“La scrivente Associazione è venuta a conoscenza della esistenza di un progetto redatto dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale consultabile sul sito web dell’A.R.T.A. relativo a “Lavori di dragaggio dell’avamporto e delle aree a ponente dello sporgente di Ronciglio” del porto di Trapani”. Inizia così una nota di FareAmbiente Coordinamento Regionale a firma del suo coordinatore il Dott. Nicolò Nicolosi, e continua:
“Il progetto prevede il trasferimento e la immersione dei fanghi di escavazione nelle acque antistanti il Monte Cofano (riserva naturale regionale e Zona di Protezione Speciale della Unione Europea), in prossimità del SIC marino del “fondali del Golfo del Cofano” ed ancora limitrofo all’Area Marina Protetta di reperimento (fondali del Golfo del Cofano e Custonaci) cosi come previsto dalla legge quadro 394/91.
L’affondamento di fanghi o, come viene dichiarato, di sabbie in un sito di tale importanza naturalistica, definita tale dalla Regione Siciliana, dallo Stato italiano e dall’Unione Europea non può che destare molta preoccupazione all’Associazione ed ai suoi soci.
Da un primo esame si rileva il mancato rispetto nella individuazione dell’area di immersione dei fanghi dei dettami del decreto legislativo 173 del 2016 “Regolamento recante modalità e criteri tecnici per l’autorizzazione all’immersione in mare dei materiali di escavo di fondali marini” e dunque del decreto legislativo 152 del 2006.
In definitiva il sito individuato, piuttosto che per i suoi aspetti , naturalistici, paesaggistici, storici lo si vorrebbe valorizzare con lo scarico di oltre 400.000 metri cubi di fanghi/sabbie che potrebbero in una seconda fase sfiorare il milione di metri cubi.
La stessa Università Kore di Enna nello studio allegato al progetto afferma che la immersione in mare dei suddetti materiali “non dovrebbero” avere conseguenze sull’ambiente sottomarino non dando così certezza sul mantenimento della integrità dell’ambiente.
Si chiede quindi alle SS.LL. di scongiurare il rischio di tale scempio e di procedere al contrario all’attivazione della procedura della istituzione dell’Area Marina Protetta “Fondali del golfo Cofano e golfo di Custonaci” per consentire alle generazioni future di continuare a godere di un ambiente unico e già scampato più volte ai tentativi di aggressioni speculative di diverso genere (si pensi alla individuazione alla metà degli anni settanta dell’area del golfo di Custonaci come sito per la costruzione di uno stabilimento petrolchimico nella piana di Makari).
Si chiede ancora di poter partecipare agli eventuali tavoli di concertazione che dovessero istituire confidando in un sereno e proficuo confronto tra le parti che possa trovare il modo di coniugare la bellezza e i luoghi (indiscusso volano economico della Sicilia Nord occidentale) e le necessità dello sviluppo del porto della Città di Trapani”.