TRAPANI. Torna in carcere Ivan Randazzo, 38 anni, il pregiudicato trapanese che nel 2016 fu arrestato dai Carabinieri perché ritenuto il capo di una banda di estortori che utilizzava il cosiddetto sistema del “cavallo di ritorno”. La banda metteva a segno furti e poi ai malcapitati chiedeva il “riscatto” per la restituzione dei proventi delle loro razzie. I Carabinieri della Stazione di Borgo Annunziata lo hanno tratto in arresto su ordine dell’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Palermo. Randazzo, che era sottoposto agli arresti domiciliari dallo scorso novembre, deve scontare una pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione per tentata estorsione. Randazzo è ritenuto dall’autorità giudiziaria trapanese, all’esito di indagini nel tempo condotte dai Carabinieri della Compagnia di Trapani, uno dei “rais” del rione popolare di San Giuliano.
A incastrare Randazzo ed i suoi complici, tra i quali c’era anche un minorenne, furono le denunce, presentate da alcuni dei derubati che si erano visti fare la richiesta di denaro per riavere i propri beni, ma anche le intercettazioni che permisero ai Carabinieri di ricostruire lo spaccato del quartiere in cui c’era una consapevolezza diffusa del sistema criminale. Furono una decina gli episodi criminosi individuati dai carabinieri, in qualche caso il “riscatto” chiesto per il “cavallo di ritorno” superava i mille euro.