PALERMO. L’ex presidente della Regione Sicilia ha poi allegato alla sua istanza una mole di documenti da cui emerge “un’importante e continuativa dedizione ad attività di volontariato e partecipazione a numerose iniziative legalitarie in difesa dei diritti dei detenuti”. Inoltre Cuffaro si è dedicato ad attività di solidarietà con il Burundi, fa parte dell’associazione e del direttivo di Nessuno tocchi Caino, si è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e ha scritto tre romanzi, “col dichiarato intento di devolvere i proventi delle vendite a sostegno dello sviluppo di progetti di recupero a vantaggio dei detenuti”, ma anche per la cura della sclerosi multipla. Nessun ostacolo viene poi dalla ripresa della attività politica. Cuffaro, concludono quindi i giudici, ha dato prove effettiva e costante di “buona condotta nella accezione legislativa e giurisprudenziale di questo termine: non risulta infatti avere commesso condotte illecite o comunque negativamente valutabili ma possono essere elencate numerose attività sia risarcitorie sia di impegno civile, antitetiche rispetto al grave fatto reato posto in essere. Ua inoltre concretizzato la volontà di mettere a frutto l’esperienza dignitosamente maturata in carcere, dando voce cioè a soggetti il cui status ha condiviso per tanti anni”, e cioè i detenuti. (AGI)