Delitto Rostagno, la Cassazione respinge un altro ricordo e conferma l’ergastolo
La Cassazione ha respinto il ricorso straordinario presentato dall’ergastolano Vincenzo Virga, capo del mandamento mafioso di Trapani, contro la sentenza della stessa corte che in via definitiva, nel novembre 2020, lo aveva condannato per l’omicidio del giornalista Mauro Rostagno, avvenuto il 26 settembre 1988. La Cassazione ha chiesto a Virga di pagare le spese processuali. La difesa del capo mafia col ricorso straordinario ha tentato di far cogliere un errore nella decisione dei giudici di primo e secondo grado, di non considerare piste alternative a quella mafiosa. Ma per i giudici della Suprema Corte errori nella raccolta delle prove nel corso dei giudizi non ce ne sono. La difesa di Virga ha contestato la fondatezza concessa al racconto del collaboratore di giustizia, Vincenzo Sinacori, che riferì di quando il capo di Cosa nostra belicins, Ciccio Messina Denaro, fece sapere che Virga aveva avuto l’ordine di far uccidere Rostagno, definito dai mafiosi una camurria per via delle sue cronache giornalistiche dagli schermi della tv privata Rtc, mentre per la difesa doveva meglio prendere in esame la testimonianza di un ex ospite della comunità Saman, nella quale Rostagno si occupava del recupero dei tossicodipendenti. Insomma il tentativo di riprendere in esame contro la pista mafiosa quelle pagine della cosiddetta pista interna che a metà anni 90 aveva visto arrestata anche la compagna del giornalista, Chicca Roveri. Una indagine poi finita in archivio, totalmente infondata. Dal processo per l’omicidio mafioso è uscito assolto invece il conclamato killer di Custonaci Vito Mazzara, rimasto in carcere per altri delitti, come quello del poliziotto penitenziario Giuseppe Montalto. Il prossimo 23 dicembre ricorrerà il XXVI anniversario. La morte di Montalto fu il regalo di Natale dei boss liberi per quelli detenuti al 41 bis.