A sette anni esatti dalla prematura scomparsa di Santo Della Volpe, presidente e direttore di Libera Informazione e ai tempi anche presidente della FNSI, tra le sue tante battaglie per la libertà di stampa, vogliamo ricordare quella condotta per arrivare all’ottenimento della verità sulla duplice esecuzione a Mogadiscio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuta il 20 marzo 1994.
Ilaria non era per Santo semplicemente una giovane collega del Tg3, con la quale aveva condiviso un impegno giornalistico in prima linea nel racconto di guerre, traffici criminali e mafie, un impegno sempre condotto nel pieno rispetto della umanità e della dignità delle persone, sapendo andare al cuore delle terribili vicende che le avevano catapultato, loro malgrado, sul palcoscenico della cronaca.
Ilaria era diventata per Santo, come per Roberto Morrione prima di lui, una delle più importanti testimoni della libertà di stampa, vissuta fino all’estremo sacrificio. Una libertà di stampa che resta un baluardo imprescindibile per ogni democrazia che si voglia dire tale, come testimoniato anche dalla guerra in Ucraina di questi ultimi mesi.
All’indomani della preziosa inchiesta giornalistica di Chiara Cazzaniga per “Chi l’ha visto? “, che portarono alla luce nuove e importanti rivelazioni sull’innocenza di Hashi Omar Hassan e avviarono così il percorso che porterà alla sua scarcerazione, Della Volpe e Vittorio Di Trapani, allora segretario Usigrai, firmarono un duro comunicato per chiedere alle autorità di intervenire per riaprire il caso.
Oggi riproponiamo quel testo anche in ragione dell’attualità drammatica che ha visto pochi giorni la brutale uccisione in Somalia dello stesso Hassan, fatto saltare per aria con una micidiale autobomba.
Libera Informazione si unisce alla Fnsi, all’Ordine dei Giornalisti, ad Articolo 21 e alle tante altre realtà associative che chiedono l’immediata apertura di una inchiesta volta a scoprire le ragioni della eliminazione di Hashi Omar Hassan.
Nell’aderire a questa richiesta, ricordiamo con gratitudine l’impegno e il lavoro con Santo, le cui parole tornano oggi a risuonare dalle colonne di Libera Informazione.
Grazie Santo, #NoiNonArchiviamo
Lorenzo Frigerio
Verità e giustizia per Ilaria e Miran
Ancora una volta è stata una inchiesta giornalistica, vera e coraggiosa, a scoprire i fatti veri e le piste giuste per fornire nuovi elementi per ricostruire la verità storica dell’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, una delle tragedie e dei misteri italiani.
La FNSI e l’Usigrai chiedono ora che si approfondiscano anche in sede giudiziaria gli elementi emersi dall’intervista di “Chi l’ha visto?” e che si arrivi a quella Verità e Giustizia che la famiglia Alpi chiede giustamente da 21 anni.
Ora, infatti, è possibile riaprire le indagini sull’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. L’importante inchiesta della trasmissione “Chi l’ha visto” di RAI3 con l’intervista al teste Ahmed Ali Rage, detto Jelle, ha rivelato nuovi inquietanti particolari sull’assassinio dei due colleghi giornalisti, uccisi a Mogadiscio il 20 marzo di 21 anni fa.
Alì Rage ha detto d’essere stato indotto a fare le dichiarazioni false che accusarono un connazionale somalo, Hashi Omar Hassan, oggi in carcere per quel duplice omicidio, condannato anche in Cassazione a 26 anni di pena definitiva.
Chi avrebbe indotto il teste Rage a fare quelle accuse? Ci sono coinvolgimenti dei servizi segreti italiani? E se fosse vero quello che il teste ora rivela alla trasmissione “Chi l’ha visto?”, chi aveva interesse a dare questa versione dei fatti, accusando un innocente? Si voleva chiudere il caso per coprire alte ed altre complicità?
C’è materia sufficiente per chiedere la riapertura del caso e del processo. Per scoprire se le dichiarazioni del teste Rage sono vere e se in carcere è rinchiusa oggi una persona innocente. Ma anche e soprattutto per arrivare ai veri colpevoli e mandati dell’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Horavatin.
Una Verità e Giustizia che pretendiamo ed alla cui mancanza non ci siamo mai rassegnati.
Il presidente Fnsi, Santo Della Volpe
Il segretario Usigrai, Vittorio Di Trapani
Da: articolo21.org