L’onorevole e il Rettore

Artemisia: le intercettazioni sulle raccomandazioni dell’on. Lo Sciuto a favore della figlia del presidente della commissione Inps Rosario Orlando. “Ogni pratica sono 50 voti”

Le intercettazioni telefoniche, i loro protagonisti e il relativo contenuto, sono state ancora una volta ieri al centro del processo “Artemisia”, scaturito dall’indagine dei carabinieri che nel marzo del 2019 portò all’arresto di diverse persone. Tra gli altri, l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto e l’ex coordinatore della commissione medica dell’Inps, Rosario Orlando.
Proprio su questi due imputati si è concentrata la nuova audizione del maggiore Diego Berlingieri, ex comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri, oggi in servizio al Ros di Reggio Calabria, che fu tra gli investigatori che si occuparono dell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Trapani.
Berlingieri, rispondendo alle domande dei pubblici ministeri Sara Morri e Francesca Urbani, ha ripercorso le intercettazioni che sarebbero la ulteriore prova dell’esistenza di un “patto” tra Lo Sciuto e Orlando. Il primo pronto a “segnalare” al secondo domande per la concessione di pensioni, invalidità e benefit, e l’altro lesto nel cogliere l’opportunità di quel rapporto per vedere accolti i propri desideri, come quelli di aiutare la figlia, ora per ottenere una borsa di studio dall’Università di Palermo, o ancora per superare un concorso per restauratori bandito dal ministero dei Beni Culturali.
In questo ambito, per la borsa di studio concessa dall’Università di Palermo, è venuto fuori il nome del neo sindaco, Roberto Lagalla, quando all’epoca, era il 2015, era magnifico rettore. Orlando chiese a Lo Sciuto di aiutare la figlia a ottenere una borsa di studio da seimila euro, che poi è risultato avere ottenuto. Lagalla sarebbe stato interpellato per intervenire sulla commissione universitaria.
La posizione di Lagalla, che fu sentito dai pm, fu subito stralciata e la stessa Procura – riferisce il suo legale, l’avvocato Lillo Fiorello – ha chiesto l’archiviazione. Si attende la decisione del giudice per le indagini preliminari.

Lo Sciuto, dalle intercettazioni, mostra di saper bene il retroscena di quella presunta raccomandazione, e che sta chiedendo di interferire sull’attività della commissione giudicatrice, ma è cosciente che solo così poteva mantenere i favori di Orlando. Parlando con il poliziotto Salvatore Passanante, anche lui imputato nel processo “Artemisia”, Lo Sciuto infatti è stato ascoltato mentre dice: “… mi ha dato (Orlando ndr) la carta di sua figlia, ora vado da Lagalla… con la speranza che gliela sistemo… borsa di studio, di sei mila euro vediamo se ci riusciamo… me la gioco tutta… che devo fare… e noi abbiamo la strada aperta”.
Lo Sciuto, svelarono le intercettazioni, non avrebbe avuto una confidenza tale per arrivare direttamente al rettore Lagalla, e chiese l’appoggio di Francesco Cascio, protagonista oggi con il neo sindaco della nuova stagione politica di Palazzo delle Aquile a Palermo, e all’epoca presidente dell’Assemblea regionale siciliana: “France’ ti volevo dire un’altra cosa ma tu con Lagalla hai rapporti buoni hai?… dico eventualmente, siccome io lo conosco, ma non ho rapporti intimi diciamo nel senso che lo conosco così di, abbiamo parlato qualche volta. Eventualmente non è che per caso tu lo potresti chiamare e mi fissi un appuntamento?”.
Nel contempo rassicurava il medico Orlando: “Io sto, sto prendendo un appuntamento con Lagalla, parliamo con lui, il Rettore, con la speranza che, giusto? …con la speranza che, noi altri ci proviamo”.
Lo Sciuto: “… se vuoi l’appuntamento, l’appuntamento lo possiamo prendere pure, ci vuoi andare tu a parlare? Ci vado io?”. Orlando: “No, … vorrei che ci parli tu”. Lo Sciuto: “No, ci vado io”.
L’incontro con Lagalla avviene il 31 marzo 2015, con Lo Sciuto c’è un altro parlamentare, Vincenzo Fontana. Poco prima delle 15 di quel giorno, l’incontro con Lagalla era fissato per le 13 della stessa giornata, Lo Sciuto manda un messaggio a Orlando: “Ho parlato con quella persona mi ha detto che farà il possibile per aiutarla”.

L’esito della commissione però non fu del tutto favorevole per la figlia di Orlando, collocata ex aequo con altra candidata, e per questioni anagrafiche scivolava al quarto posto, fuori quindi dai tre previsti per la concessione della borsa di studio. Lo Sciuto quindi contattava l’onorevole Fontana: “Mi fai una cortesia? Lo chiami a Lagalla… perché a quanto pare su quella situazione forse è quarto, capisci? Ed erano tre. Però dice a quanto pare c’è possibilità. Ti vuoi informare come stanno i fatti? “Ti volevo spiegare quello che è successo. In poche parole quella ragazza, mi segui? è la prima degli esclusi, però siccome sono rimasti quattro posti vacanti e li devono riassegnare, mi segui? siccome io ci tengo a questa cosa ti puoi informare Enzo? Mi fai sta cortesia?”.
Fontana lo rassicura: “Sì, mi ha detto che stanno vedendo, insomma stanno vedendo, capito? … gli ho detto siccome ci sono altre queste quattro cose che sono rimaste così dico lei è la prima a quanto pare di quelle che non è riuscita… dico e veda un po’, vedi un po’ di… si, si, si , mi ha detto, va bene”. Il 9 aprile 2015 Lo Sciuto è a Palermo, arriva nella sede di Piazza Marina dove ha sede il rettorato, Lagalla lo attende. Uscito dall’incontro con Lagalla, Lo Sciuto risale in auto e racconta al fedele Isidoro Calcara che lo accompagnava: “A posto! minchia a posto! me la sistema la cosa, me la sistema la cosa!… che succede! sono restati quattro posti liberi e lui deve fare la ridistribuzione, capito?… e la fa lui! quello prende e gliela assegna a lei! è a sua discrezione l’assegnazione… gli ho detto lo posso comunicare? (a Orlando ndr) dice lo puoi comunicare, te la sistemo!”.
Quindi Lo Sciuto chiamava Rosario Orlando: “Rosario, vedi che ho parlato per quella cosa… mi ha detto stai tranquillo che la sistemiamo”. “Ah si, bravo, bravo, bravo”, rispondeva il medico. Stretti sarebbero diventati poi i rapporti tra Lagalla e Lo Sciuto.

Lo Sciuto aveva un canale privilegiato con il rettore, oggi sindaco di Palermo, o millantava? “La vicenda è stata oggetto di archiviazione da parte della Procura della Repubblica – spiega l’avvocato Lillo Fiorello -. Non vi è stata alcuna interferenza da parte del professore Lagalla. Si è pure accertato che la studentessa già con i soli titoli poteva accedere alla borsa. In ogni caso non furono utilizzate neppure tutte le borse disponibili. Si è accertato altresì, attraverso l’audizione della funzionaria dell’Università, che il professore Lagalla non ha effettuato alcun intervento, non si è mai occupato della vicenda. Tant’è che la posizione è stata immediatamente separata e chiesta l’archiviazione”.
Nel rapporto d’indagine dei carabinieri di Trapani si legge tra l’altro che “numerose sono state le segnalazioni di Lo Sciuto a Lagalla per far superare esami a numerosi studenti universitari, anche esami di laurea e richieste di sostegno per la concessione di incarichi universitari. Nel corso dell’audizione di ieri, il maggiore Berlingieri ha anche riferito del contenuto delle intercettazioni relative ancora ad una raccomandazione per la figlia del medico Rosario Orlando, a proposito di un concorso bandito dal ministero dei Beni Culturali, in questo caso raccomandazione chiesta da Lo Sciuto a Giovannantonio Macchiarola, capo della segreteria del ministro Angelino Alfano, che lo avrebbe agevolato a poter contattare l’allora sottosegretario Dorina Bianchi.
Lo Sciuto: “Abbiamo il sottosegretario ai Beni culturali, capito? E glielo do personalmente ad Alfano”. Orlando: “Eh ma… sottosegretario… ma ai quiz come minchia si passa?”. Lo Sciuto: “Io glielo do, e vediamo cosa dice. Io… noi ci proviamo. Io la cosa che ti posso dire è che mi impegno e che glielo faccio avere. Dopodiché vediamo quello che succede”.
In altra intercettazione, a dimostrazione dell’interesse che Lo Sciuto avrebbe avuto nel mantenere “buono” il rapporto con il presidente della commissione medica Inps, Rosario Orlando, l’ex deputato regionale spiegava a suo fratello: “… io ci mando in un anno venti, trenta cristiani… ci mando ogni anno venti, trenta cristiani li fa passare… ogni cosa di questo sono cinquanta voti”.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.