galati+Via SS. Salvatore km. 4; 5) Via Kennedy Km. 3; 6) Via Tommaso Papa (Maruggi)+Via Madonna della Catena+Via Porta Palermo fino alla contrada Sasi, km. 4; 7) Via per Pietralonga km. 3; Alcamo Marina Km. 6; totale 4+3+2+4+3+4+6= Km. 20. Da tenere presente che il Re in quasi tutte le contrade e Vie citate già sappiamo che con la Statistica ha accertato le usurpazioni ed ha riscosso le somme; restano fuori poche strade, sicuramente la Via Kennedy (contra Sant’Anna – Carrubazzi), la Via Monte Bonifato dalle Balatelle, la Via Pietro Galati, Cappuccini, Orto Ballo e Alcamo Marina. Inoltre il Re con Dispaccio del 1799 ha perdonato gli usurpatori di oltre 90 anni. Il Demanio Trazzerale non perdona nessuno, neanche i proprietari delle contrade che hanno pagato; tanto che nel 2008 ordina al Sindaco di non concedere autorizzazioni edilizie, sia per nuove costruzioni che per semplici lavori edilizi, come le ristrutturazioni nelle strade dichiarate Regie Trazzere, se prima non viene legittimata la particella di terreno usurpato.
Adesso devono pagare un prezzo salatissimo per ottenere un licenza edilizia per la manutenzione dell’abitazione già costruita con l’adeguata concessione edilizia. Ad Alcamo in 20 kilometri quante saranno le particelle di terreno usurpate alle Regie Trazzere? Solo il Catasto lo può fissare con i fogli particellari aggiornati ad una certa data. Però solo pochi proprietari ne hanno conoscenza. Il numero è grande, sicuramente migliaia di migliaia di particelle solo per Alcamo e pertanto il Demanio Trazzerale potrà sopravvire per almeno altri cento anni, tenuto conto del tempo impiegato per svolgere una sola pratica di legittimazione. Infatti adesso la cinta della città con i nuovi quartieri si è allargata sui quattro punti cardinali; ne cito qualcuno da profano: dalla contrada Sasi, Via per Pietralonga, San Leonardo, Timpi Rossi, Gammara, S. Ippolito, Sant’Anna, Carrubazzi, Via Monte Bonifato, Via SS. Salvatore (da Viale Europa), Maruggi, Santa Lucia, la strada statale 186 di Alcamo Marina dal Canalotto alla contrada Calatubo fino ai confini di Balestrate.
Seguono numerose altre leggi tra le quali i Decreti del 1923 e del 1927 l’antico Decreto del 1917 istitutivo dell’Ufficio Trazzere che all’articolo 2 sancisce l’obbligo di eseguire l’accertamento sulla base di titoli, carte e tracce. In basso propongo la Gazzetta Ufficiale e l’articolo 2. Ecco la Gazzetta Ufficiale dell’8 ottobre 1917.
L’articolo 1 del Decreto che abbiamo letto sancisce: 1) l’appartenenza delle trazzere al demanio pubblico (già stabilita da Federico Barbarossa [Vedi capitolo V-parte I, pubblicato il 1° aprile 2017]); 2) l’accertamento, la revisione, la consistenza e la reintegra del demanio pubblico delle trazzere deve essere eseguita su titoli probatorie, carte e tracce sui terreni.
Riprendo la Regia Trazzera n. 488 Bivio Rosignolo (Calatafimi-Alcamo) con le mappe e carte topografiche indicate nella Relazione di Demanialità della trazzera e che sono state richieste dall’interessato e come abbiamo già visto ha pagato euro 76,00.
Per buona memoria ripropongo il percorso della trazzera
Da sinistra verso destra osserviamo: due carte IGM recenti sicuramente del ‘900 con la trazzera evidenziata in giallo.
Ecco le carte affiancate per una buona lettura e comparazione.
La prima domanda naturale e spontanea è la seguente: queste carte che cosa provano ? Ci danno conferma della Regia trazzera armentizia? Abbiamo già sopra dimostrato che le due carte affiancate dimostrano un sentiero o una viuzza pure interrotta da valanghe e enormi massi di pietra, peraltro bene evidenziate con l’affiancata carta Google Earth sul lato destro. Tuttavia, come mia abitudine ho visitato le contrada Coda di Volpe-San Pietro e dalla statale 119 ho camminato fino alla cima della strada battezzata dall’ex Ufficio nel 1952 Trazzere Regia Trazzera armentizia 488.
Il primo tratto di strada è cementato dal Comune di Alcamo sicuramente da pochi anni è largo si e no metri quattro, dopo segue una viuzza molto ripida è pietrosa. In cima con pendenza superiore al 70% un bivio: a destra una viuzza che conduce ad un alberghetto con una tabella ove si legge “Baglio Fastuchera-Turismo Rurale” con numeri di telefono; a sinistra un montagnone di pietra alto almeno metri tre che chiudeva la strada. Il montagnone fu intersecato, non conosco l’epoca, e fu creata un passo che accede ad un bosco in declivo con una stradina pianeggiante.
Ecco la sequenza delle foto dalla statale 119
Da sinistra l’accesso alla strada comunale Tre Santi dalla SS. 119; il bivio alla vetta che conduce al Baglio e al montagnone di pietra intersecata.
Per converso ho camminato a piedi dalla Via Kennedy fino al boschetto e al Baglio Fastuchera. Riporto in basso la sequenza della strada da Via Kennedy, segue l’ingresso al bosco, l’uscita dal bosco verso verso il Baglio.
Dalle foto panoramiche che si rintracciano pure le due strade per Calatafimi (percorso di Garibaldi) e del bosco di Calatafimi.
Per il Demanio Trazzerale questa era la Via armentizia di Rosignolo(Calatafimi)-Alcamo (Coda di Volpe, Rocca Liscia, Via Kennedy [Carrubbazzi, Sant’Anna], Via Jenner, Balatelle). C’è qualcuno più informato che può approvare la Regia Trazzera Armentizia larga metri 38? Però il Comune di Alcamo accetta senza beneficio d’inventario la Regia Trazzera 488 e la inserisce nel Piano Regolatore. Tuttavia il Demanio Trazzerale con la carta catastale che ci ha inviato vuole ancora una volta giustificare la Regia trazzera di Rosignolo con spudorato coraggio di imbrogliare e sbagliare la carta del Catasto che ha valore di legge fino a prova contraria. L’unica carta probatoria è proprio questa carta catastale che abbiamo in alto commentata affiancata dal quadro del Catasto originale.
Non mi dilungo a ripetere le modifiche apportate alla carta del Catasto che costituisce un falso per aver alterato la pubblica carta del Catasto; mi limito a dire che la Regia trazzera evidenziata con tratto di linea continua colorata in giallo (cioè senza alcuna interruzione e senza enormi montagnone di pietra, massi e valanghe) denominata strada comunale Tre Santi si unisce in contrada S. Pietro-Fastuchera con la strada di Gibellina (Vedi la carta del Catasto affiancata indicata come SS. 119 costruita interamente negli anni ’30 dall’Anas sulla strada San Pietro che dal fiume Freddo in contrada Vivignato marcia per Calatafimi percosa da Garibaldi). L’ex Ufficio Trazzere con tre Relazioni di Demanialità spezzetta in quattro parti il percorso della statale 119 Alcamo-Gibellina e ricava tre Regie trazzere evidenziate nella stessa carta.
Ecco gli stralci delle Regie trazzere che ho ricavato dalla mappa trasfigurata e manomessa dal Demanio Trazzerale (“per frodare la buona fede di ignari usurpatori”).
Da sinistra il 1° tratto di trazzera: Coda di Volpe-Provinciale Calatafimi-Alcamo corrispondente alla Regia Trazzera n. 550; 2° tratto di trazzera: Provinciale di Calatafimi fino al bivio di Costa Fontana ove leggiamo il n. 659; 3° tratto: in Catasto leggiamo Regia Trazzera fino a Fontana Costa ( non compresa la curva di innesto con la S. Pietro); la curva di innesto e il solo tratto segnato di colore verde sempre Regia trazzera 659 che corrisponde alla Regia trazzera di Chiavello che attraversa il feudo Arcauso e il bosco di Calatafimi e non tiene debito conto che per il Catasto arriva alla Fontana del Porco e si congiunge con la trazzera S. Pietro;
Ecco il foglio LI del Catasto di Alcamo
Sono chiaramente rappresentate la Regia trazzera del bosco di Calatafimi che in contrada Chiavello attraversa il fiume Freddo e corre diritto in contrada Canapè; mentre la strada provinciale di Calatafimi in contrada Canapè si unisce con la strada del bosco di Calatafimi e continua per la Via S. Pietro (oggi Corso dei Mille) e arriva alla Madonna delle Grazie.
Infine 4° tratto la strada comunale Tre Santi, Regia Trazzera 488 segnata con cerchio di colore celeste . Quindi le Regie trazzere sono le seguenti: 659 e 488 che conosciamo e 550
Occorre aggiungere che la strada provinciale di S. Pietro attraversa la contrada Tre Santi cha già sappiamo è annotata nella Statistica per usurpazione già legittimata e pagata; così pure il Corso dei Mille in contrada S. Ippolito annotata nella Statistica e pagata.
Infine ho un grosso dubbio sulla Regia trazzera 550 che parte da Castellammare arriva a Gibellina e torna indietro verso Alcamo. Altra barzelletta?
Non è forse una grandiosa opera d’arte di ingegneria stradale? Ribadisco per l’ultima volta che le strade Alcamo-Calatafimi che attraversano il fiume Freddo sono solo due: in contrada S. Pietro la strada percorsa da Garibaldi e ricordata come la Via Consolare nell’Itinerarium Antonini larga metri 10,32 grosso modo pari alla larghezza del Corso dei Mille e la Regia trazzera della contrada Chiavello (perché Regalia feudale larga metri 4) del bosco di Calatafimi.
Infine, come è possibile giustificare un Regia trazzera armentizia di km. venti larga metri 38 con le carte topografiche sottostanti che appena si intravedono sgorbi di strade.
Inaudite, non provano nessuna strada in particolare una trazzera di metri 38, non sono altro che assurde e camuffano strade.
Riprendo il Regio decreto 30/12/1923 n.3244 e il Regio Decreto 30/12/1927 n.2801. Detti decreti, come ho sopra osservato, sono leggi Monarchico-Fasciste e quindi anacronistiche ed incostituzionali. Negli anni ’20, anche se c’era un regime costituzionale, non esistevano le attuali guarentigie regolate dalla Costituzione del 1948.
Ecco gli articoli della Costituzione Italiana che tutelano sia il diritto di difesa dei diritti e degli interessi legittimi, sia il diritto di proprietà.
In chiusura mi ritornano in mente due vecchi ricordi: in primo luogo un recente libretto – DIRITTI UMANI – Il pane della Civiltà – che mi ha regalato il Dottor Ernesto Di Lorenzo- Editore che mi ha fatto ricordare la frequenza al corso di specializzazione per funzionari direttivi dello Stato con esami finali avendo discusso una tesina sui diritti da far valere davanti la Corte di Giustizia Europea. Ecco l’articolo 17 della Carta Europea
Nessuno può essere privato della proprietà che ha legalmente acquistato, neanche dallo Stato o dalla Regione, in particolare con la barzelletta della demanialità della strada senza la prova della consistenza si una millenaria strada armentizia.
Nonostante l’avvento della Costituzione Repubblicana forse non navighiamo nelle trazzere fangose della democrazia?
In secondo luogo rievoco una mia vecchia “Sintesi di Contabilità dello Stato”, pubblicata nel 1983 in occasione di alcuni concorsi pubblici delle Poste Italiane, essendo stato nominato commissario per la materia giuridica di “Contabilità dello Stato”. Ecco il dettato della vecchia legge del 1923
Riporto questa legge per significare che già allora il Ministero delle Finanze (il primissimo Ministero degli Stati organizzati con Governi) possedeva un inventario delle strade. Infatti il Catasto nasce nel 1901 come Direzione Generale del Catasto e dei Servizi Tecnici alle dipendenze del Ministero delle Finanze che nel 1938 ha pubblicato i fogli particellari è nel 1929 l’intera rete trazzerale cartografica di tutta la Sicilia. Quindi il Catasto conosceva bene le strade siciliane, tanto che ha distinto le strade inscritte nei fogli particellari in Regie, Comunali, Provinciali, Vicinali, etc….
Ecco una miniatura della rete trazzerale che ha approntato il Catasto nel 1929 (molti miei lettori già conoscono) che l’ex Ufficio ha usato e abusato a proprio uso è consumo a partire dagli anni 1950.
Fonte: Rivista del Catasto Italiano e dei Servizi Eraliali-anno VIII n. 1 gen. feb. 1941
Come prova che il Catasto conosceva pure l’intera storia delle trazzere armentizie promosso dal Maestro Segreto Marchese Burgio e dal governo Borbonico tra 1700 e il 1800 pubblicherò senza commenti in appendice l’intero articolo della Rivista sopra citata del 1941 (Il lettore per maggiori notizie può accedere all’intero capitolo V-parte II, pubblicato dal 13 maggio 2017).
Qualcuno mi vuole spiegare con quale autorità il Demanio Trazzerale usa i fogli catastali per certificare l’appartenenza delle trazzere al demanio la cui consistenza originaria era canne 18 e palmi 2 corrispondente a metri 37,68 ricavandole da vie vicinali, sentieri chiusi, pietrosi, con burroni e valanghe e allargare di pugno le strade comunali?
Ecco gli esempi
La prima carta del catasto il Demanio Trazzerale certifica di pugno la larghezza di m. 37,68 la stretta via comunale Via Comunale; la seconda carta è uno stralcio del quadro unico del Demanio Trazzerale che dichiara Regia trazzera alcune vie cittadine a forma di trapezio (invenzione moderna, nei millenni le vie armentizie erano diritte); la terza carta è il foglio 33 del Catasto che indica il percorso proprio della Regia trazzera di Castellammare che arriva allo spiazzo di Gammara; la quarta è il quadro unico del Demanio Trazzerale che si inventa la Regia Trazzera 409 è inverte il cammino della Regia trazzera di Castellammare 390 – entrambi segnate con tratti di penna di colore verde – che arriva dal Convento dei Cappuccini ad Orto Ballo dove oggi c’è una scuola elementare; mentre la trazzera 452-segnata con cerchi di colore giallo – arriva in contrada Eremita (oggi Via S. Leonardo) e con un lungo salto passa alla contrada Setterino infine, la quinta mappa che indica il percorso della inventata trazzera 488 che cammina su montagne tagliate per creare un sentiero e su valanghe.
Adesso l’ultima notizia è la lettera del Demanio Trazzerale in risposta al nostro Tizio che voleva conoscere titoli e carte topografiche della Trazzera 488 in argomento.
Ecco la lettera
Avviso subito i cari lettori che il Demanio Trazzerale non ha allegato la carta dello Smith segnata come allegato n. 5. L’allegato che reca il n. 5 è la bruttissima carta IGM, mentre l’altra brutta carta topografica che reca il n. 4 è la Schmettau. Altro aspetto vergognoso di un pubblico Ufficio Trazzerale che vende a caro prezzo anzichè carte topografiche, ma vende solo fumo.
I dispacci Reali del 1799 e del 1811 si trovano nella Biblioteca Nazionale di Napoli. L’archivio di Stato (Catena) di Palermo possiede un volume dei dispacci Reali accessibile a chi conosce la Paleografia; tuttavia riporto in basso quello del 1811. L’Ufficio Trazzerale se vuole può copiarlo per fare buona figura in qualche altra occasione. Qualcuno può spiegarci come è possibile che vendono le porzioni di trazzere usurpate senza possedere neanche un titolo legale della larghezza della trazzera stessa? Da tenere presente che per camuffare inutili carte topografiche e appena l’indizio di un documento che prova la larghezza della trazzera al prezzo di euro settantacinque hanno impiegato tre mesi facendo sicuramente “salti mortali” per giustificare l’importo oneroso del denaro riscosso.
Ecco il Dispaccio
Il punto interessante del dispaccio è costituito dalle azioni di comportamento per evitare l’usurpazione sia delle Trazzere che delle vie pubbliche; infatti proprio nel 1811 non esistevano trazzere di lungo percorso, per questa ragione il Parlamento siciliano, in data 5 aprile 1778, deliberava un primo intervento sulla viabilità (Vedi capitolo IV-parte I, pubblicato il 30 aprile 2016).
Carta di Giuseppe Perez (1861) già alle dipendenze del governo Borbone
Emanuele Vincenzo Sergio – Un secolo di politica stradale in Sicilia, a cura di Carmelo Trasselli, Editore S. Sciascia Caltanissetta – Roma 1962. Custodito dalla Biblioteca Dipartimento Città e Territorio della Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Palermo. Collocazione 542.8.2 n.20.
Infatti con la Statistica e il Collettivo il Re accerta usurpazioni nelle sole contrade dei Comuni delle sei Province Siciliane, perché non esistevano strade di lungo percorso, tanto che i trasporti avvenivano per cabotaggio o a redina per trasportare frumenti e cereali ai caricatori (Vedi capitolo X-parte I. pubblicato l’8 febbraio 2020). Le strade in Sicilia sono state costruite dai Borboni e dal Regno d’Italia tanto che solo nel 1929 la rete stradale era completa. Aggiungo peraltro che tutte le leggi sui Tratturi e Trazzere dal 1908 fino al 1927 sono state emanate essenzialmente per la reintegra e legittimazione dei tratturi che presto sono stati tutti legittimati dai possessori. L’ Ufficio Tecnico Speciale per le Trazzere di Sicilia costituito con Regio Decreto del 1917 fino al 1952 non è stato in grado di demanializzare una sola trazzera; per ricavare 11.500 kilometri di trazzere ha dovuto aspettare e meditare la rete trazzerale del Catasto del 1929.
Ecco lo scritto dell’architetto Santagati pag. 23
Addirittura all’Ufficio Trazzere esiste solo una mappa in scala 1:250.000 delle trazzere demaniali di scarsa utilità disegnata nel 192916 e rivista tra il 1950 ed il 1960. I tracciati delle Regie Trazzere disegnati dall’Ufficio, in scala 1:25.000 o 1:50.000 sono per lo più vaghi, scarsamente veritieri, non costruiti sugli IGM in scala uguale e con riferimenti topografici spesso non rintracciabili. Innumerevoli gli errori di tracciato, con una media di almeno un paio a planimetria supportati da disegni piuttosto rozzi ed approssimativi. I riferimenti topografici sono anch’essi approssimativi e raramente rintracciabili, né aiutano molto le planimetrie catastali allegate la cui imprecisione è spesso altrettanto notevole! Addirittura anche le intestazioni dei disegni sono spesso indecifrabili e non si comprende neanche il nome del disegnatore. Difficoltoso si presenta, anche all’occhio più allenato, il riporto esatto sugli IGM.
Licenzio il Demanio Trazzerale con la beffarda lettera protocollo n. 14347 de 2 maggio 2012 che ho ricevuto, per dimostrare con chiare parole che quell’Ufficio, non solo non ha titoli e carte topografiche per dimostrare le 11.500 kilometri di trazzere armentizie, ma pure “prende in gioco” le persone non accusando i fondi archivistici, i Notai e l’anno dei rogiti notarili per le ricerche e negli Archivi di Stato e negli Archivi Notarili.
In definitiva chiusura di questa mia instancabile rubrica “ La favola delle Regie trazzere di Sicilia” propongo la lettera protocollo n. 1144 del 29 maggio 2008 del Demanio Trazzerale diretta a tutti i Comuni della provincia di Trapani con gli allegati quadri unici catastali che riportano le Regie Trazzere.
Con questa lettera l’Ufficio Trazzerale di “Servizio” che opera, come già sopra evidenziato con leggi Monarche-Fasciste incostituzionali che neanche le ha osservate, scrive ai Comuni, cioè ai Sindaci della Sicilia che
perchè
Il Comune di Alcamo osserva obbediente al comando e scrive nel Piano Regolare con il programma GEONEXT tutte le trazzere del territorio di Alcamo con tutti tracciati leggendo solamente nelle linee, ma non tra le righe dei tracciati delle trazzere e dei luoghi circostanti. Come effetto immediato si ricava che per concedere una qualsiasi autorizzazione edilizia, per esempio l’edificazione di un muro di cinta confinante con la trazzera, con un “clic” nel programma Geonext, immediatamente il Comune invita subito il richiedente, sicuramente ignaro, a legittimare in primo luogo la trazzera usurpata. Di mi è arrivata una nuova notizia che l’Ufficio Trazzerale sventola oggi ai quattri venti che il Comune le Regie trazzere li ha pure riportate nel Piano regolatore. Invece in precedenza il Denanio trazzerale predicava che nel 1950 sono state tutte comunicate dal Comune. Si, è vero! Ma ieri come oggi la richiesta è stata impartita su loro ordine. In ogni caso nel 1950 è impossibile che l’Ufficio Tecnico ha comunicato la larghezza di metri 37,68 corrispondente alla larghezza delle millenarie trazzere armentizie. Le chiacchiere del Demanio che attribuisce la colpa ai Comuni delle create e inventate trazzere sono certamente diffamatorie, allora il Comune per difendere la propria reputazione intanto deve chiedere al Demanio Trazzerale tale elenco e controllare se è stata comunicata la larghezza delle trazzere armentizie. Andiamo avanti con la lettura della missiva.
Abbiamo letto che le intestazioni del Catasto sono irregolari. Ma è vero? Certamente no! Fino a quando il Demanio Trazzerale non ha comunicato le mappe delle false trazzere ai Comuni, agli Ordini Notarili, alle Province o Consorzi e non so cosa aggiungere altro, certamente il venditore, l’acquirente e il Notaio rogante che ha trascritto ed eseguita la voltura in Catasto di un atto di acquisto, di una donazione o di un testamento, qualcuno può sostenere qualche irregolarità dell’intestazione nei libri catastali? Forse l’Ufficio Trazzerale al momento di creare le mappe delle Regie Trazzere hanno avvisato qualcuno degli intestatari delle particelle di terreno usurpate alla trazzera, oppure fissare una targa in tutte le Regie Trazzere create? Ancora meglio cercare negli atti notarali dei millenni passati per individuare gli eventuali usurpatori? Considerato che l’Ufficio Trazzerale non ha fatto un bel niente di tutto ciò il Catasto è in piena regola, solo il Denanio Trazzerale è traditore perché ha creato 11.500 kilometri di trazzere in “camera caritatis”, senza la dovuta e doverosa pubblicità, come sopra ho evidenziato anche in questa puntata.
Proseguiamo con la lettura, abbiamo letto pure che le intestazioni in Catasto non sono probatorie. E’ vero? Si e No! Intanto sempre il Demanio Trazzerale nel creare le Regie ha usato e abbusato il Catasto. Infatti per qualsisi documentazione mappale in primo luogo usa la carta catastale come sopra rappresentata con la Trazzera 488; poi le Regie trazzere le certifica e le legittima con il foglio di mappa catastale e non solo usa quella dei terreni ma anche per le abitazioni cittadine con i fogli catastali urbani così e semplicemente (assurdità mastodontiche). Allora per il Demanio il Catasto è valido, però per l’acquirente ignaro della particella di terreno usurpato e volturato in Catasto non è probatorio. Falso! Il Demanio Trazzerale ha l’obbligo di legge e con i Regi Decreti che mantengono in quell’Ufficio Trazzerale di provare la strada armentizia larga, come leggeremo tra poco canne 18 e palmi 2 corrispondente a metri 37 e centimetri 68. Provare la demanialità è solo una barzelletta perché la demanialità delle strade pubbliche e delle trazzere armentizie l’hanno stabilito già Normanni (Federico Barbarossa) e non da ultimo il Borbone e infine il Catasto che prova non solo la demanialità ma anche la larghezza e conosce tra le altre strade quelle Regie anche perché conosce la storia Borbonica delle trazzere.
Il ultimo ha scritto con vereconto coraggio di imporre la larghezza originaria delle trazzere armentizie di canne 18 e palmi 2, non possedendo un briciolo di documento o una carta straccia della larghezza delle inventate 11.500 kilometri di Regie Trazzere. Mi fermo qui nauseato anche se ho tanti altri commenti sul tenore della lettera che è stata scritta nell’interesse dei professioni e degli stessi cittadini.
Propongo un primo approccio con la carta Geonext “vergognosamente” approvata e adottata dal Comune di Alcamo senza una minima attenzione sui percorsi delle strade cittadine e delle campagne poiché il medesimo programma mostra le strade e i suoi dintorni. A tal proposito riporto in basso il link “GEONEXT” ed invito il lettore interessato o volenteroso di conoscere i gli attuali percorsi di tutte le “Trazzere Regie” indicate con i relativi numeri.
https://geonext.civilianext.it › Accesso_diretto_base
Temi Alcamo. Alcamo Centro Edificato. Alcamo Centro Linee. Alcamo Centro Toponomastica. Alcamo Marina Edificato. Alcamo Marina Linee. Alcamo Marina …
Ecco un balordo esempio che mi provocano tremore alle meningi.
Adesso con carta Geonext adottata dal Comune di Alcamo mostro la strada della contrada Costa (scritta a lettere cubitali) che cammina sulla SS 119 (Alcamo-Gibellina); sul lato sinistro è indicata la “Via Tre Santi” (da me segnalata come SS. 119) e in basso “contrada Costa”; sul lato destro si affaccia ad Ovest la Via Kennedy che rappresenta l’ultimo tratto della Regia Trazzera n.488 Bivio Rosignolo-Alcamo. Adesso osserviamo la carta sottostante che ho segnato le due strade con tratti di penna di colore verde; mentre i collegamenti li ho segnato con tratti di colore rosso.
Ecco la Tavola
Abbiamo qualche illustre dottore specialista di strade che può sostenere che la strada segnata con linea di colore verde era una millenaria Regia trazzera armentizia larga metri 38 che arrivava attraverso il fiume Freddo a Rosignolo in contrada di Calatafimi? Perché il Comune di Alcamo scrive senza leggere? Non è forse dovere civico accertarsi con perizie l’esistenza in passato remoto della trazzera? Altro paradosso! Anche la sottostante tavola mostra a chiare lettere che la vecchia strada comunale Tre Santi poi trazzera 488 che attraversa terreni, aspri ripidi, pietrosi e con enormi sassi, muore in un burrone e non arriva al Fiume.
Adesso gli imbrogli e garbugli non hanno confini… Osserviamo solo zozzerie!
Occhio alla mappa per osservare e notare quanto appresso:
1) la Regia trazzera Alcamo-Castellamare n.390 proveniente dal fiume S. Bartolomeo e dalla contrada Straccia Bisacce arriva ad un bivio in contrada Valange e segue il seguente percorso rappresentata con linee incuravate di colore rosso: un primo tratto segnato con curva convessa attraversa la vecchia Via Vicinale S. Leonardo e un secondo tratto dopo il punto di flesso della parte concava l’attuale Via Vivaldi, al bivio devia nella Via San Leonardo, attraversa un tratto a sinistra della Via Ugo Foscolo e termina ad Orto Ballo spiazzo dello Spirito Santo (Cristal Bar). Percorso inaudito, da folle!;
2) La Regia trazzera Trapani-Palermo n. 452 segnata con tratto di penna di colore celeste proveniente dal ponte Finocchio e attraversa la contrada Nuccio Scio fino al Cimitero dello Spirito Santo, arriva e muore nel ex Via Eremita (attuale Via San Leonardo); se per caso il Comune vuole ritrovare la continuazione del percorso per Trapani con facilità del programma Geonext la ritroverà in contrada Setterino che cammina in due vie: per la contrada Fegotto e per la contrada Macione. Allora si accorgerà che è una Regia Trazzera addiruttura “saltimbanco”. Altra mastodontica follia!
3)Infine la Regia Trazzera Bivio Tonnara-Magazzinazzi-Alcamo (Madonna dell’Alto –Vedi capitolo XI-parte VII, pubblicato il 23 gennaio 2021)n. 409. Detta trazzera dalla Tonnara Magazzinazzi arriva in contrada Timpi Rosse e percorre fino bivio della contrada Valanghe un tratto con la Regia trazzera Castellammare-Alcamo proprio al bivio prosegue per la contrada Gammara e arriva alla Madonna delle Grazie attraverso il Corso Generale Medici (statale per Trapani) e continua per la Via Pietro Maria Rocca alla Via Balatelle per la Madonna dell’Alto. Siamo arrivati con ribrezzo e disprezzo nelle paese miracoloso delle meraviglie! Ecco le crude zozzerie stampate con dal programma GEONEXT!
Quindi il Comune di Alcamo come tutti i Comuni della Sicilia che hanno adottato il GEONEXT ha le giuste carte per opporsi al Demanio Trazzerale, rilasciare le licenze edilizie almeno per nuovi lavori sulle vecchie abitazioni con regolari licenze e provvedere con ufficiali perizie tecniche ad impugnare i decreti assessoriali in difesa dell’offeso territorio e dei cittadini.
Ringrazio tutti lettori che mi hanno seguito ed auguro loro buona estate e buone vacanze, Covid permettendo. Ringrazio il professore Silvio Mazzarese che mi ha onorato della sua amicizia e riconoscenza per questo mio lavoro.
In autunno se non sarò ancora schifato completerò questo mio lavoro con le strade costruite dal Borbone e dal Regno d’Italia fino al 1950.
Per non allungare ancora questa interminabile e pesante puntata, in quell’occasione riporterò in appendice, come promesso sopra, tutti gli articoli dei decreti del 1923 e 1927 che non sono stati rispettati dall’ex Ufficio Trazzere e l’articolo sulla storia delle trazzere in “nuce” tratto dalla rivista del Catasto del 1941, per far informare tutti i lettori che i “Servizi Tecnici del Catasto” conoscevano bene la storia “borbonica delle Regie Trazzere” e nella stesura del catasto particellare hanno correttamente denominate le strade indicate come , Regie, Statali, Provinciali, Comunali e Vicinali, ecc. Il lettore si accorgerà certamente che solo le carte catastali sono veritiere, mentre restano falsi tutti i percorsi delle 690 decretate trazzere armentizie, perché il Demanio Trazzerale non ha un documento, un titolo, una mappa topografica, una carta stracciata, una traccia di almeno una sola trazzera che prova la sua larghezza di canne 18 e palmi 2 corrispondenti a metri 37,68. Proprio in questa circostanza il Catasto è del tutto probatorio. Infatti la questione si pone in questi termini: io poveraccio usurpatore ho un rogito notarile di acquisto regolarmente registrato e trascritto nei registri immobiliare; tu Demanio Trazzerale! che titolo, documento, carta topografica, traccia stradale possiedi per contestare la larghezza stabilita dal Catasto che dichiara “ex se” (da se stesso) la demanialità della strada ? Nessuno!
Bibliografia
Cellai Martino-I Fasti Militari della Guerra d’Indipendenza d’Italia dal 1848 al 1862 volume IV custodito dall’Archivio Rinascimentale di Milano Via Senato.
Antonino Messana –Sintesi di Contabilità dello Stato-Campo Editore Alcamo 1983 custodito dalla Biblioteca Civica di Alcamo.
Appendice