MARSALA. Si è tenuta ieri l’udienza, davanti il tribunale di Marsala, che vede coinvolto l’europarlamentare Ignazio Corrao, assistitito dall’avv. Fiorello e altri nove attivisti grillini accusati di offese e insulti, oltre ad aver scatenato la cosiddetta “shitstorm”, la pratica con cui si incita una tempesta d’odio tra gli utenti di una rete social o comunità. La parte offesa è la testata locale marsalese Tp24, il suo direttore Di Girolamo e altre due persone. Quest’ultimi difesi dall’avvocato marsalese Valerio Vartolo.
Il processo tenuto presso il Tribunale di Marsala è stato rinviato dal giudice Bruno Vivona a Gennaio per difetto di notifica a due imputati e per il tentativo di avviare una conciliazione.
I fatti risalgono al 2018 quando ad alcune affermazioni ironiche pronunciate, durante una trasmissione radio dai due giornalisti nei confronti di Piera Aiello (testimone di giustizia) in quel periodo candidata alla Camera de deputati con il M5s, e poi eletta nel comune di Marsala, l’europarlamentare ha ben pensato di scatenare una tempesta d’odio sui social.
Nello specifico a Corrao, come riporta la stessa testa giornalistica, si contestano le frasi “un esempio squallido di giornalismo locale… con che tipo di fango si deve avere a che fare”, definendo, inoltre, i due giornalisti “sciacalli”. Giudizi accompagnati da un video con i volti dei due giornalisti. Offensive e volgari (“merde”, “bastardi”, “coglioni”, etc.) le frasi pubblicate da diversi altri imputati.
Oltre all’alcamese Ignazio Corrao tra gli indagati figurano i nomi di Lisa Faraci, 44 anni, di Caltanissetta, Fabio Diego Ferrara, di 41, di Castelvetrano, Tatiana Pergolini, di 50, di Roma, Vincenzo Antonio Pandico, di 58 anni, di Liveri (Na), Tiziana Maniscalco, di 45, di Marsala, Laura Daccò, di 56, di Casate (Mi), Tonino Landini, di 60, di Senigallia (An), e Clara Giovannini, di 67, nata a Roma e residente a Sondrio.
Inoltre, per vicende analoghe è stato chiamato a giudizio, un altro attivista del M5s, Franco Rapisarda, 61 anni, di Marsala, sempre per offese sui Facebook in riferimento ad alcuni articoli pubblicati dalla testata giornalistica.