Un mazzo di rose rosse e una corona d’alloro sulla tomba di Piersanti Mattarella a Castellammare. La città rinnova l’affetto per il Presidente “dalle carte in regola” ucciso 42 anni fa. FOTO
CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Un mazzo di rose rosse in segno di affetto sulla tomba di Piersanti Mattarella nel 42esimo anniversario della sua uccisione. Quelle rose, come si legge sul biglietto, provengono da Palazzolo Acreide (Siracusa) e c’è indicato un nome: On. Avvocato Carlo Giuliano.
L’On. Giuliano per anni è stato il vice di Mattarella alla Regione, diventato Presidente della Regione Siciliana dopo l’assassinio di Piersanti, avvenuto il 6 gennaio 1980, fino al marzo dello stesso anno. Un ricordo, quello di Giuliano, che si rinnova ogni anno, un rapporto di amicizia che dura nel tempo e va oltre la morte.
Assente anche quest’anno il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fratello di Piersanti. Nessuna visita privata oggi nella chiesetta del Cimitero Comunale. L’ultima visita ai propri cari al Cimitero per il Capo dello Stato risale al giorno di Santo Stefano.
“Tenere vivo il ricordo”
Questa mattina anche la sua città natale, Castellammare del Golfo, come ogni anno, ha reso omaggio al “suo” Presidente. Nessun corteo, nessuna celebrazione pubblica, ma soltanto un piccolo momento ristretto davanti la sua tomba a causa delle misure restrittive legate all’aumento dei contagi al Covid-19.
Per non creare assembramenti e rispettare le misure di contenimento del Covid-19, questa mattina solo Sindaco Nicolò Rizzo, accompagnato dal Comandante della Polizia Municipale Dott. Osvaldo Busi, ha deposto una corona d’alloro sulla tomba di Piersanti Mattarella che riposa nella chiesetta cimiteriale.
“Nonostante la situazione legata al Covid, – ha aggiunto a margine del piccolo momento di ricordo ad Alqamah.it il Sindaco Nicolò Rizzo – anche quest’anno abbiamo voluto ricordare la figura di Piersanti Mattarella. Il nostro è un gesto di affetto e di rispetto per l’uomo che poteva cambiare le sorti della Sicilia, ma anche dell’Italia intera. È importante tenere vivo il ricordo del nostro concittadino Piersanti Mattarella: una persona immensa che ha dato tanto alla nostra Sicilia. La città – ha sottolineato il Sindaco Rizzo – lo ricorda sempre con affetto per tutto quello che ha fatto e per la sua lungimiranza. Il ricordo di Mattarella però va concretizzato nelle azioni quotidiane di ognuno di noi, soprattutto all’interno delle Istituzioni.”
Musumeci: “I suoi valori tracciarono la direzione per cambiare la Sicilia”
“I valori di Piersanti Mattarella rappresentano ancora oggi un esempio per il mondo politico. Il suo coraggio e il suo impegno restano punti di riferimento per chi vuole portare avanti – con le azioni ancora prima che con le parole – il processo di cambiamento dell’Isola”. Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nel 42esimo anniversario dell’omicidio di Piersanti Mattarella.
Questa mattina anche il Governo regionale, rappresentato dal vice presidente Gaetano Armao, ha voluto rendere onore alla memoria di Piersanti Mattarella con la deposizione di una corona d’alloro nella cerimonia di commemorazione che si è tenuta sul luogo dell’omicidio, in via Libertà, a Palermo. Nel 42esimo anniversario, inoltre, l’assessorato regionale dell’Economia ha voluto intitolare una quadreria d’arte contemporanea a Piersanti Mattarella per ricordarne l’attività di assessore alla Presidenza con delega al Bilancio.
42 anni senza verità
Dopo quarantadue anni dal delitto del Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella, nato e sepolto a Castellammare del Golfo, non si conosce ancora il nome del killer che sparò nel giorno dell’Epifania in viale Libertà a Palermo. Ad essere condannati, fino ad oggi, soltanto i mandanti componenti della Cupola mafiosa che in quegli anni insanguinava le strade non solo di Palermo, ma della Sicilia intera. Condannati il Capo dei Capi Totò Riina, Michele Greco “il papa” Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci. Ma ancora oggi i killer sono rimasti senza volto. Dalla mafia alla pista nera, dopo 42 anni ancora il buio avvolge quel pezzo di verità che ancora oggi la famiglia Mattarella chiede a gran voce. Lo ha fatto alla vigilia del 42esimo anniversario dell’uccisione il nipote Piersanti sulle pagine dell’AdnKronos.
Il nipote, omonimo del “Presidente dalle carte in regola”, non si arrende e continua a chiedere verità su quella morte che sconvolse la Sicilia. Nel 2018 la procura di Palermo ha riaperto l’inchiesta sull’omicidio, ma fino a oggi non sono stati trovati elementi nuovi per potere arrivare a una piena verità.
“Bisogna continuare a tenere vivo il ricordo di Piersanti soprattutto per non abbassare l’attenzione su quel pezzo di verità che ancora manca. Lo Stato – ha aggiunto infine il Sindaco di Castellammare del Golfo Nicolò Rizzo ad Alqamah.it – deve fare tutti gli sforzi necessari per tirar fuori questa verità. Bisogna intervenire a tutti i livelli per riempire i tanti buchi neri della nostra Repubblica. Lo Stato ha tutti gli strumenti per farlo e siamo sicuri che saprà tirare fuori tutte le verità, anche le più scomode”.
Quarantadue anni dopo quel tragico 6 gennaio 1980 non si conosce il nome di chi sparò quel giorno, mettendo la parola fine alle speranze dei tanti siciliani che avevano visto in Piersanti Mattarella l’inizio di un vero rinnovamento della politica siciliana: una politica lontana da condizionamenti mafiosi, una politica “dalle carte in regola”.