Scalinata San Domenico in fiore. La Dichiarazione del sindaco Tranchida: «L’infiorata è un omaggio alla città, anche per questo abbiamo voluto rendere pubblica l’opera sui social del comune, ed insieme il richiamare la comunità cittadina alla riflessione su temi attuali ed assolutamente laici (dalla violenza sulle donne all’impegno antimafia o per la tutela dell ambiente, etc). Vi è anche una particolare inclinazione spirituale e religiosa su alcuni temi che può non trovare d’accordo tutti così come rassegnatomi per le vie brevi, ma l’opera va comunque letta nel suo insieme e con il debito di rispetto democratico delle idee e sensibilità di tutti. L’approccio laico del comune, più in generale anche nella concessione di suolo pubblico per manifestazioni le più diverse e disparate, non può significare valutazioni discrezionali e/o di censura, bensì di rispetto per tutti. Grazie ancora a Claudio Maltese ed ai volontari dell’Associazione TraduMari&Venti».
Sula vicenda anche le dichiarazioni del Vescovo mons. Pietro Maria FrAgnelli: “Questa mattina mi ha colpito l’enfasi riservata dalla stampa locale alla notizia di una polemica nata sui social tra alcuni cittadini e l’Amministrazione comunale di Trapani che ha patrocinato una infiorata realizzata da un’associazione laica che ha scelto il tema religioso della preghiera a “Maria che scioglie i nodi”, preghiera molto amata da Papa Francesco, legandola a temi caldi dell’attualità sociale. Al di là del caso specifico, stupiscono soprattutto il tono e il contenuto di alcune affermazioni che sembrano deragliare dal punto di vista linguistico e semantico: rispettare la “legge 194 sulla tutela sociale della maternità e l’interruzione volontaria della gravidanza” e contemporaneamente pregare per le donne che vivono con difficoltà il “nodo” della gravidanza e la scelta della vita, sono due realtà in antitesi?
Non è una questione di “steccati”, ma di senso comune: a livello popolare è molto sentito il dramma del grande lago di dolore che non si riesce a prosciugare, di tante donne che ricorrono all’aborto per solitudine, per difficoltà economiche, per una società del benessere che non riconosce a tutti l’uguaglianza degli stessi diritti e “scarta” i soggetti più deboli.
Proprio qualche settimana fa, papa Francesco ha lanciato un nuovo monito contro la «cultura dello scarto» che riguarda poveri delle periferie geografiche ed esistenziali, anziani, le donne e i bambini a cui viene negato il diritto alla vita, chiedendo un sistema sanitario gratuito in tutti i paesi del mondo.
E se l’aborto – come ha rilanciato qualche giorno fa un editoriale di Avvenire – da terreno di battaglia diventasse luogo di incontro? Difficile persino immaginarlo, ma ci sono temi endemicamente divisivi che, guardati da un’angolatura mai sperimentata, possono rivelare inattese occasioni di riconoscimento reciproco. Se non si gioca al ribasso
Vescovo mons. Pietro Maria FrAgnelli