Borsa di studio alla memoria di Salvatore Bologna, uno dei “principi” del foro siciliano
A 100 anni dalla nascita, l’ordine degli avvocati di Trapani ha deciso di ricordare con la istituzione di una borsa di studio, l’avvocato Salvatore Bologna. Presidente dell’Ordine degli avvocati di Trapani per diversi anni, presidente della Camera Penale, è stato uno dei “principi” del foro siciliano e nazionale. Nato a Paceco il 28 ottobre del 1922 è scomparso nel 2003, lasciando di se un ricordo di uomo impegnato nel mondo della Giustizia ma anche nel territorio siciliano. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trapani ha bandito la “Borsa di studio Avvocato Salvatore Bologna”, in collaborazione con i familiari, per ricordare la figura dell’illustre penalista “che – scrive il presidente dell’Ordine avv. Vito Galluffo – si è contraddistinto per la sua umanità, generosità d’animo e per le elevate competenze professionali e giuridiche”. In occasione del centenario della nascita i figli dell’Avvocato Salvatore Bologna, volendo onorare la figura del padre, hanno messo a disposizione un premio che consiste in una borsa di studio della somma di euro cinque mila euro per i praticanti Avvocati e i giovani Avvocati, iscritti da non più di 2 anni, ad uno degli Ordini del Distretto della Corte di Appello di Palermo. Per la partecipazione i candidati dovranno presentare un elaborato inedito, in lingua italiana, di non più di 8 pagine, sul tema “Il concorso esterno in associazione di tipo mafioso”. Il vincitore verrà premiato in una cerimonia di conferimento che avrà luogo il 28 ottobre 2022 presso il Palazzo di Giustizia di Trapani. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il 31 maggio 2022. Un autentico ricordo dell’avv. Salvatore Bologna è racchiuso in un volume curato da uno dei più autorevoli bibliotecari della Sicilia, il prof. Alberto Barbata. A scrivere alcune delle pagine dedicate all’avv. Bologna è stato il giornalista Salvatore Morselli. Il “Masaniello” di Paceco così ricordato per la battaglia condotta nel periodo della seconda guerra mondiale, tra la fine del 1943 e i primi mesi del 1944. Bologna fu tra quei giovani universitari che si presentarono volontariamente per andare in guerra, ma che presto si accorsero del bluff di Mussolini e della violenza criminale degli alleati tedeschi, e così con altri lasciò le armi riuscendo a tornare a Paceco, resistendo con altri al bando del Re che voleva richiamare alle armi chi era fuggito dai fronti di guerra, “significava – ricordò Bologna discutendo col giornalista Morselli – andare a combattere contro altri italiani”. Paceco fu così tappezzata di manifesti che erano un invito alla rivolta, una vera e propria marcia di uomini da Paceco raggiunse Trapani e la prefettura (la cui sede era allora a Palazzo Quartana, in via Fardella), e tutto questo per impedire il censimento da parte delle autorità militari dei giovani che erano sfuggiti alle armi. Momenti carichi di tensione che Bologna da giovane studente universitario affrontò con una sfida alle autorità a viso aperto, tra i militari posti dall’altra parte anche l’ufficiale Giovanni Liotti, che era il papà di Nicola ed Ernestina, altri due nomi che per Trapani diventeranno famosi, il primo diventato avvocato e la seconda preside. Ecco da queste manifestazioni il soprannome di “Masaniello” meritato dal giovane Salvatore Bologna. Anni dopo avrebbe intrapreso altre lotte, indossando la toga nelle aule di giustizia. Sempre con grande stile signorile, ottenendo il rispetto di magistrati e giudici anche al di fuori del distretto giudiziario palermitano. E poi tra gli avvocati di oggi sono tanti quelli che ricordano i loro inizia di carriera con l’accoglienza loro riservata dall’avvocato Salvatore Bologna, pronto a dare consigli e aiuto e quando serviva anche manforte, non dimenticando mai di essere stato quel giovane “Masaniello” di un tempo.