“Non si può più chiamare emergenza incendi. E’ ben altro. Ormai si tratta di un tassello di una deriva istituzionale che non ha precedenti. Di fronte ad un intero fronte di montagna ridotto a poco più di cenere, si assiste ad un’assoluta mancanza di rispetto per i territori feriti associata ad una insopportabile arroganza politica di chi dovrebbe rispondere delle sue mancanze ed incapacità ed invece prova a nascondersi dietro dichiarazioni inascoltabili. Il dato certo è che la montagna di Erice è andata a fuoco”. Inizia così un comunicato di Camillo Oddo in riferimento all’incendio che interessato la montagna di Erice, e continua “Un altro dato certo è che il Presidente della Regione ha provato a colpevolizzare il Comune sapendo che gli errori in buona parte sono suoi e della sua incapacità di governo. Dunque, secondo il Presidente, con le ordinanze sindacali si sarebbe evitato il peggio. Sistemando le aree a rischio nelle proprietà private non ci sarebbe stato il disastro di ieri. Ma si può davvero arrivare a tanta tracotanza. Musumeci avrebbe, prima di tutto, fatto bene a presentarsi ad Erice, per incontrare il Prefetto, il Sindaco della città, le forze dell’ordine, i volontari, i Vigili del Fuoco ed i Forestali che hanno operato in un fronte di fuoco a tratti impressionante. Avrebbe dovuto incontrarli per dare notizie sull’adeguatezza degli interventi di prevenzione e sul servizio anticendio boschivo. Non l’ha fatto perché avrebbe dovuto dire che il servizio è lacunoso, che le squadre d’intervento sono ridotte all’osso ed i loro componenti rischiano la vita ogni volta che sono chiamati a fare la loro parte. Avrebbe dovuto dire che i mezzi sono insufficienti, che alcuni non sono in grado di operare perché vanno sistemati. Avrebbe dovuto dire che le tante cabine di regia, rischiano di diventare soltanto una pericolosa somma di chiacchiere perché non hanno portato a nulla. Avrebbe dovuto dire che interi settori d’intervento sono sguarniti e che il controllo del territorio, in giornate come quella di ieri, non viene allertato perchè non dispone di alcuna strategia. Avrebbe dovuto dire che il sistema dei canadair e degli elicotteri va ottimizzato. Avrebbe dunque dovuto assumersi le sue responsabilità sollevando la vera questione del come attrezzarsi per individuare i delinquenti incendiari con tutti i mezzi a disposizione. Ed invece ha deciso di eluderle, di fare campagna elettorale su un disastro, cercando di mistificare e di delegittimare. In linea con l’irresponsabilità del Presidente anche le scelte dei suoi rappresentanti di governo. La Sicilia non merita questa classe dirigente. Non merita un Assessore all’Agricoltura, che si tiene lontano dalle fiamme ma si precipita in città per parlare con un candidato sindaco dell’incendio di ieri. Ma si può essere così lontani dalla dignità istituzionale di chi dovrebbe invece rappresentare tutti e soprattutto essere presente durante l’emergenza? L’Assessore Scilla non incontra le istituzioni del territorio. Va a parlare d’incendi con un candidato sindaco. Con quali eventuali e possibili risultati? La cruda verità è che Scilla preferisce un gesto di campagna elettorale, al posto di governare e intervenire, se ci riesce, per cambiare rotta. Deve dire cosa ha fatto il governo regionale per affrontare l’emergenza che non è più emergenza ma espressione di un decadimento di certa politica e di chi svolge funzioni di governo. La Regione si sta interrogando sugli effetti dei mutamenti climatici che, con lo scirocco di ieri, hanno dato ampia dimostrazione della loro forza distruttiva? Si sta interrogando su come affrontare incendi di queste proporzioni? Quante risorse ci sono nella Finanziaria regionale che il governo siciliano non riesce a fare approvare alla sua maggioranza? Quali sono le interlocuzioni aperte con il governo nazionale per finalmente dotarci di sistemi di controllo efficaci per prevenire gli incendi? Il disastro ambientale è figlio e frutto anche di questo modo di fare politica e di governare la Regione siciliana”.