Sei siriani, tra cui due bambini di uno e due anni, un adolescente e tre adulti sono morti, presumibilmente “di fame e di sete” su un barcone durante un viaggio disperato per cercare sicurezza in Europa. Le vittime fanno parte di un gruppo, tra questi alcuni loro familiari sopravvissuti, di 26 persone che sono sbarcate ieri da una nave della Guardia Costiera italiana a Pozzallo. Probabilmente le sei persone sono morte di fame e sete. Molte delle persone sbarcate a Pozzallo, inoltre, presentano anche condizioni estremamente gravi, tra cui ustioni – ad affermarlo l’Unhcr, l’Agenzia ONU per i Rifugiati.
“Questa inaccettabile perdita di vite umane e il fatto che il gruppo abbia trascorso diversi giorni alla deriva prima di essere soccorso evidenziano ancora una volta l’urgente necessità di ripristinare un meccanismo di ricerca e soccorso tempestivo ed efficiente, guidato dagli stati nel Mediterraneo”, ha dichiarato Chiara Cardoletti, rappresentante dell’UNHCR in Italia, Santa Sede e San Marino. “Il soccorso in mare è un imperativo umanitario saldamente radicato nel diritto internazionale. Allo stesso tempo, è necessario fare di più per ampliare i canali sicuri e regolari e crearne di nuovi per fare in modo che le persone in fuga da guerre e persecuzioni possano trovare sicurezza senza mettere ulteriormente a rischio le loro vite”.