Ieri, in occasione del “Giorno della Memoria”, presso la Prefettura di Trapani, “si è svolto il programmato incontro per celebrare la significativa ricorrenza, nel corso della quale- come da accluso programma- è stata sottoscritta da parte di tutti i Sindaci della provincia, una “Dichiarazione di Intenti” con la quale i Comuni si sono impegnati alla posa delle “Pietre di Inciampo” in coincidenza delle abitazioni dei concittadini deportati, ai quali sono state conferite le medaglie d’onore di cui alla L. 27 dicembre 2006, n. 296”. Questo l’incipit di un comunicato della Prefettura di Trapani, che continua andando nel particolare dell’evento e delle ragioni:
“Le “Pietre d’Inciampo” sono piccole targhe d’ottone della dimensione di un sanpietrino (10×10) che vengono poste a scopo memoriale davanti alla porta dell’ultima abitazione delle vittime della ferocia, recante il nome della vittima, l’anno di nascita, la data e il luogo della deportazione e la data di morte e fanno parte di un progetto che ha avuto anche il riconoscimento dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.
Il progetto ha trovato l’immediata adesione, come detto, di tutti i Sindaci, che con convinzione hanno dimostrato grande sensibilità e senso delle Istituzioni, favorendo così, nel territorio, la diffusione del messaggio di pace, al fine di mantenere viva la memoria delle vittime del nazismo.
All’evento, nella consapevolezza che è necessario per tutti conservare e tramandare la memoria storica della barbarie nazista e commemorare le vittime dell’olocausto, hanno partecipato, nell’assoluto rispetto delle misure di contenimento e controllo in essere, il Vescovo della Diocesi di Trapani, i vertici provinciali delle Forze dell’Ordine, i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma, l’Ufficio Scolastico provinciale, nonché i familiari di alcuni decorati della provincia che hanno reso testimonianze concrete dei loro congiunti deportati.
Hanno partecipato, altresì, da remoto oltre cento classi delle scuole del territorio, ad eccezione di una piccolissima delegazione in presenza, consentendo così agli studenti, principali destinatari di cogliere il vero significato che la ricorrenza racchiude ed intende trasmettere, sul presupposto che solo attraverso la memoria, unico antidoto all’indifferenza, si può consolidare il rifiuto incondizionato della violenza dell’uomo sull’uomo e della sopraffazione in genere.
La manifestazione è stata arricchita dal saluto del Sig. Nicasio Anzelmo, sopravvissuto alla deportazione e già insignito della medaglia d’onore di cui alla L. 27 dicembre 2006, n. 296, quasi centenario che con lucidità ha rivolto il suo messaggio agli studenti.
Il Prefetto nel suo intervento ha sottolineato che “ ricordare è doveroso, come è altrettanto fondamentale passare il testimone del ricordo di quei tragici eventi alle giovani generazioni, che hanno il dovere, ancor prima del diritto, di conoscere le vicende orribili che costituirono una tristissima pagina della nostra storia, ispirata dalla follia di alcuni uomini”……… “ma la memoria non deve essere fine a se stessa… deve essere condivisa ed oggetto di dialogo e soprattutto di riflessione e dibattito in modo che le coscienze, soprattutto dei più giovani, possano maturare e respingere con forza i rigurgiti antisemiti e razzisti di cui purtroppo la cronaca, anche recente, è ancora troppo ricca”.
“ L’antisemitismo, ha ribadito il Prefetto, purtroppo non si è affatto esaurito con la Shoah.. negli ultimi anni l’antisemitismo ha assunto un ruolo sempre più rilevante nel dibattito pubblico e anche le istituzioni pubbliche riconoscono che l’antisemitismo non è solo un “reperto storico” del lontano passato, ma una emergenza sociale del nostro presente” … “Ricordare la tragedia della shoah vuol dire simbolicamente ricordare anche tutti i genocidi da chiunque provengano e di qualunque colore politico a cui, purtroppo, anche in tempi recenti, continuiamo ad assistere”
Rivolgendosi agli studenti il Prefetto ha evidenziato che “ il giorno della memoria deve servire anche a ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi, spesso noi stessi ne siamo gli autori, a volte senza rendercene conto, per comodità o opportunismo non alziamo abbastanza la voce! Il linguaggio aggressivo è sempre più diffuso specie sui social e favorisce il diffondersi del linguaggio dell’odio”.
Altrettanto significativo è stato l’intervento di S.E. il Vescovo, Monsignor Fragnelli, il quale, nel condividere l’iniziativa e ricordare una sopravvissuta ai campi di concentramento che aiutò gli ebrei a rischio della propria vita, ha auspicato che la memoria ed il ricordo possa connotare anche coloro che si sono distinti per avere vissuto promuovendo il bene e all’insegna degli stessi valori morali che hanno contraddistinto i deportati”.