Molfetta, l’ultimo saluto ad Antonio Andriani. C’è il ricordo del sindaco Minervini
Si svolgeranno domani alle 17 a Molfetta i funerali di Antonio Andriani: l’ultimo saluto al manager avrà luogo nella Chiesa Sant’Achille. La salma dopo che la Procura di Trapani l’ha rimessa a disposizione della famiglia, in queste ore sta arrivando nella città pugliese. La magistratura ha ritenuto sufficiente la semplice ricognizione del medico legale, e non ha fatto più eseguire l’autopsia: la morte del manager della Bio Salus, precipitato sabato notte all’interno del pozzo artesiano presente nel giardino della villetta di Erice dall’uomo presa in affitto da oltre un anno, è avvenuta secondo il medico a causa dell’urto della nuca contro le pareti del pozzo. Andriani, parecchio conosciuto a Molfetta, ma che intanto si era creato una vasta cerchia di amicizie a Trapani dove era diventato direttore commerciale della Bio Salus, è morto durante la festa per il suo 40° compleanno. Ad un certo punto è salito sulla copertura del pozzo artesiano, e in pochi attimi si è consumata la tragedia, la copertura in cemento si è spezzata e l’uomo è caduto all’interno. Un pozzo profondo 25 metri, dieci dei quali pieni d’acqua. Il medico legale ha accertato che i polmoni dell’uomo erano liberi dall’acqua, quindi la tragica morte è avvenuta quasi istantaneamente, a causa della profonda ferita alla nuca. La Procura ha disposto accertamenti tecnici sulla copertura del pozzo. Nell’indagine c’è un solo indagato, il proprietario della villetta.
Tommaso Minervini, sindaco di Molfetta, ha diffuso in queste ore una nota per ricordare il concittadino Antonio Andriani. “Le indagini in corso – scrive – chiariranno le responsabilità di quell’incidente. Ma Antonio non potranno restituircelo. Non potranno restituirlo alla famiglia, ai suoi amici di sempre, a Molfetta che, da giorni, sgomenta e incredula, non riesce ad accettare quanto è accaduto, nelle modalità con cui è accaduto. E’ difficile trovare le parole giuste per dare voce al dolore. Conoscevo Antonio, conoscevo la sua passione per la musica e per Renato Zero, il suo idolo. Ne aveva superate tante. Aveva vinto una terribile malattia. Era caduto e si era rialzato fino a diventare manager di un’azienda. Era uno di quei molfettesi che lasciano il segno. Un ragazzo, un uomo sensibile, intelligente, onesto. Una bella persona, che, pur vivendo lontano da Molfetta, da qualche tempo, non ha mai tagliato i rapporti con la sua città e i suoi amici di sempre. Ai tuoi familiari, ai tuoi affetti più cari giunga tutta la mia vicinanza”.