Gli indagati dell’operazione antidroga “Delivery” approdano al giudizio del Tribunale.

Il gup giudice Caterina Brignone ha accettato il rito abbreviato, fissato per il 28 settembre, chiesto da Emanuela Di Bartolo, 42 anni, dal figlio Davide Calabrò, 22 anni, e ancora da Ivan Ferro, Salvatore Ferrara di Trappeto, Antonino Furco di Borgetto, dal partinicese Antonino Maragliotti e dai palermitani Gabriele Piazza e Domenico Bellomonte. Rinvio a giudizio dinanzi al Tribunale, prima udienza 4 ottobre, per i castellammaresi Florin Cicu, Lorenzo Poma, Sebastiano Ferrarello, Dario La Puma, Sebastiano Domingo, Pietro D’Aguanno, Antonia Latona e per il palermitano Marco Sciabica. Un altro degli indagati, Massimo Catanzaro, ha patteggiatola condanna a due anni e 11 mesi, mentre per i castellammaresi, Giuseppe Di Bona e Angelo Adragna il giudice ha accolto la richiesta delle difese disponendo la messa in prova nei servizi sociali. Il blitz risale al marzo scorso, dei 23 indagati, per otto scattarono le misure cautelari. I carabinieri scoprirono che l’organizzazione sgominata durante il periodo del lockdown consegnava la droga a domicilio. Una indagine scattata dopo la denuncia di una donna che ai carabinieri andò ad accusare il marito e il gruppo di pusher che lavoravano per lui.

L’organizzazione gestiva le consegne a domicilio di marijuana e cocaina, il clan era il riferimento di organizzatori di feste private, organizzate anche in violazione delle norme anti pandemia. La droga a Castellammare del Golfo arrivava da Partinico e dal quartiere Zen di Palermo. Inutile il tentativo di usare un linguaggio criptato, la droga veniva indicata in diversi modi, uova, mangime per galline, cocktail, motorino Peter Pan, acqua fresca.

Secondo le indagini nei festini privati la droga scorreva a fiumi. I reati contestati a vario titolo sono quelli di associazione a delinquere finalizzata alla detenzione spaccio di stupefacenti. Dei 23 indagati, sono per un uno il procedimento è tornato in Procura per un vizio di forma, si tratta di Salvatore Bosco.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.