La XXVII giornata dedicata al ricordo delle vittime innocenti delle mafie
Oggi è una di quelle giornate in cui siamo chiamati a guardare al passato per segnare meglio i nostri passi che da domani ognuno di noi nel percorso delle nostre rispettive vite dovrà muovere. Ed è una riflessione collettiva illuminata dal primo giorno di primavera, oggi 21 Marzo. Questo comportamento è frutto del culto della memoria (ma c’è chi lo chiama vizio per lo più per non condividerlo e darsi così una giustificazione), senza memoria non si capisce dove siamo affondati in alcune situazioni, e spesso accade che senza memoria non ci si renda conto di come il passato possa tornare con tutte le sue peggiori nefandezze. La guerra che oggi bussa alle nostre porte, la storia, e quindi la memoria, ci dicono esserci già stata, nel secolo scorso, ma sembra oggi. I morti ammazzati dalle mafie sono storie del passato, ma sembra oggi: non ci sono le mattanze di donne, bambini e uomini, le mafie oramai non sparano quasi più, ma quei morti di ieri erano protagonisti di uno scenario che come quello di oggi sottovalutava la pericolosità delle mafie. Oggi ricordiamo grazie all’associazione Libera le vittime innocenti delle mafie, più di un migliaio, la maggior parte di loro sono nomi cancellati dalle menti, ma che sono ancora qui davanti a noi a chiederci di non dimenticare, perché per tanti di loro essere dimenticati è significato essere rimasti senza verità e giustizia. Lo scenario di oggi ci preoccupa, perché non passa giorno in cui qualcuno si sente in diritto di alzare la voce contro chi invece coltiva nelle azioni quotidiane il culto della memoria, e che per questo cosiddetto “vizio” rischia di essere anche linciato, talvolta anche condannato nelle aule di quella giustizia che si è bendata non per garantire un giudizio giusto, ma per non vedere e sentire. Ecco oggi è una giornata importante per i tanti che invece mantengono il dovere della memoria, perché è l’occasione dell’incontro con i tanti familiari delle vittime innocenti delle mafie, che sono oggi in tante piazze d’Italia, la principale a Napoli, in Sicilia è stata scelta Vittoria, nella nostra provincia incontri sono stati organizzati a Castelvetrano, Paceco, Marsala, per passare il testimone del coraggio e della forza di affrontare anche le ingiustizie e di continuare a combattere per ottenere verità e giustizia. La società che davvero vuol essere civile deve lavorare ogni giorno per fermare ed acciuffare le tante verità che corrono per le nostre strade, fermarle, consegnarle a chi deve giudicare, la società che davvero vuol essere civile deve smetterla di confondere il boia con la vittima. Siamo cittadini di uno scenario dove mafie e corruzione restano i primi ostacoli per ottenere verità e giustizia. Mafie e corruzione sono mosse da quei soggetti che hanno parecchia paura dell’informazione e così cercano di addomesticarla, comprarla, mettere il bavaglio. Mafie e corruzione vivono nella oscurità di un sistema che vuol rendere tutto il resto oscuro. Allora questo 21 Marzo, primo giorno di Primavera deve essere anche l’occasione per rinnovare la promessa che noi giornalisti abbiamo fatto quando abbiamo deciso di abbracciare questo mestiere, e cioè quella che il nostro vero datore di lavoro è il lettore, sono i cittadini: è rispetto a loro che abbiamo il dovere dell’ascolto, e rispetto a loro che abbiamo pieno diritto a raccontare ciò che accade, senza stare dietro a certe veline o a personaggi ambigui. Il 21 è un numero che ci appartiene, perché è nell’articolo 21 della Costituzione che per tutti i cittadini italiani è sancito il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero. Questa nostra città, questa nostra provincia, questa Sicilia, attendono da troppo tempo che vengano abbattuti e cancellati certi muri di gomma che proteggono i responsabili di un passato che resta presente, attuale, che permette al fenomeno mafioso di restare pervasivo e influente. Uniamoci assieme, prendiamo per mano le migliaia di familiari delle vittime innocenti della mafie, e andiamo a prendere casa per casa chi oggi con alle mafie appartiene o ne è fedele complice.