Nove anni addietro l’improvvisa scomparsa di “Licchia”, così come tutti chiamavano l’editore Salvatore Coppola. Nonostante tante parole, Trapani non lo ha mai ricordato
Ben conoscendolo, Licchia a leggere queste parole ne avrebbe fatto una fiammella per accendere la solita sigaretta stretta tra le labbra. Oppure no? Conoscendo bene uomini e cose di questa città mi avrebbe guardato come a dire, ma d’improvviso hai dimenticato che stoffa hanno certe persone? Oppure ancora mi avrebbe guardato e proseguito il suo cammino, infilandosi per via Mercè o via Giudecca, per arrivare in centro storico. Nove anni addietro dopo un improvviso malore, Salvatore Coppola ci lasciava. Aveva 62 anni. Qualcuno è rimasto orfano, orfano di un fratello maggiore, di un amico, qualcun altro meno o no del tutto. Una morte dolorosa, per i più attenti, insignificante per certi sciocchi di paese. Purtroppo oggi questi ultimi hanno trovato sponda di ragione, e la cosa ci addolora tantissimo. Perché a Salvatore Coppola questa città piaceva , si batteva per difenderla dai poteri mafiosi, dai politici corrotti, voleva difendere la memoria, la storia, la cultura, proteggere i migliori culti. Lui che ai ricordi teneva tanto, per se ha visto il ricordo spegnersi. In una città che sulla cultura dice di fare tanto, ha dimenticato di fare la cosa più semplice, ricordarsi di Licchia. L’attuale vice sindaco Enzo Abbruscato di Salvatore Coppola se ne ricordò quando era consigliere comunale di opposizione, chiedendo all’allora sindaco Vito Damiano di far qualcosa nel ricordo dell’editore. Abbruscato che oggi ha quei poteri che furono di Damiano, fino ad oggi pare essersi dimenticato anche lui di Salvatore Coppola. E tra i banchi consiliari stessa cosa. Ricordo inesistente. Tutto questo a dispetto dell’eredità lasciata da Salvatore: l’elenco è lungo, una produzione frutto non delle risorse economiche ma di quelle intellettuali. Restano un pugno di amici a ricordarti Licchia, ma stai certo sono quelli veri e sinceri.