Ong, adesso saltano fuori le registrazioni nascoste degli avvocati

Il governo vuole costituirsi parte civile, offeso dal reato dei “taxi del mare”

Nuova udienza del processo ai membri dell’equipaggio della Iuventa, indagati per «favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». La nave ong è sequestrata nel porto di Trapani da oltre 5 anni, dall’agosto 2017. Sia il ministero dell’Interno sia la Presidenza del consiglio hanno chiesto ieri di essere ammessi come parte civile nel processo. L’intenzione espressa è quella di chiedere un risarcimento danni a coloro che hanno contribuito al salvataggio di persone in difficoltà in mare. Secondo il governo, lo Stato ha subito un considerevole «danno economico e morale». Afferma Kathrin Schmidt, di Iuventa-Crew: «Il fatto che il governo italiano affermi apertamente di aver subito danni morali e di reputazione a causa delle nostre azioni è vergognoso».
I giudici di Trapani dovranno ora esaminare la richiesta del governo e decidere nelle prossime udienze. Hanno anche stabilito che agli imputati della Iuventa deve essere fornita un’ulteriore assistenza linguistica in udienza con un interprete aggiuntivo, al fine di «garantire un’effettiva partecipazione al processo». Inoltre, il giudice ha permesso alla difesa di presentare le registrazioni audio che la difesa aveva effettuato durante l’interrogatorio di uno degli imputati. Un comportamento fuori dalla normale condotta processuale, hanno definito così la circostanza i pm Sardoni e Mucaria. La registrazione il legale l’ha condotta assolutamente di nascosto e mentre i pm lèggevano il verbale riassuntivo dell’interrogatorio di uno degli indagati. E quindi quando la registrazione ufficiale era stata staccata. Commenta il legale degli imputati, l’avvocato Nicola Canestrini: «Accogliamo con favore questa decisione, perchè ora finalmente si potrà esaminare la mancanza di qualità degli interpreti nominati dalla polizia e dalla procura. Le stesse prove audio dimostreranno che l’ufficio del pubblico ministero ha violato elementari regole procedurali, come citare correttamente la difesa nei verbali». Anche Amnesty Italia ritiene che si tratti di una «decisione importante, in quanto il diritto alla traduzione corretta di tutte le parti degli interrogatori è uno dei fondamenti di un processo equo». Infine, sono stati nominatiquattro esperti per preparare le trascrizioni di tutti gli interrogatori. Il Gup Corso ha ammesso l’acquisizione del file audio, limitandosi a definire singolare l’iniziativa del legale. Insomma si è passati dalle intercettazioni nei confronti dei giornalisti agli avvocati che segretamente entrano in Procura dotati di registratori nascosti. L’udienza è stata aggiornata al 13 gennaio.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.