E’ un trapanese l’uomo accusato della brutale violenza nei confronti di una donna ucraina a Trapani

TRAPANI. E’ scattato nelle prime ore della giornata il fermo di Polizia per l’uomo fortemente sospettato di essere autore della brutale aggressione e violenza sessuale, subita nella notte di giovedì da una donna ucraina di 44 anni.

La Squadra Mobile di Trapani, guidata dal dirigente Emanuele Fattori, in poche ore è riuscita a chiudere il cerchio attorno all’uomo: è un trapanese di 37 anni. Lui secondo le testimonianze raccolte è la persona che spesso in questi giorni era stata visto in compagnia della donna. Il lavoro condotto nell’intera giornata di ieri dagli investigatori della Squadra Mobile si è anche basato sulle immagini catturate dalle telecamere di video sorveglianza poste nella zona del centro storico. Non ci sono le immagini della violenza, ma si vedono un uomo e una donna camminare insieme, non si distinguono bene le fisionomie ma gli indumenti. La donna è arrivata in ospedale nella nottata di giovedì con gli stessi abiti, l’uomo quando è stato bloccato stanotte dalla Polizia indossava gli stessi abiti. La Squadra Mobile ieri ha potuto anche sentire la donna dopo essersi ripresa dall’intervento chirurgico che ha dovuto subire. Non conosceva l’identità esatta dell’uomo, ma ha fornito altri elementi.

Lo scenario che si è aperto davanti agli occhi degli investigatori è fatto di parecchio degrado sociale. Sia la donna quando l’uomo fanno parte del mondo che vive ai margini della città , soggetti senza dimora, cosiddetti homeless. La donna è di origini ucraine, è giunta a Trapani fuggendo dalla sua terra dopo l’invasione russa e la guerra, ma non si è unita alla collettività dei profughi provenienti dall’Ucraina. Lui è trapanese, sebbene la madre viva nel centro storico, ha scelto la vita da strada. Per loro non c’è un tetto, se non stare anche a dormire sotto i portici, nella zona della stazione ferroviaria, vicino a una chiesa, in loro il rifiuto anche di rivolgersi a qualcuno dei centri di accoglienza e dormitori che sono in città. E’ questa comune situazione che ha portato i due a conoscersi e a frequentarsi.
La ricostruzione fatta dagli investigatori della Squadra Mobile e che è contenuta nel provvedimento di fermo che in mattinata ha aperto le porte del carcere all’uomo accusato di violenza sessuale, aggressione, lesione gravi, è abbastanza chiara. L’uomo ha cercato l’approccio con la donna dopo che i due avevano parecchio bevuto, ma una volta arrivati sulla panchina delle Mura di Tramontana, la donna ha cercato di resistere all’approccio violento dell’uomo. Una violenza brutale quella messa a segno, la donna in ospedale è poi arrivata con chiare ferite legate all’abuso sessuale, ma anche da gravi ferite provocate da un’arma da taglio, un coltello, la donna ha avuto necessità di parecchi punti di sutura negli organi genitali e all’ano. Questa anche la ragione della grande chiazza di sangue trovata trovata sul luogo della violenza.
L’uomo poi ha aiutato la donna a tornare in strada, nel centro storico, allontanandosi. Ha incontrato delle persone con le quali ha fatto il finto tonto, chiedendo di chiamare un’ambulanza perché poco distante c’era una donna sanguinante. E così a soccorrere la donna è arrivato un mezzo del 118, e con l’ambulanza l’immediato trasferimento in ospedale, dove è ricoverata con una prognosi di 20 giorni.
Nella notte i poliziotti hanno individuato l’uomo. Vagava nel centro storico. E’ stato portato in Questura ed è stato sentito a lungo dai poliziotti e dal pm titolare delle indagini, il sostituto procuratore Brunella Sardoni. Nessuna confessione, anzi ha sostenuto di essere nelle ore della violenza lontano dal luogo dove la donna è stata abusata. A incastrarlo però gli indumenti, gli stessi di quelli ripresi dalla video camera, e poi anche un coltellino che teneva in tasca, sono in corso accertamenti per capire se si tratta dell’arma con la quale la donna è stata gravemente ferita. L’uomo ha diversi precedenti per furto, spaccio di droga, da ultimo ha avuto anche un divieto di avvicinamento alla sua ex moglie. In giornata il pm dovrebbe inviare al gip la richiesta di convalida del fermo, entro martedì la decisione del giudice.

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