Concorsopoli, il vigile del fuoco: “Uno si ammazza per la gente…”

Gli sfoghi al telefono di Giuseppe Pipitone

“Uno si ammazza la vita per aiutare la gente… Disponibile… Per aiutarla in tutti i sensi e poi alla fine…”. Si sfogava così al telefono Giuseppe Pipitone, il presunto capo della concorsopoli scoperta dai Carabinieri ad Alcamo, in servizio a Catania.

“Ho smobilitato mezzo mondo al ministero, ho disturbato un prefetto”. Dei suoi agganci parlava così con la moglie che intanto gli contestava di avere poco considerato la famiglia per dedicarsi agli altri. Ovviamente Pipitone evitava di parlare dal suo telefono e utilizzava un numero intestato a una anziana zia, aveva preoccupazione delle intercettazioni. Parlava cifrato: “Questo che ti sto chiamando è uno che sta seguendo il nostro percorso e quindi mi interessa che faccia il salto di qualità”. Dove percorso sta per raccomandazione e salto di qualità per un passaggio utile nella graduatoria.

Alla pg della Forestale che nel 2019 andarono a fare la perquisizione a casa e che trovarono il “libro mastro” delle raccomandazioni, il “pizzino” con i nomi annotati dei concorrenti al concorso per i Vigili del Fuoco, con a fianco le somme pagate, per il denaro trovato nascosto in garage, sotto delle divise e in una busta gialla, 7200 euro, si giustificò dicendo che erano soldi suoi, risparmi. Preferiva il garage alla banca. “Sono regali e risparmi”.

Le preoccupazioni di Pipitone sono aumentate dopo anche una indagine della Guardia di Finanza a Benevento, per un’altra concorsopoli sempre nei Vigili del Fuoco. Una indagine che con quella trapanese ha in comune il nome del sindacalista della Uil Filippo Alessandro Lupo. Una parte del fascicolo è arrivato in Procura a Trapani, alcuni degli intercettati in quella inchiesta delle Fiamme Gialle sono stati sentiti parlare anche di Pipitone. Contro di lui le invettive per averli coinvolti a loro insaputa nella concorsopoli, tanto che una delle componenti di commissione viene sentita parecchio irata: “Mi chiedeva informazioni quello di Alcamo… Uno stronzo… Se mi capita sotto le mani gli metto le mani al collo a questo stronzo”.

Nelle stesse intercettazioni il riferimento anche al suicidio di un vice prefetto nel dicembre 2019. “Persona splendida e solare…. Lo hanno pressato… Forse non ha retto non si spiega altrimenti il gesto”. Il nome di questo vice prefetto S.I. non riguarda però l’indagine trapanese. Tra gli elementi emersi quello che Pipitone praticamente andava a cercarsi i “clienti” per la scuola di formazione secondo i carabinieri “fittizia”. Proponeva le possibilità di essere assunti nei Vigili del Fuoco, proposta fatta anche a un sacerdote: “Quindicimila euro per vincere il concorso” era la proposta. Per i contatti con i candidati al concorso , Pipitone creò una apposita chat di WhatsApp chiamata “Autonomia”. Forse ispirata all’autonomia con la quale lui puntava a eludere le regole concorsuali.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.