Museo Pepoli di Trapani: cantiere aperto a Novembre, si potrà ammirare il restauro di tre dipinti

Cantiere aperto a novembre al Museo Pepoli di Trapani Si potrà ammirare il restauro di  tre dipinti del ‘600. L’assessore Elvira Amata: “Un’opportunità per conoscere meglio le professionalità che ruotano intorno al mondo dell’arte”

TRAPANI. Da domani, martedì 22 novembre fino alla fine del mese dalle ore 10,00 alle ore 12,00, al Museo Pepoli di Trapani, diretto da Anna Maria Parrinello, sarà possibile assistere – a cantiere aperto – alle operazioni di restauro di tre dipinti, olio su tela.

Le opere: una Natura morta con frutta di Giovan Battista Ruoppolo, della seconda metà del XVII secolo, Natura morta con colombi e Natura morta con cavie di Pietro Navarra, della fine del XVII secolo, saranno restaurate grazie ad un intervento finanziato dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. Ad eseguire i lavori la ditta “La Partenope restauri” di Elena Vetere, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani.

“In un momento in cui le opere d’arte vengono minacciate da gruppi di attivisti – dichiara l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Elvira Amata – noi intendiamo accrescere le occasioni per aprire i nostri musei e far conoscere le attività di cura che si effettuano dietro le quinte per il mantenimento delle opere d’arte. Un lavoro certosino fatto con grandissima professionalità da maestranze specializzate. Un’  importante opportunità per promuovere, in particolare presso le giovani generazioni, la conoscenza delle tecniche di conservazione e restauro dei beni culturali ma anche la possibilità di scelte lavorative di nicchia spesso ignorate dalla maggior parte dei ragazzi”.

I dipinti da restaurare, espressione della cultura figurativa napoletana della seconda metà del Seicento, sono abitualmente esposti nella Sala del Museo dedicata alla Natura morta dove si trovano, tra le altre, tre pregevoli opere del fiammingo Abraham Brueghel. Le tre tele appartengono ad un genere che ebbe ampia diffusione nell’Italia centro-meridionale tra ‘600 e ‘700, utilizzato prevalentemente nell’ambito delle dimore signorili come arredo di sontuosi saloni da pranzo e particolarmente apprezzato dai collezionisti ottocenteschi.

Nella tela del Ruoppolo – che fa parte della collezione Fardella – cocomeri, grappoli d’uva, pesche, melagrane, susine, mele cotogne sono plasticamente modellati da una limpida luce che ne fa brillare le vivaci cromie, mentre nelle due tele del Navarra – già in collezione Pepoli – si coglie la peculiare stesura pittorica del maestro, sinteticamente moderna, pastosa e materica, che si coagula rendendo vibranti le superfici.

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