Indagine della Procura e della Finanza sugli investimenti milionari nelle Egadi: ipotesi autoriciclaggio contro Tagliavia
Perquisizioni e sequestri, un blitz della Guardia di Finanza è calato appena 24 ore addietro sull’isola di Favignana. Sotto inchiesta è finito un super manager del mondo del mare, Fabio Tagliavia, 57 anni, palermitano di origine ma ufficialmente residente a Singapore da dove muove tutti i suoi affari da un po’ di anni. Nel suo curriculum anche quello di essere stato manager di gruppi navali del settore crocieristico e trasporto commerciale. Contro di lui l’ipotesi di reato è quella di autoriciclaggio Consistente l’importo, oltre 6 milioni di euro. A coordinare l’indagine delle Fiamme Gialle è la Procura di Trapani che assieme alle perquisizioni ha ordinato il sequestro di quei beni posseduti dal Tagliavia a Favignana, le proprietà acquistate o realizzate con maxi bonifici che arrivavano dalla sede di Singapore della società di Tagliavia sui suoi conti intrattenuti in Italia. Tagliavia da qualche tempo ha fatto parlare di se sull’isola delle Egadi, per via di tutta una serie di investimenti, acquisti, creazioni di locali parecchio alla moda, alberghi e resort. Immobili storici come quello della “Camparia’, la struttura che veniva usata dai tonnaroti, ha ripreso nuova vita. Tutto questo tanto da meritare le migliori recensioni sulle riviste patinate internazionali. Ma secondo i finanzieri dietro il bello delle cose si nasconderebbe una operazione criminale, pesante il reato contestato, Tagliavia è finito iscritto nel registro degli indagati perché sospettato che per i suoi investimenti abbia usato denari di provenienza illecita. L’indagine va avanti da qualche tempo, era rimasta sotto traccia fino a ieri quando i finanzieri sono sbarcati a Favignana. Tempo addietro Alqamah aveva sollevato il caso di questi investimenti di Tagliavia a Favignana. Acquisti che venivano perfezionati in poche ore, prelazioni che non venivano nemmeno rispettate perché dall’altra parte c’era chi faceva vedere soldi subito e facili. Adesso l’inchiesta e Favignana che di colpo si ritrova a cadere nella cronaca giudiziaria, dapprima per una indagine di mafia, poi per la mala politica adesso per affari poco puliti.
Una rettifica all’articolo: il decreto emesso dalla Procura di Trapani non ha riguardato il sequestro di beni, si tratta solo di un sequestro probatorio e le uniche cose materialmente sequestrate sono state un paio di attrezzature informatiche, cellulare, notebook, nel possesso del manager . Dell’errore involontario ci scusiamo con l’interessato e con i lettori.