Processo Cutrara: iniziati gli interrogatori degli imputati. Non luogo a procedere per Felice Buccellato. Fissato l’appello per i condannati nel rito abbreviato
Lilla e Nicola Di Bartolo sono i primi due imputati del processo scaturito dal blitz antimafia “Cutrara” che sono stati sentiti ieri dal Tribunale presieduto dal giudice Enzo Agate. In aula il pm della Procura distrettuale antimafia, Francesca Dessì. I due fratelli Di Bartolo sono indagati assieme al già riconosciuto capo mafia di Castellammare del Golfo, Francesco Domingo, soprannominato don Ciccio Tempesta, di intestazione fittizia di beni, Nicola Di Bartolo con Domingo sono imputati di estorsione, in ambedue i casi con l’aggravante dell’aver favorito l’associazione mafiosa. I due testi sono stati sentiti dai loro difensori e poi hanno risposto alle domande del pubblico ministero. Nella sostanza hanno respinto leipotesi di accusa. Nicola Di Bartolo deve rispondere del fatto di avere costretto Pietro e Giuseppe Di Bona, attraverso l’intervento di Francesco Domingo, a rinunciare a parte di una somma dovuta per trattamento di fine lavoro. Di Bartolo si è difeso dicendo che casualmente Domingo quel giorno era con lui, di avergli dato un passaggio in auto, sebbene rappresentandogli che aveva un appuntamento per risolvere la questione con i Di Bona. E di essersi fatto comuque accompagnare da Domingo preoccupato che l’incontro potesse avere evoluzioni gravi per lui. Ma in ogni caso di non aver mai chiesto aiuto a Domingo nè in quella occasione nè in altre. A proposito della gestione di una casa di riposo della quale erano titolari i due fratelli Di Bartolo, sia Nicola che sua sorella Lilla hanno escluso di interessi non dichiarati del Domingo in quella struttura. Alla domanda del pm a proposito della conoscenza da parte loro delle condanne per mafia in capo al Domingo, Nicola Di Bartolo ha detto di sapere della circostanza, “ma io con lui ero in buona fede”, sua sorella Lilla ha detto che Domingo nutriva un certo affetto per lei, cosa che comunque ad un certo punto l’ha infastidita. Ancora Lilla Di Bartolo ha spiegato che gli incontri con Domingo erano dovuti al fatto che spesso lui si intrometteva nei suoi affari “perchè ero una persona sola, nemmeno mio fratello mi aiutava, lui, Nicola, pensava a gestire una banda musicale, e Domingo poi con me parlava di più dei suoi figli e di questioni familiari. Alla casa di riposo veniva anche perchè tra i ricoverati aveva una sua zia”. Ed ancora , “lui era un amico nient’altro”. La vicenda della casa di riposo è un aspetto delle contestazioni che hanno portato l’attuale sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, a trovarsi indagato per favoreggiamento reale. Accusa dalla quale è stato assolto al termine del processo svoltosi dinanzi al gup di Palermo col rito abbreviato. Proprio in questi giorni la Corte di Appello ha fissato l’udienza per il procedimento di secondo grado, dopo il ricorso contro l’assoluzione di Rizzo presentato dalla Procura antimafia di Palermo. La prima udienza è prevista per il 12 luglio. Tornando al processo di ieri, il Tribunale accogliendo la richiesta del pm Dessì e dell’avvocato Cacciapalle, ha pronunciato il non luogo a procedere per l’imputato Felice Buccellato, questi sottoposto a visita è risultato incapace in modo permanente a potere partecipare al dibattimento.