PALERMO. Quello commesso alla Zisa è un omicidio che preoccupa gli investigatori. E preoccupa, ancor prima di conoscere il movente e il nome di colui che ha premuto il grilletto, per lo spessore criminale della vittima e per le sue parentele.
Giuseppe Incontrera, 45 anni, freddato in via principessa Costanza, alla Zisa, era il consuocero di Giuseppe Di Giovanni, fratello di Gregorio e Tommaso, boss che si sono alternati alla guida del mandamento di Porta Nuova.
Gregorio di Giovanni ha presenziato alla riunione della cupola del maggio 2018. Attualmente è detenuto al 41 bis dopo essere stato condannato al termine del processo di primo grado.
Anche Giuseppe Di Giovanni, oggi libero, è stato in carcere. Fu arrestato una prima volta nel blitz denominato “Panta rei” del 2015 e assolto. Nel 2018, in occasione dell’operazione che ha coinvolto il fratello Gregorio, il nuovo ordine di custodia cautelare poi annullato dal Tribunale del riesame. Infine l’archiviazione dell’inchiesta a suo carico.
Chi era Giuseppe Incontrera? Si sarebbe fatto largo nello scacchiere della nuova mafia. Una mafia che controlla la piazza di spaccio nelle strette strade della Zisa. In una di queste stamani è avvenuto il delitto, a pochi passi dalla macelleria dei Di Giovanni, in via Silvio Pellico, con la saracinesca abbassata.
Incontrera, appena sceso da casa, era in sella ad una bicicletta elettrica quando è stato raggiunto da almeno tre colpi di pistola di piccolo calibro. Esplosi con una pistola di piccolo calibro, probabilmente 22, da chi e per quale motivo? Una lite per un motivo futile oppure dietro c’è uno sconto per la gestione dei traffici di droga? Se così fosse potrebbero esserci fibrillazioni. Ecco perché è un omicidio che preoccupa.
Non è un caso che il caso è passato subito sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Paolo Guido, che guida il pool di magistrati che indaga sulla mafia palermitana.