L’Italia a Palermo sconfitta dalla Macedonia del Nord. Fuori dai Mondiali, cosa è successo e cosa succederà?
PALERMO. La seconda volta consecutiva senza mondiali. La nazionale di calcio allenata da Gianluca Mancini, ieri sera nello scenario del tutto esaurito al Barbera di Palermo, si è fatta superare dalla Macedonia del Nord per 1 a 0, il gol nei tempi di recupero. Delusione sugli spalti e nell’ambiente della nazionale, anche perché Campione d’Europa in carica.
C’è chi parla di Rivoluzione, chi di rifondazione e chi…
Le voci di corridoio si susseguono e si parla di rifondazione, di rivoluzione o di continuità, le fronde sono in azione e combattive, ma tutte non tengono conto della realtà, cioé di una nazionale italiana che dopo aver fatto sognare con la vittoria dell’Europeo, mettendo in campo corsa e voglia di superare i propri limiti, ora si ritrova fuori dai mondiali perché in campo è mancata “fame” e rabbia. Una situazione che dovrebbe far riflettere sulle potenzialità del calcio italiano, ma principalmente sulle politiche messe in atto.
L’Olimpo del calcio è molto in alto, ma dietro ogni angolo c’è un burrone, e l’Italia di Gianluca Mancini ne ha trovato uno, e non l’ha evitato anche se gli avvisi c’erano.
Le soluzioni estreme, che però portano a nulla
Da ieri sera tutti che sanno cosa si doveva fare e cosa no, quali i cambi giusti e quali no, quali i giocatori di valore e quali no, “perché non ha portato Balotelli invece di quel brocco di Immobile” e anche “Mancini ha altro per la testa, è pieno di se”, ecc.. Tutti allenatori e grandi esperti di sociologia, politica e chi più ne ha più ne metta. Soluzioni estreme che vedono coloro che erano stati additati come eroi, oggi essere descritti come il nulla, solite cose da “tifosi”.
E’ il momento della serietà
La verità però è una: i giocatori, l’allenatore e i dirigenti devono prendere atto della situazione, ragionare e non farsi trasportare dal sentimento del momento, solo così potranno fare una scelta seria. Dicevamo è l’ora di invertire la rotta e fare scelte “politiche” differenti.
E’ calcio non è una “guerra”
“Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio”. Lo diceva Winston Churchill, sbagliando, ma questo sia di stimolo per pensare che siamo in un momento particolare della storia del Mondo, quindi bisogna dire: è il calcio, dalle delusioni si può ripartire, dando il giusto peso alla situazione. E’ necessario finire con un modo di dire che semplifica tutto: “U palluni è tunnu”, “Il palone è rotondo”, così può capitare che i campioni perdano con chi in quel momento sembra essere più debole, ma nel calcio, come il altri settori, se non intervengono questioni esterne, non c’è nulla di scontato.
P.S.: Agli inglesi: comunque noi siamo Campioni d’Europa sul campo.