Versa ancora in una situazione di “vigile attesa” (come oggi in ambito sanitario potrebbe dirsi), il comitato civico Bike & Jogging On The Road, e le associazioni sportive che ne fanno parte.
Nonostante le aspettative e i vivi entusiasmi che circondano l’iniziativa di cui si è fatto promotore il comitato civico nulla scalfisce il muro di gomma della commissione prefettizia che governa il Comune di Partinico. L’imperturbabile sua quiete sembra sbeffeggiare la sua trepidante attesa.
Facendo un passo indietro, per comprendere, spiegheremo chi sia il mentovato Comitato Civico. Prende vita nel 2015, allorché un gruppo di sportivi che erano soliti transitare sulla SS113 (nella tratta fra i comuni di Alcamo e Partinico) per praticare jogging o in sella alle loro bici, vollero tentare dato il rischio cui si esponevano, la strada di chiedere agli organi competenti uno spazio di tutela (una corsia).
Per farla breve, nacque una comunione di intenti ed una rappresentanza delegata, cui fu affidato il compito di perorare la causa presso l’Assessorato Regionale ai Trasporti o qualunque altro ente competente.
Si susseguirono altri incontri, e grazie all’appoggio dell’On.le Reg.le Valentina Palmeri (cui subito piacque il progetto) si relazionarono in assessorato altri sopralluoghi e studi sul percorso, sino ad investire della questione anche i vertici di ANAS Sicilia.
Nel tempo (data la necessità di dover reperire fondi per la realizzazione delle varie fasi, dalla progettuale alla messa in opera) l’idea subì una sabatica battuta d’arresto.
Oggi, dato uno studio di fattibilità improntato sull’esame delle previsioni normative contenute nel PNRR, si realizza che tale progetto (per i comuni di Alcamo e Partinico, che spesso soffrono di risorse limitate) possa essere realmente posto in essere a costo zero.
Il comitato, convinto che il progetto possa valorizzare la tratta ed i comuni ivi insistenti, ha interessato della questione gli addetti al settore del comune di Alcamo.
L’assessore al ramo Caterina Camarda prima e il suo successore Vito Lombardo subito dopo hanno immediatamente mostrato interesse per l’iniziativa (che non erode risorse ai fondi della casa comunale), ritenendola meritevole di attenzione. A tal uopo il Comune di Alcamo – già nel febbraio scorso -, e nell’intento di creare un tavolo di confronto con il consesso civico cittadino all’altro capo della tratta (Partinico) ha chiesto un tavolo di discussione e lavoro alla commissione prefettizia, cui invitare il comitato promotore e le rispettive delegazioni comunali di settore.
Purtroppo, ad oggi, né la prima PEC e tantomeno la seconda di sollecito (inviata a giugno dalla casa comunale), hanno sortito alcuna replica da parte della Commissione Prefettizia che governa il comune di Partinico in atto commissariato.
Nessuna replica, foss’anche per anticipare che stessero programmandone una discussione in merito. La più totale indifferenza.
Un muro di gomma impenetrabile, nonostante ogni ragionevole intento di cercare non già una immediata adesione, ma un confronto civile in cui sentire le ragioni di un’iniziativa e la sua eventuale rispondenza agli interessi della cittadinanza.
Ci sarebbero tutti i presupposti per unire le due città, con un’opera pensata come multifunzionale e all’altezza di standard e requisiti tecnici contemporanei. Una progettualità fonte di interesse e idonea a rendere un servizio ai cittadini ed al turismo itinerante, oltre che all’immagine ed al progresso della viabilità.
Peccato che l’interlocutore si mostra sordo ai richiami di un interesse che (in quanto strettamente connesso alla salute ed alla qualità della vita dei cittadini) sarebbe invece da tutelare.
Una vecchia canzone del molleggiato Celentano recitava “È inutile suonare qui non vi aprirà nessuno, Il mondo l’abbiam chiuso fuori con il suo casino…”.
Chissà se gli sportivi di Partinico (alcuni dei quali aderenti al comitato) gradiranno questo atteggiamento del non fare e lasciar correre, soprattutto in vista del fatto che la prospettiva del PNRR è una meteora cui guardare con lo spirito del vecchio adagio “carpe diem”.
Diego Motisi