Il presidente della Regione Siciliana reclama lo stato di emergenza, il ministro dell’Interno gli tira le orecchie
Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci continua nel non far fare bella figura a tutti i siciliani. Travolto ormai dal richiamo leghista, Musumeci affronta l’arrivo dei migranti sotto il profilo di una emergenza. E così invece di pensare a proporre interventi per l’accoglienza e l’integrazione, dei migranti regolari, eccolo pronto a reclamare al Governo nazionale una dichiarazione di stato di emergenza, dichiarazione che si traduce solo in una richiesta di fondi ma non si capisce per far che cosa, come gli ha replicato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. La cronaca è delle ultime ore. Musumeci ha consegnato alle redazioni questa dichiarazione: “Non amo ripetermi e neppure alimentare polemiche sterili. Dico con forza che la Sicilia continua a essere presa d’assalto dagli sbarchi e che le politiche nazionali non riescono a bloccare questo criminale commercio di carne umana.I viaggi dei ministri degli Esteri e dell’Interno sull’altra sponda del Mediterraneo non stanno raggiungendo gli obiettivi sperati. E l’Europa guarda complice e silente. La Sicilia è la frontiera a Sud di un Continente che preferisce girarsi dall’altro lato, mentre la disperazione sale dall’Africa, cercando in Sicilia la porta di accesso a una vita che in queste condizioni non potrà mai essere migliore”. “Mi appello – ha proseguito il governatore – al presidente Draghi: serve un segnale forte e ormai può venire solo da lui. Faccia quello che non ha voluto fare chi l’ha preceduto e dichiari lo stato di emergenza per gli sbarchi. C’è un mix pericoloso tra numeri crescenti degli emigranti, situazione epidemiologica regionale e la prognosi di crescita di entrambe le situazioni nelle settimane più calde per il turismo e per l’economia siciliana. Gli hotspot al collasso e le persone ammassate l’una sull’altra non possono essere nascoste e lasciano trasparire l’immagine forte di un’accoglienza finta che non rispetta la dignità dell’uomo”. Musumeci ancora una volta pare mettere in relazione l’innalzamento in Sicilia della curva epidemiologica con i migranti, quando invece la realtà è altra, prima causa le vaccinazioni non fatte, cosa questa che trova sponde a sostegno anche dentro la sua maggioranza, o colpa di scelte compiute dall’assessorato alla Sanità che, non si dimentichi, sono oggetto di una indagine giudiziaria che vede indagato l’attuale assessore Razza, quello che voleva spalmare il numero dei morti durante i giorni caldi della crisi pandemica. “Serve -ha concluso Musumeci – un gesto forte che ci consenta di adottare misure di compensazione finalmente adeguate e che dia un messaggio chiaro a chi, a Bruxelles, fa di tutto per non assumersi chiare responsabilità. Una cosa è certa: così non si può andare avanti e io non farò finta di nulla”. Secca la risposta del ministro Lamorgese, da Torino, dove si trova, “L’emergenza ci sarebbe se restassero tutti in Sicilia. Cosa che non avviene perché dopo il periodo di quarantena sulle navi vengono distribuiti sul territorio”. Lamorgese ha affermato che la scelta di predisporre delle navi per i controlli sanitari “è stata positiva”. Inoltre ha fatto presente che “molti degli sbarchi sono autonomi e non possiamo fermarli”